Le paure di un bambino. “Per chi è la notte” di Aldo Simeone
Il primo romanzo diAldo Simeone, Per chi è la notte, è nelle librerie per Fazi Editore. E anticipa l’uscita con un’interessante intervista nella quale l’autore stesso racconta la genesi della sua storia.
«[…] ho visto un mostro uscire dallo sciacquone di un autogrill. L’ho visto. Usciva dallo sciacquone. Era un mostro. Ho avuto paura, una paura folle.»
Secondo le parole di Aldo Simeone, questo è uno degli episodi che hanno maggiormente influenzato la sua crescita e il suo rapporto con la realtà e quello che il resto degli adulti definisce “allucinazioni”.
La paura, infatti, è il sentimento che, più di ogni altra cosa, emerge da Per chi è la notte. Un’emozione che il protagonista undicenne, Francesco, sente e vive quotidianamente, nel bene e nel male. Il soggetto delle sue paure, questa volta, non sono i bagni degli autogrill, ma un bosco e i segreti che nasconde.
L’infanzia ha qualcosa di magico in questo senso, ti permette di creare oltre il possibile, alimenta immagini e visioni a partire da singole parole o semplici racconti, come quelli degli abitanti di Bosconero.
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Francesco ascolta, osserva e vede, oltre gli alberi del bosco lui vede delle luci e riconosce in esse le leggende sugli streghi: spiriti che, dopo il tramonto, si aggirano per il bosco con un cero in mano, il loro indice che arde e non si consuma mai.
Eppure il protagonista ne è affascinato, trascorre le sue giornate giocando, spesso in solitudine o con Secondo, un ragazzo più grande e dai modi rudi, arrabbiato con il padre e con il mondo, ma il pensiero del bosco non lo abbandona mai.
Risulta evidente come quelle storie rappresentino, per lui, un ancora di salvezza rispetto a una paura ben più importante: quella della guerra.
Bosconero, un paesino disperso fra i monti della Garfagnana, sembra infatti essere rimasto escluso dalla Storia che coinvolge il resto delle cittadine italiane. Storie e leggende sembrano persino avere più importanza rispetto alle notizie che arrivano dal fronte ma, quello che aleggia fra mura delle abitazioni, è un terrore silenzioso, e non per questo assente.
Francesco vive con la madre e la nonna, isolato dal resto dei coetanei perché, secondo le dicerie paesane, è figlio di un disertore. Una vergogna, quest’ultima, che lo accompagna assieme a terrore degli streghi e della loro domanda senza risposta: «Per chi è la notte?»
Ma qualcosa è destinato a cambiare: dopo l’arrivo dei nazisti, Francesco scopre che il parroco di Bosconero ospita dei misteriosi bambini, fra i quali Tommaso.
Capelli rossi e occhi verdi, Tommaso sembra ricordare al lettore la volpe de Il piccolo principe; è un bambino scampato alla guerra, ha appena dodici anni ma è in fuga solitaria da una città che, secondo i suoi racconti, è stata bombardata e distrutta dalla guerra.
Malgrado le esperienze vissute, Tommaso non sembra un ragazzo infelice, dalle sue labbra escono frasi singolari, bizzarre ma dense di significato:
«Facciamo così: dimmi un segreto».
«Eh?»
«Tu mi dici un segreto e io ti dico un segreto a te, e così siamo amici, perché siamo legati allo stesso obbligo di silenzio».
Tommaso offre la sua amicizia a Francesco e diventa per lui una specie di angelo custode, fra i due scatta una scintilla, qualcosa che basta ad alimentare un senso di appartenenza e di conforto. La paura di Tommaso è quella vera: le bombe, le sirene, la guerra; ma quella di Francesco non è meno reale: il bosco e gli spiriti che lo vivono.
Accompagnati dallo stesso sentimento, i due ragazzi scopriranno cosa significa prendersi cura dell’altro, proteggersi, e trovare il coraggio di combattere ciò che più li terrorizza.
«Dunque ora siamo amici. Sai qual è il prossimo passo?».
Non lo sapevo.
«Bisogna occuparci dei nostri segreti, tu del mio, io del tuo».
«In che senso?».
«Bisogna curarli, perché non ci pungano più».
Grazie a Tommaso, Francesco si convince a violare quel suo limite invalicabile e a vedere cosa nascondono, davvero, quegli alberi colmi di mistero.
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Per chi è la notte si presenta così, come un romanzo di formazione, una storia che racconta, attraverso lo sguardo ingenuo di un bambino, la Storia e la guerra. In Per chi è la notte, Aldo Simeone parla al lettore con un linguaggio semplice ed elementare, proprio come quello utilizzato dai protagonisti: schietto, sincero ma non per questo banale.
Per la prima foto, copyright: Imat Bagja Gumilar su Unsplash.
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