Le lezioni di vita di un gatto speciale
Io e Rhett (Sperling&Kupfer, 2022) è l’ultimo libro di Chiara Moscardelli, che dopo essersi dedicata per qualche tempo al thriller, ma caratterizzato da una forte impronta umoristica, come nei due romanzi dedicati al personaggio di Teresa Papaveroe nel più recente La ragazza che cancellava i ricordi (Einaudi, 2022), torna alle origini della sua narrativa e ci presenta una nuova storia strettamente autobiografica.
Siamo nel gennaio 2020 quando Chiara, protagonista e narratrice in prima persona, si ritrova improvvisamente in casa il gatto Rhett, un micione di otto anni che ha perso il suo padrone ed è in cerca di una nuova sistemazione. Quella con Chiara dovrebbe essere solo temporanea, almeno nelle intenzioni di lei, che sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti: ha infatti appena deciso di licenziarsi dal lavoro per aprire una partita IVA e proseguire da indipendente la sua attività nel mondo editoriale. Non ha però fatto i conti con una preoccupante novità in arrivo, vale a dire lo scoppio della pandemia di Covid 19, che la obbliga a chiudersi in casa in attesa di tempi migliori.
Vivere il periodo di lockdown insieme al gatto Rhett cambia però rapidamente il suo modo di affrontare il mondo, a partire dal fatto che non è più libera di gestire la propria solitudine, ma è costretta ad occuparsi dell’inatteso compagno, che diventa il suo confidente e si rivela ben presto dotato di una sorprendente saggezza che lo porta a dispensarle molti consigli.
Ed è grazie alla presenza di questo gatto parlante, che però solo lei è in grado di comprendere, che Chiara impara a gestire meglio la sua vita, trovando l’energia necessaria per trovare lavoro in un momento così difficile, per accettare di buttarsi in nuove esperienze, come la partecipazione a trasmissioni televisive, e persino per evitare di cadere nelle ricorrenti complicazioni sentimentali di cui era sempre stata costellata la sua vita precedente.
Non mancano, naturalmente, episodi esilaranti raccontati in puro stile Moscardelli, come ben sanno i lettori che hanno apprezzato il filone autobiografico e sentimentale, ma carico di una fortissima autoironia, dei suoi primi romanzi, a partire da Volevo essere una gatta morta (Einaudi, 2011 – Giunti, 2016).
Gli amanti e possessori di gatti apprezzeranno soprattutto le pagine che descrivono il particolare rapporto tra Chiara e il suo felino, nato in modo del tutto occasionale ma divenuto presto centrale nella vita della scrittrice. Come un nuovo Grillo Parlante, Rhett insegna alla sua padrona a modificare la propria visione del mondo e a comprendere meglio quali sono le vere priorità, ma soprattutto ad accettare quanto di buono ha in sé la vita presente, smettendo di preoccuparsi per un passato che non può essere comunque rivissuto e per un futuro che andrà affrontato con maggiore serenità.
Io e Rhett riesce ad affrontare in modo leggero alcuni temi impegnativi, legati soprattutto alla vita delle donne: se il tempo trascorre in ogni caso per tutti, sono però le donne a ricevere più degli uomini segnali precisi e inequivocabili dei cambiamenti fisici e psicologici legati all’invecchiamento, e sono i loro corpi a denunciarli in modo più netto nel momento della menopausa. Alle donne che stanno vivendo, o che si apprestano a vivere questa fase delicata della vita, che ne temono gli irreversibili cambiamenti o non si rassegnano ad accettarli, non si può che consigliare la lettura di Io e Rhett e di quanto Chiara Moscardelli abbia imparato dal suo magnifico e saggio gatto.
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