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Le lettere di Oscar Wilde all’amato Alfred Douglas

Le lettere di Oscar Wilde all’amato Alfred DouglasQuella tra Oscar Wilde e Lord Alfred Douglas, noto anche come Bosie, è stata una delle relazioni amorose più tormentate della storia della letteratura. In questo caso però il carattere tormentoso non è dovuto ai due amanti ma ad aspetti prettamente sociali, legati alla non accettazione di un rapporto omosessuale, al punto che Wilde fu condannato ai lavori forzati a seguito di una serie di processi intentati contro di lui.

Nonostante questo però, come testimoniano le lettere che riportiamo qui di seguito, la loro relazione proseguì con la solita solidità e un amore ampiamente rafforzato:

In una lettera scritta nel novembre del 1892 da Oxford, Wilde scrive a Douglas:

Carissimo Bosie… mi piacerebbe molto andare via con te ovunque sia caldo e ci siano i colori dell’estate.

 

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Molte settimane dopo, nel gennaio del 1893, Wilde scrive:

Mio ragazzo,

il tuo sonetto è abbastanza amabile, ed è una meraviglia che le tue labbra rosse come i petali delle rose siano fatte non meno per la follia della musica e del canto che per quella del baciare. La tua sottile anima dorata si divide tra la passione e la poesia. Io so che Giacinto, che Apollo amò alla follia, eri tu in epoca greca.

Perché sei solo a Londra, e quando vai a Salisbury? Vai lì per raffreddare le tue mani nel grigio crepuscolo delle cose gotiche, e vieni qui quando vuoi. È un posto amabile e manchi solo tu; ma prima vai a Salisbury.

Sempre tuo, con amore immortale.

Oscar

Le lettere di Oscar Wilde all’amato Alfred Douglas

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Agli inizi di marzo del 1893, l’amore di Wilde si fa sempre più intenso e si manifesta in tutta la sua urgenza:

Carissimo ragazzo – la tua lettera era deliziosa – vino rosso e bianco per me – ma io sono triste e giù di corda – Bosie – non devi fare scene con me – queste mi ammazzano – rovinano la bellezza della vita – non posso vederti, così greco e grazioso, distorto dalla passione; non posso ascoltare le tue labbra che mi dicono cose idiote – non farlo – mi spezzi il cuore – presto dovrò andare a prostituti tutto il giorno, piuttosto che avere te rancoroso, ingiusto e orrendo – orrendo. Devo vederti presto – sei la cosa divina che voglio – la cosa fatta di grazia e genio – ma non so come fare – Vengo a Salisbury? Ci sono molte difficoltà – qui spendo 49 sterline a settimana! Ho anche un nuovo salotto sul Tamigi – ma tu, perché tu non sei qui, mio caro, mio bellissimo ragazzo? Temo che dovrò partire; non ho denaro, non ho credito.

Per sempre tuo,

Oscar

 

La relazione si fece sempre più intensa, resa vivace da una tempestosità drammatica, ma sempre conservando un amore profondo e genuino. In una lettera della fine di dicembre del 1893, dopo una recente separazione, Wilde scrive a Douglas:

Mio carissimo ragazzo,

grazie per la tua lettera. Sono sopraffatto dalle ali di quegli avvoltoi dei creditori, e sono giù di corda, ma felice di sapere che ho di nuovo degli amici e che il nostro amore è passato indenne attraverso le ombre e la luce del distacco e del dolore ed è ritornato coronato di rose come un tempo. Siamo cari l’uno per l’altro, come sempre lo siamo stati finora.

[…]

Ti penso ogni giorno, e sono sempre devotamente tuo.

Oscar

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Nel luglio dell’anno seguente, Wilde scrive:

Mio caro Ragazzo,

spero che le sigarette ti siano arrivate integre. Ho pranzato con Gladys de Grey, Reggie e Aleck York. Vogliono che vada con loro a Parigi giovedì: dicono che si possono indossare cappelli di paglia e cenare ai Bois, ma, ovviamente, non ho soldi, come al solito, e non possono andare. Inoltre, voglio vederti. È davvero assurdo. Non posso vivere senza di te. Sei così caro, così magnifico. Ti penso tutto il giorno, e mi mancano la tua grazia, la tua bellezza ragazzina, la brillante arte della scherma del tuo spirito, la delicata fantasia del tuo genio, sempre così sorprendente nelle sue improvvise fughe verso nord e sud, verso il sole e la luna – e, soprattutto, mi manchi tu. La sola cosa che mi consola è ciò che Sybil di Mortimer Street (che i mortali chiamano Mrs. Robinson) mi ha detto. Se potessi non crederle lo farei, ma non posso, e so che agli inizi di gennaio io e te ce ne andremo insieme per un lungo viaggio, e che la tua amabile vita prosegue sempre mano nella mano con la mia. Mio caro bellissimo ragazzo, spero che tu sia splendido e felice.

Sono andato da Bertie, oggi ho scritto a casa, poi sono andato da mia madre.

La Morte e l’Amore sembrano camminarmi accanto man mano che la mia vita va avanti: sono le sole cose a cui penso, le loro ali mi fanno ombra.

Londra è un deserto senza i tuoi dolci piedi… Scrivimi un rigo e prendi tutto il mio amore – ora e per sempre.

Sempre, e con devozione, ma non ho parole per dirti come ti amo.

Oscar

 

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Nel 1895, al massimo del suo successo letterario, grazie a L’importanza di chiamarsi Ernesto, Wilde denunciò per diffamazione il padre di Douglas, il Marchese di Queensberry. Ma le prove emerse durante il processo portarono all’arresto di Wilde per i rapporti indecenti intrattenuti con persone dello stesso sesso. Seguirono due processi, dopo i quali Wilde fu condannato a due anni di lavori forzati. Il 29 aprile di quell’anno, dopo aver toccato il fondo sul piano emotivo e psicologico, la sua reputazione fu rovinata, e la sua salute compromessa. Wilde scrisse a Douglas alla vigilia del processo finale:

Mio carissimo ragazzo,

questa lettera è per assicurarti del mio immortale, eterno amore per te. Domani tutto sarà finito. Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore per te e quest’idea, questa fiducia ancora più divina, che tu ricambi il mio amore mi sosterrà nei momenti infelice e mi renderà in grado, spero, di sopportare il dolore con maggiore pazienza. Dato che la speranza, anzi la certezza, di incontrarti di nuovo è l’obiettivo e l’incoraggiamento della mia vita attuale, ah! devo continuare a viere in questo mondo a causa di questo.

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Un’altra lettera, scritta il 31 agosto 1897, poco dopo il rilascio di Wilde, recita:

Café Suisse, Dieppe

Giovedì, 7:30

Mio Caro Ragazzo,

ho avuto il tuo telegramma mezzora fa, e ti invio solo un rigo per dirti che sento che la mia unica speranza di produrre qualcosa di bello nell’arte è di essere con te. Non era così in passato, ma ora le cose stanno diversamente, e tu puoi ricreare in me quell’energia e quel senso di gioioso potere dal quale dipende l’arte. Tutti sono furiosi con me perché sto tornando da te, ma loro non ci capiscono. Sento che è solo con te che io posso fare qualsiasi cosa. Ripensa alla mia vita rovinata, e allora la nostra amicizia e il nostro amore avranno un significato diverso per il mondo.

Vorrei che quando c’incontrassimo a Rouen non ci separeremmo più. Ci sono tali abissi di spazio e terra tra noi ora. Ma noi ci amiamo. Buona notte, caro. Per sempre tuo,

Oscar

 

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Ma forse il racconto più eloquente della loro relazione viene da una lettera che Wilde scrisse il 01 ottobre 1897 a Leonard Smither, un avvocato di Sheffield che come secondo lavoro aveva una casa editrice di libri erotici, l’unico che fosse interessato a pubblicare le opere di Wilde negli anni successivi al suo rilascio;

Come puoi continuare a chiedere se Lord Alfred Douglas è a Napoli? Tu sai bene che è qui, noi siamo insieme. Lui capisce me e la mia arte, e ama entrambi. Spero di non dovermi mai separare da lui. È il più delicato e squisito poeta. Devi pubblicare il suo prossimo volume, è pieno di amabili liriche, una musica di flauto e luna, e sonetti in avorio e oro. È spiritoso, grazioso, carino da guardare, amabile. Ha anche rovinato la mia vita, così non posso fare a meno di amarlo – è l’unica cosa da fare.

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