“Le colpe degli altri” di Linda Tugnoli, un thriller dal pollice verde
Linda Tugnoli con il thriller Le colpe degli altri, pubblicato dalla casa editrice Nord, è al suo romanzo d’esordio. L’autrice sveste, per la prima volta, i panni di regista di documentari, per indossare quelli di scrittrice e lo fa con un romanzo che intriga e appassiona.
Alla base della narrazione c’è un omicidio. Una donna viene trovata priva di vita nel giardino di una villa abbandonata. Ha in mano una rosa antica, veste abiti di altri tempi, ha gli occhi, di un azzurro intenso, spalancati verso il cielo.
Indubbiamente “ogni delitto racconta una storia” e questa particolare storia ha inizio con Guido, giardiniere della Valle Cervo in Piemonte. Guido è un tipo strano, solitario, tornato a vivere tra le montagne dopo anni e anni passati a Parigi. Un olfatto eccezionale e un animo tormentato. È proprio lui, che di mestiere fa il giardiniere, a trovare il cadavere, e non solo. Sulla scena del delitto c’è una foglia di ginkgo biloba e lui, che di piante se ne intende molto bene, comprende subito la portata di questa scoperta. Nel giardino abbandonato non ci sono alberi di ginkgo – il grande arbusto millenario che Darwin definì “un fossile vivente” – e nella Valle gli esemplari si contano sulla punta delle dita. Eppure, anziché avvertire la polizia di questa sensazionale scoperta, Guido decide di iniziare la sua personale indagine, di giardino in giardino, di albero in albero, in una ricerca sotto il segno del pollice verde.
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Tra fantasmi del passato, vecchie storie di tempi lontani e curiose figure che intrecciano i suoi passi, Guido si ritrova a fare i conti con le proprie paure, i ricordi dolorosi di una Parigi lasciata in fretta e furia e un mistero che lo vede protagonista, suo malgrado, e che lo ossessiona fino a stordirlo.
Chi è la giovane dagli occhi blu? Perché sembra uscita da un tempo lontano con il suo «abito azzurro lungo fino ai piedi»? Quale verità si nasconde tra le ville di quella
«breve belle epoque di cui raccontavano i vecchi nei bar, quando i ricchi di cittàsi arrampicavano su in Valle al sabato sera, bevevano champagne e si tuffavano nelle lame ghiacciate del torrente, con addosso lo smoking, a mezzanotte?»
A questi e altri interrogativi la prosa scorrevole e accattivante di Linda Tugnoli darà risposte nel corso di una narrazione in cui storie diverse s’intrecciano inesorabilmente.
Le colpe degli altri ha una scrittura coinvolgente non solo perché, trattandosi di un misterioso delitto, il lettore è portato a volerne sempre di più per giungere alla soluzione ma soprattutto perché il linguaggio vivo della Valle, quel dialetto piemontese che affolla il romanzo, rende bene l’essenza dei luoghi e delle persone che popolano questa storia. Inoltre, le atmosfere cupe, dalla pioggia che sembra non smettere mai – come il commissario non smette mai di ricordarci – alla nebbia che attanaglia la Valle, al buio della notte in cui il protagonista si muove nella sua indagine parallela, sono quelle tipiche atmosfere dei thriller psicologici alla Alfred Hitchcock. Nello specifico, il ruolo della donna e il tema del doppio nella filmografia del re del brivido e in particolare la figura di Kim Novak ne La donna che visse due volte, sembrano accompagnare e influenzare tutto il romanzo.
Tutti i personaggi vengono dipinti in maniera lucida e credibile. Il fragile equilibrio psicofisico di Guido, la forza e la saggezza dell’anziano Osvaldo, l’esotismo sensuale di Marta, l’impenetrabile mondo del piccolo Giovannino. E poi i colpi di scena man mano che Guido mette insieme tutti i tasselli mentre il lettore ne colleziona altri, all’insaputa del protagonista, grazie a quelle piccole istantanee che inframmezzando l’azione presente, descrivono al lettore sensazioni ed eventi del passato. Sono piccoli frammenti di vita,sono minuscoli tasselli che il lettore conserva lungo tutta la narrazione, in attesa di poterli collegare fra loro e completare questo puzzle.
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E quando finalmente tutti i nodi de Le colpe degli altri vengono al pettine, ciò che resta al lettore è la voglia di seguire Guido, la Valle e tutti gli abitanti dipinti da Linda Tugnoli, in una nuova avventura all’insegna dell’intuito “floreale” di questo investigatore sui generis.
Per la prima foto, copyright: Nagesh Badu su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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