Le 18 scrittrici più belle d'Italia
Parlare delle scrittrici più belle d’Italia espone al rischio di finire nel vicolo cieco della bellezza intesa su un piano meramente fisico. Ma non è questo che qui ci interessa. Pur non considerando l’aspetto fisico un motivo di esclusione, abbiamo, infatti, prestato attenzione a un altro genere di bellezza, quella che riguarda differenti aspetti della vita e dell’opera delle scrittrici menzionate, cercando di dare spazio anche ad autrici della nostra letteratura ingiustamente poco ricordate.
La bellezza di chi, in libri come Acciaio (2010) e Marina Bellezza (2013), entrambi editi da Rizzoli, ha raccontato gli adolescenti senza ricorrere alle facili immagini di tanta letteratura che strizza l’occhio alle mode giovanili.
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La bellezza sta nella freschezza che non rinuncia alla profondità, grazie a «una scrittura penetrante e delicata al tempo stesso, sensibile e viscerale», che permea opere come L'equilibrio degli squali (2008), Il sorriso lento (2010) e Correva l'anno del nostro amore (2014), tutti editi da Garzanti.
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La bellezza di saper guardare all’oggi con una scrittura che «non si schiera per nessuno: solidarizza e al tempo stesso mette alla berlina», come accade in Tuttissanti (Il Saggiatore, 2013) e Il mio paradiso è deserto (Rizzoli, 2013) e com’era già accaduto ne I giorni felici (Mondadori, 2008).
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4. Vittoria Colonna
La bellezza di chi ha saputo riconoscere la bellezza altrui, facendosene promotrice e sostenitrice nel tempo, come nel caso di Michelangelo Buonarroti, Ludovico Ariosto, Jacopo Sannazaro, Giovanni Pontano e Pietro Aretino, e di chi, nello stesso tempo, ha saputo trasformare in rime il dolore per la perdita dell’amato marito:
Scrivo sol per sfogar l'interna doglia,
Di che si pasce il cor, ch'altro non vole,
E non per giunger lume al mio bel sole,
Che lasciò in terra sì onorata spoglia.
Di lei ricordiamo la Rime de la diuina Vittoria Colonna (1538) e Le rime spirituali della illustrissima signora Vittoria Colonna marchesana di Pescara (1546).
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5. Helena Janeczek
La bellezza di chi è riuscita a fare i conti con se stessa e le proprie origini (è nata in Germania da genitori ebrei polacchi, anche se ormai è italiana a tutti gli effetti) in opere dense e sofferte dove l’autobiografia è il vero perno (Lezioni di tenebra, edito da Mondadori nel 1997, si è aggiudicato il Premio Bagutta opera prima) oppure funge da riferimento iniziale per indagare una delle pagine più controverse della nostra storia (Le rondini di Montecassino, Guanda, 2010). Ma per Helena Janeczek, bellezza è anche la capacità di porre mano ad argomenti scottanti come il caso della malattia di Creutzfeldt-Jacob, meglio nota come morbo della mucca pazza (Bloody cow, Il Saggiatore, 2012).
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6. Liala
La bellezza di chi ha saputo raccontare gli uomini come amano vedersi e le donne come dovrebbero imparare a non essere, in romanzi come Signorsì (1931), Peregrino del ciel (1934), Il vento inclina le fiammelle (1954), Frantumi di arcobaleno (1985) e le due opere postume Con Beryl, perdutamente (2007) e Un ballerino in paradiso (2010).
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7. Rosetta Loy
Una bellezza «rapida, scarna, essenziale, ma decisamente concreta», come lo stile stesso di Loy, secondo la definizione che ne diede Cesare Garboli, che colse anche i temi principali della sua narrativa: l'amore, la guerra, i bambini, la morte. Tra le sue opere ricordiamo, oltre al romanzo d’esordio La bicicletta (Einaudi, 1974), La parola ebreo (Einaudi, 1997), La prima mano (Rizzoli, 2009) e Gli anni fra cane e lupo - 1969-1994. Il racconto dell'Italia ferita a morte (Chiarelettere, 2013).
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8. Ada Negri
La bellezza di chi, parlando si sé, ha avuto il coraggio di scrivere:
Io non ho nome. – Io son la rozza figlia
dell'umida stamberga;
plebe triste e dannata è la mia famiglia,
ma un'indomita fiamma in me s'alberga.
(Senza nome, 1892)
La speranza di una fiamma che rimane viva dentro di noi nonostante tutto.
Le sue opere poetiche sono raccolte in Ada Negri, Poesie, a cura di Silvio Raffo (Mondadori, 2002), mentre tra le opere in prosa ricordiamo Le solitarie (raccolta di novelle, edita da Castoldi nel 1921), Le strade e Oltre, entrambi editi da Mondadori rispettivamente nel 1923 e nel 1946 (postumo).
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La bellezza umbratile di chi ha saputo raccontare «sentimenti estremi quali la felicità e l'angoscia», come sintetizzò in modo preciso Cesare Segre, in opere come Angelici dolori (raccolta di racconti che segna il suo esordio, edita da Bompiani nel 1937); Il mare non bagna Napoli, (la prima edizione è del 1953 per Einaudi, che le valse il Premio Viareggio; attualmente è disponibile in edizione Adelphi); Silenzio a Milano, (Laterza, 1958); In sonno e in veglia (Adelphi, 1987).
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10. Valeria Parrella
La bellezza di una scrittrice giovane, dinamica e politicamente impegnata, che, con l’esperimento di riscrittura dell’Antigone di Sofocle (Einaudi, 2012), ha saputo testimoniare la sua capacità di schierarsi con apertura su temi sociali di ampia portata. Il suo Lo spazio bianco (Einaudi, 2008) è diventato anche un film, per la regia di Cristina Comencini, seguito da Ma quale amore (Rizzoli, 2010) e Lettera di dimissioni (Einaudi, 2011).
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11. Romana Petri
La bellezza di un carattere forte, diretto, di una scrittrice che sa dire quello che pensa con precisione. «L’8 marzo me ne sto chiusa in casa. Ho sempre paura che qualcuno possa offrirmi una mimosa facendomi gli auguri. Che auguri mi fai, di essere nata donna?» ha scritto in un intervento sul blog Libreriamo. La sua ultima fatica è Giorni di spasimato amore (2014), preceduta da Figli dello stesso padre (finalista al Premio Strega 2013) e Tutta la vita (2011), editi da Longanesi. Ha esordito nel 1990 con Il Gambero blu (Rizzoli). Vincitrice del Premio Mondello (1990), Premio Rapallo Carige (1998), Premio Grinzane Cavour (2001).
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12. Antonia Pozzi
La poesia di Antonia Pozzi è portatrice di una bellezza calma solo in apparenza, in linea con l’idea che lei stessa aveva del compito della poesia: «Prendere tutto il dolore che ci spumeggia e ci rimbalza nell'anima e placarlo, trasfigurarlo nella suprema calma dell'arte, così come sfociano i fiumi nella celeste vastità del mare». Negli ultimi anni, le sue opere sono state raccolte in Lieve offerta, Poesie e Prose, a cura di Alessandra Cenni e Silvio Raffo (Bietti, 2013) e Ti scrivo dal mio vecchio tavolo. Lettere (1919-1938), a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino (Ancora, 2014).
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13. Veronica Raimo
Perché Veronica Raimo tra le scrittrici italiane più belle? Perché la sensibilità, quando si parla di scrittura, è sinonimo di bellezza, e Raimo ha dimostrato di essere abbondantemente fornita di questa qualità in entrambe le sue opere: Il dolore secondo Matteo (minimum fax, 2007) e Tutte le feste di domani (Rizzoli, 2013).
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14. Lalla Romano
La bellezza di chi ha usato la scrittura per «entrare nelle vite degli altri», come lei stessa ha affermato. E così ha fatto, raccontandoci di sé, in opere come Le parole tra noi leggere (Einaudi, 1969) e Una giovinezza inventata (Einaudi, 1979).
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15. Amelia Rosselli
La bellezza della discrezione di una poetessa della ricerca, come amava definirsi, che «quando non c’è qualcosa di assolutamente nuovo da dire, […] non scrive», di chi ha saputo fare del componimento poetico quanto di più vicino alla musica possa esserci.
Le sue poesie sono state raccolte ne L’opera poetica, edita da Mondadori nel 2012, ne I Meridiani.
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16. Gaspara Stampa
La bellezza dell’amore che resiste anche alla morte dell’amato, raccontata nelle Rime, pubblicate postume nel 1554 dalla sorella di Gaspara:
Io assomiglio il mio signor al ciel
meco sovente. Il suo bel viso è 'l sole;
gli occhi, le stelle; e 'l suon de le parole
è l'armonia, che fa 'l signor di Delo!
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17. Cristina Trivulzio di Belgiojoso
La bellezza di un’intellettuale impegnata (importanti furono i legami con la carboneria in pieno Risorgimento). Cristina Trivulzio di Belgiojoso seppe ammaliare Parigi e i suoi intellettuali (organizzò uno dei salotti culturali più frequentati in città), occupandosi di politica in maniera attiva fino alla proclamazione dell’unità d’Italia e, successivamente, attraverso opere come Osservazioni sullo stato attuale dell'Italia e sul suo avvenire (1868) e Sulla moderna politica internazionale. Osservazioni (1869), di filosofia (importanti le sue traduzioni in francese e i suoi studi de La scienza nuova di Vico) e facendosi promotrice di un rinnovamento della condizione femminile (Della presente condizione delle donne e del loro avvenire, 1866).
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18. Patrizia Valduga
Il racconto della donna, dell’amore, del desiderio, senza disdegnare l’apertura a temi politici e sociali, rendono la poetessa Patrizia Valduga bella, ma di una bellezza consapevole dell’intensità che la vita richiede per essere vissuta sul serio:
Signore, da' a ciascuno la suamorte,
dalla tutta inverata dallavita,
ma dacci vita prima della morte
in questa morte che chiamiamo vita.
Tra le sue raccolte poetiche ricordiamo Requiem (2002), Lezione d'amore (2004) e Libro delle laudi (2012), edite da Einaudi.
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Come tutte le liste, anche questa non pretende di essere esaustiva. Quindi, se avete altre scrittrici da inserire tra le più belle d’Italia, non esitate a indicarcele.
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