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La vita dal punto di vista di un feto. “Nel guscio” di Ian McEwan

La vista dal punto di vista di un feto. “Nel guscio” di Ian McEwanIl fantasma di Amleto da quattro secoli visita e trasfigura le coscienze dei lettori, ma fino a prova contraria nessuno sinora ha mai alluso al feto del problematico principe danese. Ci ha pensato ora Ian McEwan nel suo raffinato romanzo Nel guscio (Einaudi 2017, traduzione di Susanna Basso).

A narrare i pensieri e le azioni di Trudy, giovane donna londinese, non è un narratore qualunque, ma il feto che porta in grembo. Il nascituro dal suo guscio ascolta e registra la vita e le vicissitudini della madre e attraverso le tensioni del suo corpo alimenta una serie di sensazioni e giudizi che pervadono tutto il romanzo e si frappongono a quelli della donna che lo farà nascere. Il romanzo è una sorta di thriller che tiene sulla corda l'essere e il non essere, la vita e la morte. Ecco le parole amletiche del feto: «A differenza di Trudy, con le sue certezze viscerali, io sono tutto un tremito di dubbi».

 

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Il nascituro, che sente e non vede, percepisce la vita nelle sue fasi e dosi concrete e sensuali: il vino che la madre beve abbondantemente, le trasmissioni che ascolta tramite Podcast, il sesso spesso sfrenato che pratica con il cognato Claude, uomo volgare e venale, al contrario di John, vero padre del nascituro, poeta frustrato ma persona pregna di delicatezza. Sogno contro realtà. Poesia contro avidità materiale. Diritto contro sopruso.

La vista dal punto di vista di un feto. “Nel guscio” di Ian McEwan

Il feto percepisce che Trudy e Claude vogliono disfarsi di lui e uccidere John che vuole tornare a vivere in quella che è diventata la usurpata casa degli amanti. Pensieri e desideri contraddittori agitano il feto che scalpita dentro il ventre di una madre che non sa se amare o odiare. Il destino del futuro uomo forse è quello di coltivare nei confronti della madre entrambi i sentimenti. Le frequenti scene di sesso tra la donna e l'amante, fratello del marito, fanno presagire nel nascituro un’ambigua gelosia. È forse l'ambiguità la meta del nascituro?

 

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Nel guscio rappresenta una nuova tappa nella scrittura di Ian McEwan, uno sguardo dall’interno di una personalità che è il “non essere ancora” verso un mondo che non tiene conto di lui e che segna in qualche modo il declino dell’essere umano.

Il romanzo è pervaso da continue tensioni tra l'attesa e il diritto alla vita e le negazioni e i delitti che la vita impone all'uomo. Frequenti sono i riferimenti all'attualità sociale e storica.

La vista dal punto di vista di un feto. “Nel guscio” di Ian McEwan

Restano i pensieri e le parole di chi come il feto se ne fa carico senza però poter essere ascoltato. Ma forse una madre può farlo.

 

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Una struttura e una storia così originale non può che essere supportata dalla forza e dall’intensità della scrittura, a tratti autoreferenziale e forse un po' manichea nella contrapposizione dei caratteri dei due fratelli. Resta lo stile, vero protagonista nel raccontare le vicende del romanzo dalla prospettiva di chi, preoccupato più che ansioso, ancora deve venire al mondo e rimane per il momento Nel guscio.

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