La trilogia del drive-in di Joe R. Lansdale
di Giulia Taurino
È venerdì notte al drive-in Orbit, la Grande Nottata Horror. Una “fresca serata d’estate” sotto le stelle del Texas: quattromila automobili, sei enormi schermi, film horror di serie B, rumore di clacson, grida, sangue, popcorn. Una mostruosa cometa rossa sta per colpire il drive-in, ma la collisione non avviene e la luce rossa che ingloba l’intero parcheggio si allontana lasciandolo avvolto in un cielo pietrificato, scuro e privo di stelle; fuori dal drive-in, il nulla. Nel buio completo che circonda gli spettatori, le uniche fonti luminose provengono dalle luci artificiali delle automobili, dei neon, del bar e dal simbolo dell’Orbit che giganteggia sulle teste del pubblico ancora ignaro. Anche i raggi di luce proiettati sugli schermi contribuiscono all’illuminazione e i film vengono lasciati scorrere senza sosta per scandire il tempo: Ho fatto a pezzi la mamma, La casa, La notte dei morti viventi, Utensili per l'omicidio, Non aprite quella porta, e poi di nuovo Ho fatto a pezzi la mamma, La casa, La notte dei morti viventi… La lotta per la sopravvivenza ha inizio: spettatori ridotti in poltiglia, cowboy in lacrime, combattimenti, uccisioni, crocifissioni, cannibalizzazioni. Un’ininterrotta mascherata di Halloween lunga 552 pagine.
Potrebbe essere la sceneggiatura di un film di Romero, e invece è l’inizio della trilogia del Drive-In, capolavoro pulp di Joe R. Lansdale recentemente edito da Einaudi, che ha raccolto i tre volumi della saga in una «miscela esplosiva di fantascienza, horror e comicità» nella traduzione di Vittorio Curtoni, Delio Zinoni e Alfredo Colitto. Questa macabra commedia horror riporta in vita l’atmosfera dei film splatter a basso budget di fine anni Sessanta, trasponendola nel delirante microcosmo e vortice culturale dell’era del cinema (La notte del Drive-In) e della televisione (Il giorno dei dinosauri). Il temibile Re del Popcorn del primo libro, formato da due esseri umani fusi tra loro da una scarica elettrica, viene sostituito da un altro spietato antagonista, Popalong Cassidy, un “ragazzo-tv” dalla testa a forma di schermo che trasmette ogni tipo di programma televisivo. Se i primi due libri della serie risalgono rispettivamente agli anni 1988 e 1989, La gita per turisti – il terzo volume conclusivo del ciclo del Drive-In – viene pubblicato negli Stati Uniti quasi vent’anni dopo, nel 2005. Drive-in 3 nasce per svelare la misteriosa verità che si cela dietro le visioni raccapriccianti a cui assistiamo nei volumi precedenti. Vediamo i protagonisti alla ricerca di un cinico e spietato Dio creatore, che farà la sua comparsa solo nelle ultime pagine. Lansdale propone un finale quasi meta-letterario, con derive cyberpunk e un richiamo a Philip K. Dick, lasciando nel lettore un filo di delusione che rovina in parte la trama dell’ultimo libro riportandolo amaramente a una realtà distopica.
Eppure, Drive-In – La trilogia resta un viaggio esilarante nei racconti visionari di Lansdale, che con la sua scrittura spontanea e immediata ci culla in un mondo onirico e immaginario. Nonostante il risveglio brusco, alla fine della trilogia si riesce ancora a percepire quell’atmosfera fantastica e surreale che si assapora nelle pagine iniziali, come se ci fossimo addormentati la sera prima in un drive-in texano per poi risvegliarci ancora lì, sotto le stelle del Texas. E viene quasi voglia di rileggerlo, quel prologo/dissolvenza introduttivo. «Immaginatevi questo, fratelli: una fresca, frizzante sera d'estate, con le stelle del Texas come occhi di serpenti a sonagli che brillano in un bosco fitto e scuro. Una fila di automobili, come una collana malandata, che si snoda dalla cassa all’autostrada, dispiegandosi per un chilometro e mezzo o forse anche più.»
Io porto i nachos, Joe, tu scrivi la storia.
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