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La terapia letteraria di Gabriele Di Fronzo per cuori infranti

La terapia letteraria di Gabriele Di Fronzo per cuori infrantiL’amore è uno degli argomenti più affrontati sui vari settori della creatività.

Si parla di amore nelle canzoni, nel cinema, nelle poesie, nei romanzi, a volte si fanno programmi televisivi che affrontano l’argomento in maniera più o meno seria, più o meno esplicita. Se poi l’amore è finito male, è ancora meglio, perché, si sa, se si soffre si crea meglio e si dice che nella disperazione si cela la creatività.

Sono stati scritti interi libri dedicato ad amori finiti male, canzoni dedicate a donne bellissime e crudeli, film di amori impossibili, ma mai nessuno aveva pensato di fare qualcosa di diverso, vale a dire, cercare di trovare una soluzione a tutta questa sofferenza, qualcuno che affrontasse l’argomento e proponesse una vera e propria terapia.

Probabilmente per questa mancanza, Gabriele Di Fronzo, autore torinese, decide di scrivere il libro Cosa faremo di questo amore. Terapia letteraria per cuori infranti (Einaudi Edizioni) dove individua nella letteratura russa la soluzione, l’ancora di salvezza dopo tutto questo soffrire che l’amore ci fa provare.

 

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Nelle pagine di questo “manuale” l’autore suggerisce di leggere il più possibile, perché la lettura, la piena immedesimazione e la riflessione sono la migliore cura per il mal d’amore, perché l’immedesimazione tocca e commuove, mentre la riflessione permette al lettore di riflettere su come i personaggi (veri o fittizi) sono stati durante la loro sofferenza e di come ne usciti vittoriosi.

La terapia letteraria di Gabriele Di Fronzo per cuori infranti

Scrivere un libro sulle pene d’amore e proporre a sua volta una soluzione o una terapia non è certo una cosa facile, io stesso mi trovo sempre in difficoltà a descrivere di un sentimento così totalizzante come l’amore.

È difficile ricordare quando eri un re, ma è facilissimo ricordare quando sei stato avvelenato.

Occorre possedere gli occhi feroci o sacrificati di chi sta lasciando e quelli di chi è stato lasciato che a loro volta sono ingannevoli, tranquilli, balbettanti, supplicanti, recitanti e vendicativi.

Forse in tutto questo è racchiuso il messaggio che l’autore ci vuole mandare.

Gli addii sono la parte fondamentale di questo libro. Addii visti come catarsi, rispecchiamento, esempi di sopravvivenza, smarrimento, sofferenza. Addii che sono la parte centrale di tutta la letteratura dell’abbandono.

Dopo un un addio, ci si chiede cosa succede dentro di noi, chi è la vittima e chi il carnefice. Ci si pone domande che non trovano facilmente risposta, ci sono incomprensioni a cui non si riesce porre rimedio e spesso quando ci troviamo nella situazione tipica di “almeno restiamo amici” ecco è proprio lì che cadiamo in un errore che ci porteremo dietro per tutta la vita.

La terapia letteraria di Gabriele Di Fronzo per cuori infranti

Diciamocelo: non esistono storie che finiscono bene e storie che finiscono male, le storie finiscono e ci troviamo catapultati in una situazione a cui non eravamo pronti, abituati. Le domeniche sono le giornate peggiori, perché se prima le trascorrevi in compagnia della tua donna o del tuo uomo, ora cosa farai? Come riempirai le ore domenicali? Alla peggio ti troverai a trascorrerle con persone che ti compatiranno, credendo di fare il tuo bene, portandoti a stare male ancora e ancor di più.

Il protagonista viene lasciato da Rebecca, descritta come personaggio molto ambiguo, una volta è perfetta, un’altra volta ancora è fredda e distante. Allora l’eroe della nostra storia si rifugia nella lettura di autori contemporanei e classici.

Di Fronzo scrive una storia avvincente e di facile lettura e se non amate molto le storie che parlano d’amore, se solo a sentire questa parola vi viene un’orticaria, allora usate questa storia come unagrande occasione per conoscere autori importantissimi come Albinati, Austen, Barthes, De Lillo, Dickens, Gide, Hemingway, Tolstoj e lista potrebbe andare avanti ancora.

 

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«Nelle loro pagine ho proiettato la mia storia come avvalendomi di ombre cinesi» scrive Di Fronzo perché non ci troviamo di fronte ad un semplice romanzo, ma più giustamente davanti ad un ibrido, un misto di romanzo, autobiografia, saggio, autoterapia, un genere che negli ultimi anni si sta affermando sempre di più nel mondo della letteratura.


Per la prima foto, copyright: Kelly Sikkema.

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