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La teoria svedese dell'amore: “l'indipendenza patologica” vista da Erik Gandini

La teoria svedese dell'amore: “l'indipendenza patologica” vista da Erik GandiniUscirà nelle sale italiane il 22 settembre La teoria svedese dell'amore di Erik Gandini, già regista di documentari come Videocracy. Basta apparire, incentrato sull'impero mediatico di Silvio Berlusconi, e sulla capacità della tv commerciale di influenzare gli usi e costumi, la mentalità e addirittura l'ideologia politica del popolo. Gandini è nato e cresciuto in Italia, ma è da anni residente in Svezia, e, per questo motivo, il suo nuovo lavoro è particolarmente utile per capire un aspetto fondamentale di quello che, in generale, è considerato un Paese virtuoso, sotto molti punti di vista: stiamo parlando della “indipendenza patologica” del popolo svedese

All'inizio degli anni Settanta, il partito socialdemocratico, guidato da Olof Palme, ha promosso il «Familjen i framtiden», un manifesto che caldeggiaval'indipendenza del singolo come fattore fondamentale per la costruzione di una società funzionale. Ogni relazione umana veniva giudicata “autentica” solo se svolta in assoluta autonomia dagli altri: l'autonomia dei figli dai genitori, dei genitori dai figli, delle donne dagli uomini. In sostanza, figli che escono di casa molto presto e genitori che, una volta raggiunta la vecchiaia, possono contare su un ottimo sistema assistenziale, non gravando così sulla prole; oppure, donne affermate sul lavoro, con la possibilità di diventare madri anche senza la presenza di un uomo (ricordiamo che la Svezia ha la più grande banca del seme al mondo).

 

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Possiamo dire che, da un punto di vista ideologico, le società occidentali sono favorevoli a questo tipo di modello, che, tuttavia, ha trovato piena realizzazione solo (o quasi) nei Paesi scandinavi (non a caso si parla spesso di un irreprensibile “modello scandinavo”). Da parte sua, Gandini analizza i contro di questo modello, che col tempo si è trasformato in una vera e propria mentalità diffusa in tutta la Svezia: l'indipendenza ha generato solitudine, isolamento, incapacità di chiedere aiuto nelle difficoltà e di creare con facilità rapporti col prossimo (in un'intervista, Gandini ha affermato che, secondo un’indagine del quotidiano «Aftonbladet», la frequenza dei rapporti sessuali in Svezia è diminuita del 24% dal '96: cifre talmente allarmanti che hanno portato il Ministro della Sanità ad annunciare un ambizioso progetto nazionale volto a studiare la vita sessuale dei cittadini).

 

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Secondo Gandini, anche in Italia si sta diffondendo questo tipo di mentalità, ma, a causa della debolezza delle istituzioni, la famiglia resta ancora il primo appiglio, soprattutto per quanto riguarda il fattore economico: un problema piuttosto grave, da una parte, ma che paradossalmente permette con più facilità ai nuclei famigliari di rimanere uniti e di affrontare insieme le difficoltà. “Difficoltà”, tra l'altro, è una parola chiave nell'indagine di Gandini: per anni la Svezia ha tentato di eliminare complicazioni e avversità, proprio grazie a questa “politica dell'indipendenza”, che offriva ai cittadini tutti gli strumenti necessari per cavarsela da soli in ogni evenienza. Ma, come evidenzia Zygmunt Bauman nel documentario, una vita facile non è necessariamente una vita felice: un paragone arriva dall'Africa, dove difficoltà e privazioni sono all'ordine del giorno, ma dove persistono i rapporti tra le persone; al contrario, in Svezia tutto è semplice, ma il Paese tende a una sempre più frequente assenza di relazioni affettive.

La teoria svedese dell'amore: “l'indipendenza patologica” vista da Erik Gandini

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L'analisi di Gandini è interessante per capire le dinamiche che hanno portato alla creazione di uno Stato apparentemente perfetto, ma che, al contrario, nasconde numerose imperfezioni. Nel film vengono analizzati dei casi limite, che sono comunque utili per comprendere che il Paese ideale non esiste (al massimo, citando Gandini, esistono realtà che scelgono di mettersi in discussione, migliorandosi così ogni giorno) e che, se vogliamo parlare di perfezione, la dobbiamo individuare nel mezzo, nell'equilibrio tra l'indipendenza e la dipendenza assolute, entrambe prodotto dell'ambiente sociale, culturale ed economico in cui si sviluppano. La visione de La teoria svedese dell'amore può effettivamente spingerci a un'importante riflessione su tutto questo.

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