La storia di una vendetta. “Andromeda” di Gianluca Morozzi
Andromeda è la storia di una vendetta, di una punizione che viene programmata per anni per poi prendere forma e portarla a termine nel modo più crudele e freddo possibile. Gianluca Morozzi è lo scrittore di questo racconto particolare: Andromeda, pubblicato da Giulio Perrone editore.
Dimitri si trova imprigionato da un uomo, e fin da subito ci è chiara ed è chiara anche al prigioniero quale sarà la fine della storia: verrà fatto a pezzi, verranno tagliate parti del suo corpo e solo se riuscirà a ricordare il nome del suo torturatore, quest’ultimo lo libererà. Dimitri non riuscirà a ricordare il suo nome e nemmeno noi lettori lo sapremo mai. È una storia feroce e dolorosa quella narrata da Morozzi, in cui il protagonista e voce narrante ripercorre tutti i passi che lo hanno portato fino a quel momento ritornando indietro nel tempo e raccontando la sua vita partendo dall’adolescenza.
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È sempre stato un bambino ordinario, viveva a Bologna in una famiglia benestante, con una madre che lo incolpava per la presunta fine della sua carriera di attrice, un padre cattolico poco presente e la sorella Lucrezia, la figlia bruttina ma fortunatamente studiosa come soleva dire la madre. La vita del nostro protagonista è già prestabilita fin da adolescente: si sarebbe iscritto a giurisprudenza e sarebbe diventato un avvocato. Poi, durante il primo anno delle scuole superiori incontra una persona che diventerà subito suo amico e che gli cambierà la vita: Rocco Siderno.
«Per i primi quindici, sedici anni della tua vita gli amici non te li scegli. Te li ritrovi automaticamente sulle altalene del parco giochi, nel cortile delle scuole elementari, al campetto di calcio. O come compagni di banco. Più avanti cominci a scremare, a fare selezione, a trovarli o scartarli in base a passioni comuni, idiosincrasie, ideologie. Ma più avanti appunto. Rocco Siderno non lo avevo scelto.»
Rocco è uno di quei bambini sempre gioiosi e vanitosi, a volte inventa storie sulla sua vita per essere considerato sempre il migliore e per avere l’attenzione su di sé. Il nostro narratore non avrà scelta, verrà inghiottito e calamitato dall’orbita di questo giovane, sarà trasportato da questo personaggio e portato in situazioni che non erano del tutto nel suo essere. All’inizio sembra un amico premuroso e attento ma, alla fine del libro, scopriamo che in realtà non lo è stato fino in fondo.
Mentre continua la tortura di Dimitri vari tasselli della vita della voce narrante vengono raccontati per dare la possibilità al prigioniero di riuscire a ricordare il suo nome. Ci racconta di quando ha rubato una tarantola d’oro e di quando la madre ha provato a sedurre il ragazzo della sorella; da quel momento in poi la giovane non è tornata a essere più la stessa ma si era rinchiusa sempre più dentro di sé, isolandosi dal mondo. Ci dice, infine, delle sue prime infatuazioni e dell’amore per Alina.
Alina era all’inizio la ragazza di Rocco, ma pian piano la frequentazione con l’amico e nostro protagonista si fa sempre più assidua fino a che i due si innamorano ma di questa relazione non ne parlano mai con Rocco. Da questo momento in poi iniziano i problemi e gli imbrogli.
Il giovane Siderno infatti prepara un inganno, un gesto crudele e meschino che sconvolgerà la vita al torturatore, a Lucrezia e alla sua intera famiglia.
Lucrezia è un personaggio silenzioso, una ragazza studiosa e attenta, fragile e incompresa, l’Andromeda del nostro racconto, che alla fine si è ritrovata a essere solo un effetto collaterale della “lotta” contro il fratello. Questa però non regge la colpa e la vergogna degli eventi succedutisi e si toglie la vita.
Nell’ultima parte del racconto scopriamo che Rocco è stato già ucciso e che Dimitri era l’altra persona che ha preso parte all’inganno che ha distrutto svariate vite.
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Alla fine, la vendetta si compie concludendo Andromeda in modo sconvolgente e misterioso.
«Quella ragazza che saliva in piedi sul parapetto del ponte piena di vergogna indicibile, lei era come Andromeda. Andromeda legata a una roccia, destinata a finire in pasto a un mostro marino per colpa della sua bella e vanitosa madre. […] Nessun Perseo ha salvato Lucrezia.»
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