La storia di un’amica sfuggente
L’amica sfuggente è il quarto e ultimo romanzo di Madeleine St John pubblicato dalla casa editrice Garzanti il 7giugno 2022, traduzione di Mariagiulia Castagnone. La copertina è un’illustrazione di Riccardo Gola/ Pepe nymi che attraverso un tavolino e una sedia trasporta il lettore in un salotto inglese già dal primo sguardo. Madeleine St John è nota per la sua penna piccante, in grado di descrivere la società inglese con ironia e leggerezza nonostante le tematiche della vita di tutti i giorni siano tutt’altro che leggere. È stata inoltre l’unica donna australiana a essere candidata al Man Book Prize.
L’amica sfuggente è ambientato nella Londra degli anni Ottanta e al lettore verranno presentate famiglie inglesi che apparentemente sembrano vivere serene, ma che in realtà nascondono molto di più. In particolare ci si immergerà nelle vite di due personaggi, Barbara e Alex.
Barbara è una trentenne senza un sogno apparente, che vive la vita tra un lavoretto e un altro, senza sapere bene quale sia la sua strada. Alex è un giornalista, con una buona carriera avviata e una bellissima famiglia.
L’incontro fra i due causa una crepa nelle loro rispettive vite: Barbara vorrebbe una certezza, una quotidianità a cui aggrapparsi; ad Alex invece crolla l’impalcatura del suo matrimonio che da anni dava segni di cedimento.
«Già, ma fare la cosa giusta può essere problematico. Tanto per cominciare bisogna capire qual è.»
«Per quanto mi riguarda, la cosa giusta, sempre che lo sia veramente, l’ho fatta per sbaglio. Quindi direi che non conta.»
«Forse non ci sono altri modi per fare la cosa giusta.»
«In ogni caso bisogna continuare a tentare, no? Cogliere ogni occasione, nonostante tutto.»
L’intreccio tra Barbara e Alex si incrocia con storie di altri personaggi che entrano nel romanzo per demolire o rafforzare i valori di una società severa. Il concetto di fare la cosa giusta, ad esempio, viene quasi deriso. Come si fa a sapere quale sia la cosa giusta da fare? Una domanda a cui è difficile dare risposta. Seguendo le vicissitudini dei protagonisti, il lettore si renderà conto di quanto in realtà siano immobili, di come si facciano travolgere dalla vita senza fare alcuna scelta concreta per riprendere le redini del loro tempo.«In fondo non è colpa nostra se siamo inetti e ignoranti.»
Alex è la vittima perfetta di quella stessa società, che gli vieta il divorzio e annienta il suo animo tanto da mantenerlo in vita solo attraverso un futuro fatto di attese effimere.
«Comunque aspettiamo. Aspettiamo e vediamo.»
«Già, aspettiamo e vediamo.»
«Fammelo sapere, quando smetterai di aspettare.»
«Anche tu.»
[..] Le prese la mano. Senza la prospettiva di un futuro da condividere, non c’era altro da aggiungere.
Il personaggio di Barbara riesce invece ad avere una svolta, vittima anche lei di un attendere infinito decide di partire. Le incertezze di quella vita londinese, la solitudine e il dolore di non avere l’amore della sua vita la spingono in un viaggio nuovo, in cui incontrerà nuovi personaggi. Questo cambiamento così radicale, nasconde non solo tanta sofferenza, ma anche l’atroce verità che non si scappa da chi si è realmente e purtroppo anche Barbara non riesce a sottrarsi da quella società che le vieta di essere un’amante e le annienta ogni scelta futura.
«La vita è un brutto sogno. [...] Lo è davvero. Oh, ci sono anche momenti buoni, ma nel complesso è un brutto sogno, in cui non possiamo controllare niente. La verità è che siamo impotenti.»
Durante la lettura di questo romanzo il lettore rifletterà molto sulla vita quotidiana, sulle insidie di una società che detta le sue leggi e a cui è difficile sottrarsi. A volte si è convinti di dover scegliere tra giusto o sbagliato senza rendersi conto che ogni relazione è unica nel suo genere e non si può paragonare a tutte le altre. I personaggi di questo libro sembrano puntarsi il dito a vicenda, giustificano le loro scelte sulla base del bene di qualcun altro, ma la verità è che spaventa vivere davvero felici. Si sceglie ciò che è comodo e ciò che è più facile da vivere.
Madeleine St John riesce a toccare queste tematiche con una leggerezza e semplicità disarmante. Si può tranquillamente leggere questo libro in una giornata d’autunno, su una comoda poltrona, con un bel tè caldo e il profumo delle candele accese, ma internamente è in grado di scuotere i pensieri più profondi, tanto da far porre ai lettori domande sulla vita alle quali dare delle risposte a volte fa paura, soprattutto alla domanda:« E tu cosa sei? Se dovessi avere una etichetta quale sarebbe la tua?»
«E invece cosa sei?»
«Dimmelo tu.»
«[..] Allora sei solo un’amica» concluse.
«Sì. Solo un’amica.»
Per la prima foto, copyright: Priscilla Du Preez su Unsplash.
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