La sofferenza dei bambini migranti. “Le stelle di Lampedusa” di Pietro Bartolo
«Lampedusa negli ultimi trent’anni è stata la sentina del mondo, il metro quadrato nel punto più basso della stiva in cui si sono raccolti tutti i materiali di risulta della grande nave. E io sono stato la sentina di Lampedusa. Lo vedo ovunque, ormai, l’Orrore.»
Pietro Bartolo è un medico che lavora al poliambulatorio di Lampedusa e da molti anni ormai i suoi occhi vedono solo cose orribili, l’Orrore, come dice lui stesso. Il suo compito è dare aiuto agli immigrati che arrivano sulle coste di quest’isola e che troveranno poi rifugio nei centri d’accoglienza.
Un giorno però il suo sguardo si posa su una ragazzina, sola, spaventata e denutrita circondata da altri immigrati. Quella bambina che avrà avuto all’incirca nove anni, era Anila.
Anila arrivava dalla Nigeria, era passata dalla Libia, aveva preso un gommone che però era naufragato, era stata riportata indietro e si era imbarcata nuovamente per arrivare in Europa e ritrovare la sua mamma. Pietro Bartolo ha deciso di raccontare la sua storia in Le stelle di Lampedusa, scritto in collaborazione con Giacomo Bartolo e pubblicato da Mondadori.
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Il dottore toccato profondamente dalla forza e dal coraggio di quella bambina, la aiuterà a ritrovare sua madre e farà ricongiungere le due donne.
Andando avanti con la lettura lo scrittore ci fa scoprire le sofferenze che Anila, come tutti gli altri bambini e immigrati, deve subire. Il loro è un viaggio interminabile attraverso il deserto senza cibo né acqua, sopportando la miseria e i maltrattamenti nelle carceri in Libia; si sale poi a bordo di imbarcazioni dove è facile prendere la “malattia del gommone”, si attraversa il Mediterraneo e infine se si sopravvive alla traversata si viene a contatto con la lentezza della burocrazia occidentale.
Dopo il lunghissimo tragitto però Anila, grazie all’aiuto del dottor Bartolo, riesce a mettersi in contatto con la madre Carla, quest’ultima era stata costretta ad abbandonarla insieme ai suoi fratelli a una coppia di anziani per poter continuare il suo viaggio verso l’Europa dopo che nel suo paese era stata accusata di stregoneria imputando a lei la morte del marito. Lì, in Europa, pensava Carla, avrebbe lavorato come badante o collaboratrice domestica per sfamare i suoi figli ma, arrivata ad Alicante, il lavoro che l’attendeva non era quello che aveva immaginato: doveva prostituirsi.
«Carla si dilungò a descrivere ai suoi figli lo splendore del luogo dove si stavano recando: l’Europa. Raccontò di città ricchissime, piene di automobili e negozi scintillanti, dove era possibile andare a scuola e giocare in strada senza aver paura dei paramilitari o degli uomini di Boko Haram.»
Anila e Carla sono due donne che hanno visto e subito cose terribili, hanno affrontato ostacoli e intimidazioni che hanno superato solo grazie alla forza e alla speranza che un giorno si sarebbero incontrate di nuovo.
Durante tutto il loro percorso sono state aiutate da moltissime persone, in primis il dottor Bartolo, ma anche dalle suore che hanno preso sotto la loro ala la piccola Anila, e Monique, un’ assistente sociale di Marsiglia, che ha aiutato Carla a uscire dal suo incubo.
Sono tutte queste donne le stelle di Lampedusa di cui ci parla l’autore, donne generose e altruiste che cercano di dare una mano per quanto possibile a tutte quelle persone che si trovano nella stessa situazione delle nostre protagoniste, facendoci capire che nel mondo non esiste solo l’orrore, il male, ma anche il bene e che quando si ha fede, forza e coraggio tutto è possibile anche trovare una madre in un posto grande come l’Europa.
«Così, quando capii che Anila aveva affrontato tutto quel viaggio per compiere un’impresa che non aveva alcuna possibilità di riuscita – ritrovare la mamma avendo come unica indicazione il fatto che si trovava in Europa – mi vennero le lacrime agli occhi.»
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Le stelle di Lampedusa è un libro che ha la capacità di portare davanti agli occhi di chiunque la realtà di quelle persone che iniziano un viaggio di speranza verso una sorte ignota, un viaggio per sfuggire da un luogo che per loro è diventato ormai pericoloso. La stesura è vicina a quella di un documentario, i fatti sono narrati nel loro susseguirsi quasi in modo asettico ma la potenza degli avvenimenti descritti riesce a regalare i brividi al lettore.
Per la prima foto, copyright: Perry Grone.
Per la terza foto, copyright: Paul Katzenberger (fonte: Wikipedia).
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