“La signora delle camelie” e l’immoralità borghese
La signora delle camelie ripercorre la drammatica vita di una prostituta, riprendendo un tema che ha assolto a diverse funzioni nella storia della letteratura. Per Alexandre Dumas figlio, la vita di Marguerite Gautier è un esempio per comprendere la falsità e l’immoralità della società francese del XIX secolo. La commiserazione dell’autore si scontra, infatti, con la crudeltà del moralismo borghese e di un sistema che si arricchisce con le prostitute e le abbandona quando non sono più in grado di produrre ricchezza.
Il titolo fa riferimento al fiore preferito della protagonista, sempre presente accanto a lei nelle uscite pubbliche, e il cui colore, bianco o rosso per cinque giorni al mese, sta ad indicare la sua disponibilità. L’ispirazione per questo celebre romanzo del 1848 nasce dall’incontro di Alexandre Dumas figlio con Marie Duplessis, una famosa cortigiana che divenne sua amante e morì giovanissima di tisi.
Il libro racconta la storia di Marguerite, una bellissima e richiestissima cortigiana di Parigi, malata anche lei di tisi, che accetta il giovane Armand Duval come amante e finisce per innamorarsi di lui. Quando la ragazza decide di voler cambiare vita, rinunciando al lusso e al divertimento che le offre Parigi per rifugiarsi con il suo amore in campagna, la loro vita tranquilla e felice viene ostacolata dal padre di Armand, deciso a voler “salvare” il nome di suo figlio dallo scandalo che ricadrebbe su tutta la famiglia, e dai creditori, che assillano la protagonista minacciandola di toglierle tutto. Marguerite sceglie quindi di sacrificare la sua felicità e la sua libertà e muore lontana da Armand. Le norme borghesi del tempo accettavano di buon grado la prostituzione, che rientrava perfettamente nella macchina economica, ma l’innamoramento non era previsto, rappresentava anzi uno scandalo e il pentimento della cortigiana era solo causa della sua rovina.
Il romanzo ricorda molto la storia di Manon Lescaut e, infatti, lo stesso Dumas figlio ha definito La signora delle camelie un adattamento ottocentesco dell’opera del 1731 dell’abbé Prévost. Qui però i ruoli si invertono, perché non è più il protagonista maschile a rinunciare al suo status sociale per seguire la sua amata in America, bensì è Marguerite che sacrifica la sua possibilità di riscatto per generosità. Dal punto di vista stilistico, la tensione narrativa costruita da Prévost lascia spazio, ne La signora delle camelie, a descrizioni puntuali e precise dei pensieri e delle sensazioni dei personaggi e a uno spaccato storico che fa parlare di Dumas come di uno scrittore realista.
La drammatica storia è raccontata da un narratore esterno che apprende le varie vicende dalla bocca del protagonista, disperato dopo essere venuto a conoscenza della morte di Marguerite, e alla ricerca di un libro, proprio Manon Lescaut, che le era appartenuto. Leggiamo ora l’incipit nel quale, prima ancora di conoscere Armand, il narratore viene a sapere di una vendita all’asta, durante la quale entrerà in possesso del libro e ci introdurrà i protagonisti.
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A mio parere si possono creare dei personaggi solo quando si è studiato a fondo gli uomini, proprio come si può parlare una lingua solo a condizione di averla seriamente imparata. Non avendo ancora l’età per inventare, mi accontento di raccontare. Esorto quindi il lettore a essere convinto della veridicità di questa storia, i cui personaggi, eccetto l’eroina, sono tutti ancora in vita. A Parigi, del resto, ci sono testimoni della maggior parte dei fatti che riunisco qui, e che potrebbero confermarli, nel caso la mia testimonianza non bastasse. Per una particolare circostanza, soltanto io potevo riportarli, poiché soltanto a me sono stati confidati gli ultimi particolari senza i quali sarebbe stato impossibile fare un resoconto interessante e completo.
Ma ecco in che modo sono venuto a conoscenza di questi fatti. Il 12 marzo 1847, lessi in rue Laffitte un grande manifesto giallo che annunciava una vendita di mobili e di preziose rarità. La vendita avveniva postuma. Il manifesto non nominava la persona deceduta, ma la vendita sarebbe stata fatta in rue d’Antin, numero 9, il giorno 16, da mezzogiorno alle cinque. Il manifesto comunicava, inoltre, che il 13 e il 14 si sarebbe potuto visitare l’appartamento con i mobili. Sono sempre stato appassionato di rarità. Mi ripromisi di non farmi scappare quell’occasione, se non ne avessi comprate, ne avrei almeno vista qualcuna.
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Il giorno dopo, mi recai in rue d’Antin numero 9. Era presto eppure c’erano già dei visitatori nell’appartamento e anche delle visitatrici, le quali, sebbene vestite di velluto, cinte di cachemire e attese alla porta dalle loro eleganti carrozze, guardavano con stupore, persino con ammirazione, il lusso esibito davanti ai loro occhi. Poco dopo, avendo anch’io osservato bene, capii il perché di quell’ammirazione e quello stupore, e riconobbi senza difficoltà di essere nell’appartamento di una mantenuta. Ebbene, se c’è una cosa che le donne dell’alta società desiderano vedere, e lì c’erano delle donne dell’alta società, è proprio la casa di quelle donne, il cui guardaroba mette sempre in ombra il loro, che hanno, come loro e a fianco a loro, un palco all’Opéra e al Théâtre des Italiens, e che ostentano, a Parigi, l’insolente opulenza della loro bellezza, dei loro gioielli e dei loro scandali.
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Questo brano ci permette di analizzare il tipo di scrittura di Dumas figlio, focalizzato sui dettagli per rimanere attaccato alla verosimiglianza, supportata da una spiegazione del narratore che afferma di raccontare una storia vera.
Vediamo anche introdotto fin da subito lo sguardo realista dell’autore sui costumi del tempo, l’importanza attribuita al lusso, all’apparenza, all’invidia nei confronti delle cortigiane, c’è una forte critica della morale borghese, che spinge alla prostituzione per ragioni economiche, ma non ricompensa il pentimento e le buone intenzioni.
Il tema della cortigiana riabilitata, che da frivola e interessata diventa vittima del pregiudizio e dell’egoismo borghese, viene quindi ripreso come denuncia della società e ha reso lo scrittore francese conosciuto come “scandaloso”, anche per i temi controversi affrontati nelle sue altre opere come l'adulterio e la posizione sociale della donna, sebbene quella presente ne La signora delle camelie sia una visione ancora tutta maschilista.
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