“La rivoluzione delle api”: quando il giallo d’ambiente denuncia gli ecocrimini
La rivoluzione delle api (Edizioni Ambiente), dello scrittore francese italofilo Serge Quadruppani, forse avrà spinto qualcuno a firmare questa petizione dell’Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani contro l’uso dei pesticidi neonicotinoidi, tossici per le api (e non solo).
Il libro è un doppio giallo: risolto il mistero degli omicidi tra Pinerolo e Torre Pellice, resta il giallo del Colony Collapse Disorder (CCD), la sindrome da spopolamento degli alveari (SSA è l’acronimo italiano), che non è un espediente del giallista d’Oltralpe, ma un fenomeno realmente riscontrato nelle colonie di api domestiche in diversi Paesi europei, fra cui l’Italia. Si verifica quando le api operaie spariscono improvvisamente, senza far ritorno nell’arnia e abbandonando l’ape regina nell’alveare vuoto.
Negli ultimi anni la SSA è in costante crescita e innesca un pericoloso effetto domino per l’ambiente. L’estinzione delle api è un grave danno per il processo di pollinizzazione da cui dipende la crescita di molte piante e il mantenimento della biodiversità. Scrive Quadruppani: «la produzione dell’84 per cento delle specie coltivate in Italia dipende direttamente dai pollinizzatori, che sono api per il 90 per cento».
Come ipotizzato anche dall’intreccio de La rivoluzione delle api le cause dell’abbandono delle arnie sono multifattoriali: oltre allo stress per i cambiamenti climatici e ad alcuni virus, a disorientare le api sembrano essere anche le colture geneticamente modificate e l’uso intensivo di pesticidi. La fine di gennaio è stato un periodo caldo per questi temi, con le associazioni che, sulla base della sentenza dell’EFSA (European Food Safety Authority), chiedevano il ritiro immediato e definitivo dei pesticidi neonicotinoidi (ripetutamente sospesi in Italia dal 2008 fino al 31 gennaio scorso) in quanto di provata incompatibilità con la fertilità e la vita delle api e di altri insetti impollinatori.
La trama di Quadruppani è un circolo vizioso che ben riflette la catena distruttiva di alcune scelte economiche scellerate. C’è una multinazionale di pesticidi che mira a utilizzare le nanotecnologie per realizzare l’impollinazione artificiale. Si prospetta un futuro di api robot e impollinazione pilotata che, nelle logiche del profitto significa: «si distrugge un processo naturale gratuito e lo si rimpiazza con una protesi naturale a pagamento». Tra ecoattivisti, lobby di industrie agrochimiche e servizi segreti scapperanno dei morti.
L’indagine sugli omicidi da parte del commissario di turno è quindi un pretesto per puntare il dito contro altri reati, quelli a danno dell’ambiente e degli animali, senza tuttavia entrare nel merito delle posizioni di alcune correnti vegane dure e pure che considerano “criminale” anche lo stesso allevamento di api, in quanto sfruttamento delle stesse per la produzione di miele.
Non a caso La rivoluzione delle api trova posto nella collana Verdenero, nata nel 2007 con l’intento di sensibilizzare sulle minacce delle ecomafie. Mettendo la scrittura di autori affermati al servizio della denuncia sociale, la scommessa delle Edizioni Ambiente era quella di svincolare le emergenze ambientali dal tecnicismo dei rapporti sullo stato del mondo e portare l’attenzione del pubblico ai pericoli corsi dal patrimonio comune. Una scommessa decisamente vinta dal punto di vista editoriale, tanto che l’Einaudi ha già ripubblicato alcuni titoli in versione tascabile. Non c’è invece da rallegrarsi dell’attualità dei temi trattati…
Ecothriller, romanzi sociali, gialli d’inchiesta, che dir si voglia, dalla prima uscita Bestie (di Sandrone Dazieri), sei anni fa, la collana si è infoltita e sono 36 i libri attualmente in catalogo. Lo spettro degli argomenti trattati è ampio: traffico e maltrattamento di animali, abusivismo edilizio, smaltimento illegale di rifiuti, inquinamento petrolifero, traffico di diamanti, rifiuti chimici, amianto, pesticidi e OGM, gestione dell’acqua, inquinamento di mari e fiumi, tecno-spazzatura… E a indagare questi crimini ambientali sono autori del calibro di Carlotto, Lucarelli, De Cataldo, Avoledo e lo stesso Quadruppani, esponente di spicco del noir francese e traduttore, in Francia, dei più celebri giallisti italiani. Scrittori che hanno accettato di devolvere parte dei loro diritti d’autore a Legambiente, principale ispiratrice della collana stessa. Da anni, infatti, Edizioni Ambiente pubblica il Rapporto Ecomafia di Legambiente. Ma sono resoconti per addetti ai lavori e di difficile appeal per il lettore non del campo: una distanza colmata con l’ecoromanzo.
Sull’onda dell’ottima accoglienza riservata alla narrativa a sfondo ambientale, Verdenero ha dato vita a una collana parallela, Verdenero inchieste, che raccoglie saggi puramente di indagine: da Ilaria Alpi (Carte false), al troppo presto dimenticato disastro petrolifero in Messico del 2010 (Un mare di fuoco); dall’ILVA di Taranto (La città delle nuvole), quando non se ne parlava ai telegiornali nazionali, alle morti per amianto (Amianto- Storia di un serial killer).
Sono letture preziose, in un Paese dove le verità, quando vengono a galla, ci mettono più di 30 anni. Ustica docet…
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