La ricerca dell’istante largo
L’istante largo di Sara Fruner, edito Bollati Boringhieri, è un romanzo sulla continua ricerca di noi stessi.
Il protagonista è Macondo, un ragazzino di quindici anni con un quoziente intellettivo fuori dal comune e lettore insaziabile. I suoi personaggi preferiti sono Sherlock Holmes e Martin Mystère e ha un interesse per Bea. Macondo ha una vivacità intellettuale atipica per un ragazzo di quindici anni, ma ha la tipica passione degli adolescenti e l’incontenibile curiosità riguardo le sue radici. La sua giovane età è un continuo sali e scendi di emozioni, tra domande e scoperte, tra incertezze e paure, tra stupore e insicurezze. C’è una parte della sua vita che Macondo non conosce. Il lato buio che sembra oscurare un’intera esistenza. E l’unica persona che può svelare questo segreto è la nonna Rocìo Sanchez, un’artista anticonformista cilena determinata a raccontargli la verità solo al compimento dei suoi diciotto anni, un traguardo che a Macondo sembra inarrivabile. Così, mentre il ragazzo si chiede cosa sia accaduto nel suo passato, la nonna custodisce il segreto in una scatola, in alto, sull’ultimo scaffale dello studio, un luogo per lui inaccessibile.
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Come abbiamo già visto, però, Macondo è un accanito lettore di romanzi gialli e così, come il suo amato Sherlock si improvvisa detective e inizia un’indagine al fine di scoprire la verità. Quei diciotto anni gli sembrano tanto lontani, troppo lontani, e la sua curiosità non può aspettare. Il suo animo investigativo gli suggerisce di raccogliere indizi, di ascoltare con attenzione i racconti degli amici della nonna che spesso si riuniscono a casa loro e di conservare i foglietti che Rocìo scrive strappandoli da un blocchetto che porta sempre al collo perché un intervento alla gola le ha portato via la voce. È così che la nonna ha rimediato al suo problema, con dei fogli e una matita. Ed è così che anche Macondo, annotando ogni dettaglio, riuscirà ad arrivare alla sua verità.
Macondo scoprirà infatti di come nel suo nome sia scritta tutta la sua storia. Che il suo nome non è soltanto lo stesso del paese inventato da Márquez in Cent’anni di solitudine. La ricerca della verità assume un nuovo significato, non è più la semplice scoperta di un qualcosa di sconosciuto ma la ricerca di se stesso. L’indagine sulla propria identità diventa il cammino verso se stesso. Si trasforma nel viaggio verso la sua interiorità, verso le persone che lo hanno amato e verso l’Istante largo in un quadro di sua nonna. Macondo arriverà fino in fondo alla sua storia, acquisendo la consapevolezza di sé e della sua famiglia, comprendendone il vero significato. La parola famiglia acquista una nuova concezione: non è più necessariamente una struttura costruita a priori ma può avere infinite forme, diverse situazioni e andare oltre i legami di sangue che non ricoprono più un ruolo fondamentale. La famiglia assume il semplice e naturale ruolo di accogliere gli altri, uno spazio immenso dedicato a chi si ama.
Sara Frunerriesce, con una scrittura limpida, chiara e poetica, a costruire una riflessione intensa ed emozionante sull’importanza dei legami, sulla loro imprevedibilità e sulla loro influenza sulle nostre vite. Ci sono amori incompiuti, amori terminati troppo presto o mai iniziati, legami spezzati improvvisamente e rimasti silenziosi nel nostro passato. Ma la bellezza della vita è proprio nella sorpresa delle seconde possibilità, che arrivano quando meno ce lo si aspetta e ci fanno comprendere che non è mai troppo tardi.
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L’istante largo accompagna il lettore in un mondo di gioventù, scoperte, spensieratezza e nuove consapevolezze. La scrittura profonda e chiara offre una lettura piacevole e interessante, dimostrando ancora una volta la magia delle parole della Fruner. Il romanzo indaga con rara grazia la storia del giovane Macondo e crea un’atmosfera suggestiva fin dalle prime pagine, attraverso citazioni, riferimenti e diversi livelli di interpretazioni e chiavi di lettura. E rendendolo dolcissimo e maestoso allo stesso tempo. In poche e semplici parole: imperdibile.
Per la prima foto, copyright: Warren Wong su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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