“La ragazza del treno” di Paula Hawkins, un thriller mozzafiato
Rachel è La ragazza del treno di cui Paula Hawkins parla nel romanzo edito, in italiano, da Piemme, nella traduzione di Barbara Porteri. Rachel non è solo una pendolare verso Londra. È alcolizzata. È sola. Disperata. Senza una vita. E senza la capacità di lasciar andare il suo ex marito. Ed è quasi al verde, sempre per via di questo maledetto gin tonic.
Rachel vive in affitto, in una stanza minuscola e disordinata, presso una vecchia amica dei tempi dell’università e prende il treno da casa verso Londra, e viceversa, tutti i giorni allo stesso orario. E da lì vive. Annebbiata dagli effetti dell’alcol, è vero, ma vive. La vita altrui. Di Jess e Jason. Una donna perfetta, bionda, aggraziata che beve il caffè verso le 8.30 sul terrazzo della sua abitazione, ben visibile dal treno quando si ferma al semaforo. Mentre Jess inizia una nuova e raggiante giornata, Jason, suo marito, la avvolge tra le sue braccia affettuose e le augura, indubbiamente, il più dolce “buondì”.
A Rachel nessuno fa questo tipo di augurio e lei vorrebbe che il grande amore della sua vita tornasse. È per questo che lo chiama spesso e gli scrive email o gli lascia messaggi vocali nella segreteria telefonica. Lo ama ancora, cosa può farci?
Meg si sente soffocare nella sua vita da brava mogliettina senza nulla da fare tutto il giorno, eccezion fatta per l’attesa che Scott ritorni a casa. Un tempo, nemmeno tanto lontano, era una persona socialmente attiva, gestiva una galleria d’arte, e conduceva un’esistenza piena di occasioni, di energie e di corteggiatori. Dov’è finita Meg?
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Anna non sopporta più le intromissioni quotidiane dell’ex moglie di Tom. Lui la protegge continuamente, la copre e la giustifica con pazienza, ma lei ne è stufa. Anzi, ultimamente quella donna buona a nulla è diventata anche aggressiva e pericolosa per la figlioletta. Un giorno l’ha sorpresa mentre si stava portando via la piccola – dopo essersi intrufolata nella loro abitazione – e, solo per grazia divina, è riuscita a evitare la tragedia. Perché Tom non accetta che si trasferiscano da quel posto insopportabile?
Rachel, Meg, Anna sono loro le voci narranti di questa storia travolgente e ricca di suspense, colpi di scena, di bugie, di ricordi inghiottiti da enormi buchi neri dell’oblio.
Un thriller mozzafiato nel quale la bravura dell’autrice a mescolare le carte in tavola è stupefacente. Non solo il ritmo della storia è incalzante, ma anche particolarmente ironico.
Infatti, afferma Rachel: «Ho letto un libro di un’ex alcolista, in cui raccontava di aver fatto sesso orale, in un’affollata strada del centro di Londra, con due uomini appena conosciuti al ristorante. Leggendo ho pensato di non essere ancora caduta così in basso: è quello il confine che ho tracciato».
Rachel, la ragazza del treno, è la voce più insistente del romanzo e il suo grande problema con l’alcol si presenta come uno dei punti focali della storia. Il lettore, però, arriva a capirla, a sostenerla nei suoi innumerevoli tentativi di disintossicazione da gin tonic. E la capisce soprattutto perché è impossibile non restare devastati se desideri la maternità ma non puoi raggiungerla, se ami perdutamente un uomo ma lui ti tradisce – per colpa tua e, ancora, dell’alcol – e poi sposa un’altra e ci fa pure un figlio. Si capisce anche perché fantastica sulla vita di Jess e Jason, così perfetti… Oppure, forse Jess non è così perfetta come si pensava. No, non lo è, di certo: Rachel, dal finestrino del treno, la vede mentre consuma quel gesto che scompiglia la vita di tutte e tre le voci narranti del romanzo.
La ragazza del treno di Paula Hawkins è uno di quei libri che, appena finiti di leggere, non sai appoggiare sul tavolo e allora indugi ancora sulla copertina, riapri e scorri ancora qualche frase a caso.
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