“La promessa” di Giovanni Cocco, dove finisce il destino e comincia il libero arbitrio?
La promessa, il romanzo di Giovanni Cocco edito da Nutrimenti a novembre 2015, è la seconda tappa di un percorso letterario ambizioso. Dopo La Caduta, entrato nella cinquina finalista del Premio Campiello 2013, lo scrittore comasco prosegue la sua quadrilogia Genesi ispirato da un episodio di cronaca recente, quasi raccontato in presa diretta: la tragedia del volo 4U9525 della Germanwings, che il 24 marzo 2015 si schianta sul massiccio del Col de Mariaud, nelle Alpi francesi. Nell'impatto morirono 150 persone, tra cui il copilota Andreas Lubitz, che le indagini hanno identificato come responsabile della strage.
Il romanzo di Giovanni Cocco è ambientato durante i sei giorni successivi al disastro aereo nel paese di Le Vernet, una delle cittadine provenzali in cui sono precipitati i resti del velivolo. Vincent de Boer, il protagonista de La promessa, è un ex inviato di cronaca nera, ora insegnante e giornalista a tempo perso, che riprende il mestiere sul campo perché attratto dalla vicenda. A spingerlo verso l'incidente non è solo istinto professionale, o morbosa curiosità, ma un sentimento di prossimità, svelato capitolo dopo capitolo, alla psicologia di Lubitz. Il libro viene scritto perciò come diario del reportage, sviluppandosi nella forma di una non-fiction novel, tra dati reali e fittizi ricordi del protagonista, che riflette sulla sua vita e sul suo metodo di lavoro.
Per Vincent il dovere di un giornalista è raccontare una storia, non la verità assoluta ma ciò che pensano e sentono i diretti interessati: alla ricerca di un punto di vista insolito, che si stacchi dall'iconografia imposta dai media per rendere riconoscibile la tragedia, raccoglie le voci dei testimoni per riempire il suo silenzio, le ragioni che non riesce a trovare. Tutte le persone coinvolte, i parenti delle vittime, i concittadini, perfino gli investigatori e i medici, faticano a dare un senso all'accaduto. L'unico strumento che può avvicinarsi a un'interpretazione è la parola, il racconto: anche la fede religiosa non offre conforto spirituale attraverso la preghiera, ma un aiuto che si può definire “umanistico”, ovvero la possibilità di partecipare a una narrazione più ampia, onnicomprensiva.
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La volontà di mantenere un atteggiamento freddo e neutrale stride però con le continue interruzioni delle sue “confessioni”: il suo vissuto si intreccia nella scrittura professionale, rivelando la passione per la filosofia di Sant'Agostino. Vincent la usa come riferimento obbligato per tentare una spiegazione del dramma: perché è successo? Perché è capitato a quei passeggeri e non ad altre persone? Dove finisce il destino e comincia il libero arbitrio? Perché un uomo ha deciso la sorte di altri 149? Il giornalista crede di potersi addentrare nella mentalità di Lubitz perché ammette una somiglianza con il colpevole, a causa della depressione di cui soffrono entrambi. C'è però un'affinità più universale, che riguarda tutta la specie umana: «secondo Lacan, [il suicidio] rappresenta ciò che distingue l'uomo dagli altri esseri viventi». Di fronte a quella che può essere interpretata come una corresponsabilità, Vincent si ferma, per non condannare e distruggere anche sé stesso; sceglie di curare la sua ansia patologica anziché sfogarla sulle persone che gli stanno vicine.
Sembra quasi che abbia voluto onorare in maniera alternativa un impegno che dà il titolo al romanzo: La promessa è il significato che il figlio della governante di Vincent attribuisce all'anello di fidanzamento, un oggetto che diventa il simbolo di un'identità più matura, in equilibrio tra il sentimento per l'ex moglie e le responsabilità verso la nuova famiglia che sta nascendo.
È inquietante come il titolo del romanzo precedente, La Caduta, sia diventato una specie di profezia per il seguito, a prescindere dalle intenzioni dell'autore, che lo riferiva al declino dell'Occidente. Il secondo libro di Genesi rafforza l'adesione al modello narrativo della Bibbia, già seguito in modo esplicito ne La Caduta, e si apre in direzione del futuro: Giovanni Cocco racconta la storia contemporanea per costruirne il senso e la memoria, in attesa del romanzo successivo a La promessa.
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