La perdita dell’innocenza raccontata con l’ironia di Jonathan Coe
Jonathan Coe, con il suo romanzo Numero undici, edito da Feltrinelli e tradotto da Mariagiulia Castagnone, torna a raccontare la società corrotta e degradata in cui viviamo con lo tile satirico che lo contraddistingue.
Lo scrittore inglese, autore di numerosi romanzi, tra cui La Banda dei brocchi e La Famiglia Winshaw, è uno dei massimi esponenti della narrativa contemporanea anglosassone. Nei suoi libri spesso riprende personaggi precedentemente utilizzati, creando un legame tra le varie storie, che, sebbene indipendenti, potrebbero sembrare capitoli successivi di un unico racconto.
Numero undici è un romanzo a episodi in cui ritornano i “superstiti” dei Winshaw, trascorsi ormai 25 anni dalla tragedia che aveva distrutto la “famiglia”. Nel 1991 la critica era rivolta al thatcherismo, oggi la denuncia riguarda la società della mercificazione, in cui ogni aspetto della vita è monetizzato e l’alta borghesia è priva di valori e moralità.
La vicenda ruota intorno alle due amiche Rachel e Allison, protagoniste principali, le cui storie si intrecceranno con quelle di numerosi altri personaggi, descritti da Coe nei minimi dettagli.
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È l’estate del 2003 e le due bambine sono ospiti dai nonni di Rachel, nella campagna inglese.
Il 18 luglio, la polizia dell’Oxfordshire ritrova il cadavere di David Kelly, scienziato britannico e ispettore dell’Onu in Iraq.La sua morte suscitò grande clamore. Tony Blair aveva dato sostegno all’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti, cercando di convincere gli inglesi che il regime di Saddam Hussein rappresentava una minaccia alla sicurezza del Paese, a causa delle armi di distruzione di massa, in grado di colpire l’Inghilterra in poco tempo. Il dottor Kelly, in un’intervista alla Bbc, aveva dichiarato infondate le affermazioni del Primo Ministro inglese. L’episodio scatenò la pubblica opinione, essendo lo scienziato un personaggio scomodo e l’ipotesi del suo suicidio destò sfiducia e sospetto nella popolazione. La stessa Rachel, a soli dieci anni, rimane colpita dall’accaduto. Anni dopo, la giovane, ormai studentessa universitaria, parlerà dell’accaduto con la sua professoressa Laura, il cui defunto marito, Roger, aveva elaborato una teoria a riguardo: «c’è un momento in ogni generazione in cui questa perde la sua innocenza. La sua innocenza politica. È quello che la morte di David Kelly ha rappresentato per noi».
Con la morte di Kelly, gli inglesi ebbero la consapevolezza che, sia che si trattasse di suicidio o di un omicidio, in ogni caso erano state le bugie intorno alla guerra a uccidere un uomo: «nessuno poteva più fingere che a governarci fossero delle persone oneste».
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Di contro, Allison, ormai cresciuta, dovrà affrontare la propria omosessualità e i fallimenti della madre Val, ex cantante di successo, che cercherà di riscattarsi partecipando a un reality trash, un gioco al massacro che finirà per affossarla.
Negli anni, le due amiche si sono perse di vista: Rachel lavora a Londra come educatrice presso una famiglia benestante londinese, lui banchiere e lei ex modella, genitori di due gemelle, simbolo di una società alla deriva. Allison, invece, sarà la vera vittima del sistema malato in cui viviamo e si ritroverà in carcere, accusata di truffa al sistema assistenziale.
Lo scrittore inglese racconta tante storie dei nostri tempi. Un romanzo che fotografa il male di vivere in una società marcia e disillusa, in cui si è persa la fiducia e la speranza. Una satira crudele nei confronti dell’umanità.
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All’inizio si fa fatica a capire il reale significato del romanzo. Bisogna arrivare alla fine per capire il messaggio che Coe vuole inviare ai suoi lettori. Ogni personaggio descritto assume un significato nella spietata condanna in chiave ironica che caratterizza la storia dall’inizio alla fine.
Un romanzo che descrive ogni aspetto della nostra quotidianità: si parla di guerra, di politica, di talent show, di pregi e difetti della tecnologia. Una lettura non facile che richiede un’attenzione particolare.
Numero undici rappresenta una conferma della genialità e originalità di Jonathan Coe.
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