La notte in cui Kerouac salvò una donna dal suicidio
La vita di Jack Kerouac è ricca di aneddoti interessanti, ma uno ci ha colpito in particolare e riguarda, oltre allo stesso Kerouac, una giovane donna del New England che, una notte, il nostro scrittore salvò dal suicidio.
Galeotto fu il libro
Come si conobbero l’esponente della beat generation e questa giovane americana che era anche una sua appassionata lettrice? Bene, siamo nel 1958 ed è proprio il caso di dire che galeotto fu il libro, perché tutto ebbe inizio con la pubblicazione, avvenuta quell’anno, di I sotterranei (l’edizione italiana è del 1992 per Feltrinelli e a cura di Fernanda Pivano).
Il romanzo si dipana lungo gli elementi tipici della letteratura della beat generation, tra alcol, droga e sesso libero, e jazz, tanto jazz, raccontando la relazione tra lo scrittore Leo Percepied (alter ego di Jack Keouarc) e Mardou Fox (che, nella realtà, era Alene Lee), fino al suo esaurirsi per il cedere di Leo/Jack alla voglia di rimanere libero.
Probabilmente la nostra giovane fan di Kerouac si sarà immedesimata a tal punto con quella storia d’amore che non seppe resistere al desiderio di incontrare il suo scrittore preferito, quello da cui si sentiva attratta grazie alle parole lette.
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L’incontro
E fu così che la nostra giovane prese la decisione di recarsi dal New England sull’East Coast e in un fatidico pomeriggio del 1958 si fece coraggio, mise da parte la sua timidezza e si recò in auto fino a Northport, a Long Island, dove Kerouac viveva, nella speranza di poterlo vedere e parlargli di persona.
Si spinse fino alla casa dello scrittore e lo trovò seduto sotto un albero nel suo giardino, intento a meditare, seguendo gli insegnamenti del buddismo che aveva appreso qualche tempo prima.
L’inizio di una storia d’amore
La realtà andò ben oltre i sogni e le aspettative della nostra eroina che, a 23 anni, iniziò una storia d’amore con il 36enne Jack Kerouac, che aveva da poco pubblicato Sulla strada e si apprestava a diventare uno dei maggiori esponenti della controcultura americana.
La relazione tra i due continuò tra molti alti e bassi.
Gli alti erano caratterizzati da momenti di intensa bellezza nell’appartamento in cui i due convivevano nel Greenwich Village a New York. È la stessa donna a sintetizzare quegli anni:
«Bevevamo molto vino, andavamo a ballare, facevamo l’amore e lo ascoltavo leggere».
Trascorrevano le loro giornate tra reading di poesie e la musica, conducendo una vita che la nostra giovane ragazza ricorda come «abbastanza veloce e faticosa». A questo, però, si alternavano momenti di grande tenerezza, che testimoniavano l’amore dello scrittore per la sua prima lettrice.
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Nei momenti negativi, invece, si scrivevano reciprocamente delle lettere in cui provavano a sostenere la loro storia d’amore nella speranza che potesse così resistere a qualunque litigio. Nonostante questo, però, nessuno dei due pensò mai a sposarsi. Se questa scelta da parte di Jack possiamo spiegarla con il riferimento ai due precedenti matrimoni, è la stessa giovane innamorata a illustrarci le sue ragioni:
«Sentivo il suo dolore profondamente, e la sua bellezza, e la sua conoscenza. E amavo essere con lui. Non ho mai pensato alla possibilità di sposarlo – era uno scrittore, e doveva scrivere».
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La separazione e la notte di paura
La prima vera separazione tra i due avvenne quando la compagna di Jack apprese della morte della madre e, presa dallo sconforto e caduta in depressione, decise di recarsi a vivere dal padre. Avvisò Jack, che si trovava in giro per il Paese a presentare uno dei suoi libri, con una lettera, in cui lo informava della morte della madre e dello stato in cui si trovava.
Una notte, la donna sentì bussare alla porta della casa dei suoi genitori e si trovò davanti Jack Kerouac con un enorme registratore legato alla schiena.
Uno degli scrittori più famosi del Paese, ricorda la donna, era corso da lei perché aveva temuto che potesse togliersi la vita, aveva preso un aereo, camminato per cinque miglia dall’altro capo della città con quel grande registratore addosso, solo per cantarle una canzone che potesse ritemprare il suo spirito e salvarla dal dolore che sembrava stesse per annientarla.
Quest’uomo, nel quale la tenerezza e il turbamento avevano sempre convissuto, aveva riconosciuto nella donna che amava la stessa ferita che lui stesso si portava dentro. Si prendeva cura di lei, come non era stato in grado di fare con sé stesso. È la stessa donna a raccontarlo:
«Più diventava famoso e più beveva. Era davvero molto triste».
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E poi?
Purtroppo, non possiamo raccontare un lieto fine perché, in seguito, la coppia si separò, ma Jack e la donna restarono amici. Fu lo stesso Jack a presentarle quello che poi sarebbe diventato suo marito.
Il ricordo e la gratitudine
Ma la donna non dimenticò mai Jack e quel gesto al punto che gli dedicò una poesia:
UNIVERSE — ONE SONG
a letter to you Mr. Kerouac
how my mind was winter swept
bumped the spring time bud
o my god it could be quick
tho i will not attend —
in the middle of the night
my father answered the door
with great annoyance
i followed
you were there with tears in your eyes
you had walked five miles
with a heavy reel-to-reel
tape recorder on your back
you said
“i brought
St. Matthew’s Passion for you to hear
so you won’t commit suicide”
you had walked five miles
in the middle of that long dark night
to bring me your passion —
how my mind was winter swept
bumped the spring time bud —
i am still here Ti Jean
but wonder where you are on cold starry nights
my eyes as ever, tear bright!
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Chi è la nostra donna?
È arrivato il momento di svelare l’identità della protagonista di questa storia d’amore e del dolce e tenero gesto di Jack Kerouac. Si tratta di Lois Sorrells Beckwith che ha raccontato la sua storia a Wendy MacNaughton, amica del figlio, la quale ne ha tratto le illustrazioni che abbiamo riportato sopra.
Fu lo stesso Kerouac a scrivere: «Sii gentile tutti i giorni verso chiunque e ti accorgerai di essere in paradiso già adesso», e nel suo enorme gesto di gentilezza è riuscito a traportare sé stesso in paradiso, anche se solo per una notte.
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