La malattia sociale del nostro tempo. “Odiare l’odio” di Walter Veltroni
Dal 10 marzo, la casa editrice Rizzoli ci propone il nuovo libro di Walter Veltroni, Odiare l’odio. Seppur si presenti come un piccolo volume (centoventi pagine), il testo di Veltroni ci espone con chiarezza un’analisi esaustiva di come l’odio, a partire dal ventennio fascista, passando per gli anni di piombo e arrivando ai giorni nostri, sia una delle principali cause del declino dell’umanità. Perché l’odio non appartiene soltanto al passato, purtroppo. Al contrario, è oggigiorno la malattia sociale del nostro tempo. L’autore ci induce a riflettere su cosa sia l’odio, da cosa venga generato e soprattutto perché non riusciamo a eliminarlo dal nostro vivere. Esso, si sa, genera la violenza:
«Odio e violenza non sono separabili. Il primo genera la seconda.»
L’odio ha diverse forme: se in passato si manifestava tramite parole dure e violenza fisica, oggi ha invece a disposizione molti più mezzi per manifestarsi.
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Un esempio, citato nel libro, è quello del cosiddetto hate speech che sul vasto territorio di Internet trova un’enorme diffusione. È la psicologia dell’odiatore da tastiera: insultare, denigrare, accusare. Rigorosamente attraverso un computer.
Ma non è tutto. Come molti esempi del libro ci fanno notare, dall’odio sul web si passa spesso alla violenza nella vita reale. Gestori di pizzerie che, dopo aver ricevuto insulti tramite il web, si ritrovano il locale dato alle fiamme. Rappresentanti politici che, dopo essere stati insultati sui principali social network, si vedono recapitare lettere minatorie. È una catena che si alimenta delle più recondite paure e insicurezze di ognuno e che trova forza attraverso il linguaggio dell’odio. A questo linguaggio, come lo stesso autore ci espone, bisogna però rispondere attraverso il suo opposto: il linguaggio della resistenza e della speranza.
Veltroni riflette sulle devastazioni e sui terribili avvenimenti che questa malattia sociale ha comportato dal ventennio fascista e che sembra riemergere, come si deduce dagli eventi di intolleranza ed esclusione del “diverso”, oggi. C’è sempre un capro espiatorio da non tollerare. Se in passato furono odiati gli ebrei, gli zingari, gli invalidi, oggi si è trasferito tutto sugli immigrati, i musulmani, gli omosessuali. Nel libro viene menzionato anche il linguaggio politicamente scorretto di chi dovrebbe rappresentarci, intriso di toni intolleranti e discriminatori. Molti sono gli esempi descritti. E tutti ci portano a soffermarci sulla causa, sul perché di tanta rabbia e violenza.
Dobbiamo essere noi, con la ragione e l’intelligenza, a bloccare questo flusso di odio che rischia di annegarci e disintegrare quello che è il bene maggiore della società: la fratellanza ed uguaglianza tra gli uomini. Bisogna spezzare l’odio attraverso gli esseri umani.
Odiare l’odio è una piccola ma efficace analisi dei nostri tempi intrisi di questo sentimento negativo e del passato recente, zeppo di eventi drammatici, che non deve ritornare.
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Dal fascismo agli anni di piombo, dall’11 settembre 2001 alle fake news di oggi, il testo ci fa riflettere sulle terribili conseguenze alle quali stiamo destinati se, in un modo o nell’altro, non eliminiamo questa malattia sociale dal nostro pianeta. Un piccolo libro da leggere in questo periodo colmo di violenza, non solo fisica ma anche, e soprattutto, psicologica. Un testo su cui riflettere, magari approfondendo gli esempi e gli avvenimenti citati.
Per la prima foto, copyright: Andre Hunter su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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