La lotta di Arno Schmidt col Leviatano
[Articolo pubblicato nella Webzine Sul Romanzo n. 6/2013, Racconto della crisi]
«La testa vibra come un bordo tumescente di campana – ohi –. Devo gonfiare e torcere la bocca. – Ohi! –.»
Sono le prime parole in tedesco che compaiono nel Leviatano o Il migliore dei mondi, racconto d'esordio del tedesco Arno Schmidt (1914-1979). E forse con la testa che pulsava, mentre la bocca si contorceva disgustata in un ghigno di disprezzo e amarezza, coi lineamenti tirati dallo sforzo di una scrittura tesissima tra rigoroso controllo razionale ed espressionismo urlato, l'autore si immerse, fin quasi al naufragio, nel racconto della drammatica crisi del suo presente. Fu una crisi privata e una crisi storica, culturale e antropologica, esplosa con l'avvento del Terzo Reich e le sue conseguenze di lunga durata; una crisi individuale e universale inscritta nella prosa sofferta, dilaniata, aggressiva e contundente del Leviatano.
Uscito in Germania nel 1949, finalmente oggi, nel 2013, la Mimesis ne pubblica, all'interno della collana “Il Quadrifoglio tedesco”, la prima edizione corredata da testo a fronte, con premessa e commenti puntuali del curatore e traduttore Dario Borso, docente di Storia della Filosofia all’Università di Milano. Per chi scrive, questo è un piccolo-grande evento per la cultura e l'editoria italiane. Lo scomodissimo Arno Schmidt, unanimemente riconosciuto tra i maggiori scrittori tedeschi della seconda metà del '900, ha faticato a essere ben accolto in un'Italia soggetta, a partire dal secondo dopoguerra, alla dittatura culturale di un'intellighenzia di sinistra egemonizzata dalle case Feltrinelli e Einaudi. Ma di queste vicende – non sorprendenti, anzi piuttosto scontate e nondimeno imbarazzanti – preferisco parlare più avanti.
Ciò che conta è che, a circa cinquant'anni dalla sua pubblicazione in Germania e a venti dall'edizione curata per Linea d'ombra da Maria Teresa Mandalari (1991), il Leviatano torna a essere accessibile – e in un'edizione arricchita dal testo in lingua originale oltre che da utilissimi strumenti esegetici – non solo a una ristrettissima cerchia di lettori, ma a un pubblico più ampio, che può finalmente incontrare la prima opera tedesca in cui si parli dei campi di concentramento e, soprattutto, l'originalissima scrittura di Arno Schmidt, che colpì già i lettori contemporanei più consapevoli.
[I servizi di Sul Romanzo Agenzia Letteraria: Editoriali, Web ed Eventi.
Seguiteci su Facebook, Twitter, Google+, Issuu e Pinterest]
Apriamo, quindi, il sottile volume che, in forma diaristica, racconta quanto accadde a un soldato dell'esercito del Terzo Reich tra le 14,16 del 14 febbraio 1945 e le 8,20 del 16 febbraio dello stesso anno. Il soldato sta scappando verso Ovest insieme a un bizzarro e variegato coacervo di altri tedeschi in fuga da una Germania ormai invasa dalle truppe russe e dagli alleati che bombardano a tappeto città come Berlino e Dresda. Quest'ultima, tra le più importanti capitali culturali europee, fu distrutta tra il 13 e il 14 febbraio 1945. Il coltissimo Schmidt non scelse certo a caso le coordinate temporali del suo Leviatano.
La prima pagina del racconto reca luogo e data, non seguite tuttavia da un frammento del diario, bensì dalla breve lettera di un tipico soldato americano, dal nome tipico di Jonny (scritto non correttamente, come non sorprende, data la spregiudicata acredine di Schmidt, e se Jonny viene a rappresentare il militare americano medio, di cultura e coscienza civile anche meno che media, facile a diventare cieco e docile suddito di un Potere di cui non discute i mezzi e i fini). Il messaggio è del 20 maggio 1945, a catastrofe avvenuta. È piuttosto felice, Jonny, mentre scrive alla moglie Betty a i figli. Ormai Berlino è in mano ai russi e agli alleati, e Jonny spera di tornare presto a casa. Il Leviatano si apre, dunque, con una dichiarazione di “crisi finale”: alla sconfitta della Germania seguiranno giorni duri per i tedeschi che dovettero militare tra le fila dell'esercito nazista, come è il caso del narratore e di Schmidt.
Per continuare a leggere, clicca qui.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi