La letteratura come spunto di riflessione, il flusso di coscienza che insegna a vivere
Sin dai tempi più antichi l’uomo ha avuto la necessità di esprimere se stesso. Egli ha svolto tale compito in modi differenti e sfaccettati cercando sempre, però, di rivelare i propri sentimenti e la propria realtà. Dall’esigenza umana di dar sfogo alla sua interiorità sono nate le migliori opere letterarie e artistiche.
Si pensi al flusso di coscienza e alla sua incredibile capacità espressiva e meditativa, la quale deriva dalla volontà di portare alla luce la parte più privata e al tempo stesso più profonda dell’animo umano. Essa può sembrare semplicemente una tecnica narrativa, lontana dalla realtà odierna e quotidiana, quando invece l’introspezione riveste un ruolo di primo piano nella vita di ognuno di noi. La letteratura e in questo caso lostream of consciousness, insegnano a vivere, ad agire, a realizzare concretamente la propria esistenza in un mondo vario, ricco di esperienze e diversità.
Le riflessioni spontanee e consequenziali, prive di un’apparente logica stimolano chi legge a guardarsi attorno con occhi nuovi. Ed è grazie a tutto ciò che si comprende, proprio ora come non mai, che Clarissa Dalloway (Mrs Dalloway di Virginia Woolf) siamo noi. Nei suoi ricordi, nel suo sguardo che posa sulle affollate strade londinesi, nei suoi repentini passaggi mentali, nella passeggiata che diviene un po’ simbolo della sua vita: Clarissa è noi, ogni giorno.
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Così come Clarissa, Molly Bloom (Ulisse di James Joyce) è colei che con i suoi pensieri confusi, con i suoi tormenti e accesi ricordi lascia libera la propria mente, in un trasognato viaggio tra passato e presente, in cui la percezione delle cose si confonde con l’idealità di ciò che avrebbe dovuto essere e di ciò che è in realtà. Perché è proprio questo a cui può condurre, ieri come oggi, il flusso di coscienza, a un improvviso ribaltamento di prospettiva dovuto a una nuova e più profonda conoscenza di se stessi. Per quanto, infatti, la realtà odierna possa essere repentina, istantanea in un certo senso, il flusso di coscienza esiste ancora e riflette la principale caratteristica umana: il pensiero.
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Chi è Zeno (La coscienza di Zeno di Italo Svevo) se non la rappresentazione dell’uomo che ricerca disperatamente la propria dimensione attraverso il pensiero? Egli è l’uomo in cambiamento, è l’essere umano risucchiato dalle leggi della società che dà libero sfogo alla sua tormentata nevrosi. È, dunque, il pensiero che dovrebbe poi condurre all’azione, l’arma posseduta dall’uomo per difendersi da una realtà costantemente frammentata e spezzettata. Ogni persona, nel corso della sua giornata, realizza un flusso di coscienza, senza badarci o senza fornirgli troppa importanza. Sarebbe bello, allora, cercare di fermare un attimo questo tempo ostinato, deciso a continuare la sua corsa ininterrotta e riflettere senza vincoli o paure, poiché ciò che colpisce del flusso di coscienza è proprio la sua spontaneità, la sua mancanza di ordine e di regole, le quali permettono una libera autoanalisi ed una franca e genuina espressione di sé.
Così facendo, dando sfogo alla propria interiorità e alla propria coscienza, si diviene una momentanea Eveline (Dubliners di James Joyce) moderna. Momentanea perché la vita non va solo osservata, ma vissuta a pieno in ogni sua sfaccettatura. Tuttavia per vivere è necessario, talvolta, fermarsi, riflettere, aprire la mente ed osservare la realtà che ci circonda da un punto di vista nuovo, più intenso. La letteratura è tutto ciò; essa insegna a vivere. Quindi possiamo scoprirci Eveline, anzi, dobbiamo diventare quella malinconica ragazza alla finestra per poi staccarcene. È questo ciò che significa amare e capire la letteratura: scoprire da essa come vivere, immedesimarsi nei suoi personaggi anche al fine di separarsene per non commettere gli stessi errori. Se Eveline rimarrà nella polvere della sua casa, in una perenne staticità, colui che leggerà la sua storia scoprirà il valore dell’autoanalisi, della riflessione libera e incondizionata, ma anche di quanto sia importante agire e vivere concretamente la propria realtà.
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La vita e la letteratura sono le due facce di una stessa, meravigliosa, medaglia che è necessario conservare con rispetto e affetto. Non concepiamo, non insegniamo la letteratura come distante da noi, dalla nostra realtà quotidiana che ci circonda e ci appartiene. Essa è qui e noi siamo lei.
Per la prima foto, copyright: Prasanna Kumar su Unsplash.
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