La leggenda del Re Eremita nel cuore della Calabria
Niente è come appare. Questa è la costante che regola il romanzo di Cetta De Luca La leggenda del Re Eremita. Un libro che si legge in poche ore, ricco di personaggi ben costruiti e carico di immagini poco definite. Istantanee di una realtà che (ancora e purtroppo), ahimè, ci appartiene. Una tangibilità che si confonde con la menzogna e la scarsa cultura, vittima di retaggi sbagliati e credenze tramandate per paura. Ma procediamo per gradi…
La storia si sviluppa in un piccolo paesino calabrese, Sant’Eustachio Belvedere, un villaggio fatto di case scrostate e magazzini rivestiti dal marrone dei forati, un borgo in cui gli abitanti convivono con le fogne a cielo aperto e dedicandosi principalmente al lavoro nei campi.
È in questo scenario che tre ragazze, tre giovani donne, si trovano ad avere a che fare con un personaggio misterioso e ancestrale, il Re Eremita, una figura leggendaria e conosciuta da tutti ma che nessuno (forse) ha mai incontrato. Un mito che si serve di un emissario particolare: Giuseppe Esposito, ultimo boss di una ‘ndrina locale e unico intermediario tra i paesani e, appunto, l’imperscrutabile Re. Ed è proprio a lui, a Giuseppe, che i cittadini affidano ogni anno delle ragazzine affinché possa condurle nelle mani dell’Eremita e fare in modo che il piccolo Comune non crolli sotto il peso della povertà, e della paura. Ma la verità è un’altra. È ben diversa. E a scoprirla saranno Irene, Cristina e Isabella, aiutate da una suora, che le guiderà attraverso gli inganni e i ricordi sfocati di un mondo racchiuso nella menzogna. Una serie di stradine ricoperte di polvere e rassegnazione. Omertà e sottomissione.
Desideri migliorare il tuo inedito? Scegli il nostro servizio di Editing
Il testo scritto da Cetta De Luca e pubblicato da Miraggi Edizioni si compone di appena 120 pagine, compresa la prefazione di Giorgia Lepore e i ringraziamenti dell’autrice. È un volumetto che si legge, quindi, in poche ore, grazie anche allo stile sobrio e senza troppi fronzoli della stessa autrice; un modo di scrivere semplice, impreziosito da frasi ben costruite e parole selezionate con cura.
La prima impressione che ho avuto, iniziando la lettura di questo libro, è quasi quella di trovarmi di fronte a un romanzo di formazione. All’inizio infatti vi è la presentazione, scritta in prima persona, delle tre giovani ragazze protagoniste della storia. Ciascuna di loro, in altre parole, “racconta” parte della sua infanzia e mostra al lettore vari scorci della propria vita. Un espediente, questo, che l’autrice sfrutta sapientemente non solo per presentare i personaggi e la loro crescita, ma anche per descrivere l’ambientazione: non a caso, tra i ricordi delle giovani, il piccolo paesino in cui si svolge la vicenda viene rappresentato con una buona quantità di particolari.
Narrativamente parlando, però, credo che, se da un lato tutto questo possa considerarsi una buona soluzione per la presentazione dei personaggi e di Sant’Eustachio Belvedere, dall’altro temo che possa creare confusione nel lettore. Per due ragioni. La prima riguarda la scelta di porre all’inizio del libro il percorso che le tre ragazze compiono. Mi sarei aspettato, visto il genere e la tematica, di essere catapultato all’interno della storia, o al massimo di trovare la presentazione della nemesi. Ma sono anche convinto, bisogna ammetterlo, che la volontà dell’autrice di porre in questo punto iniziale del libro la “formazione” non sia del tutto sbagliata: a molti potrebbe piacere conoscere sin da subito il carattere delle tre protagoniste, per meglio immedesimarsi nei fatti che arriveranno nei capitoli successivi.
La seconda ragione che mi lascia perplesso è la scelta dell’Io narrante che, nei primi tre capitoli, cambia per ben tre volte: prima Irene, poi Cristina e infine Isabella. Nonostante il titolo dei capitoli corrisponda al nome delle ragazze, ho avvertito una sorta di sensazione strana nel dover “mutare” il punto di vista in maniera così repentina; considerando anche il fatto che in seguito vi è un ulteriore cambio, visto che chi narra il tutto è in realtà la suora che aiuta le protagoniste a scoprire la verità.
Un punto a favore è senza dubbio l’atmosfera che De Luca è stata capace di creare: un’aria quasi surreale, rarefatta, ma fortemente intrisa dal carattere crudo della criminalità organizzata calabrese. Un miscuglio di sensazioni che favoriscono la lettura e descrivono egregiamente delle percezioni ancora radicate in alcune zone del Belpaese.
Degna di nota è poi la costruzione del personaggio di suor Maria, la monaca che aiuta le ragazze a scoprire la verità sul Re Eremita. Un personaggio particolare, ricco di molteplici sfaccettature, che l’autrice svela a poco a poco, pagina dopo pagina, rendendolo interessante e unico agli occhi del lettore. Interprete di un’evoluzione legata a un passato anch’esso misterioso.
Vuoi collaborare con noi? Clicca per sapere come fare
A parte le scelte legate alla presentazione dei personaggi descritte in precedenza, mi sento di dire che la bravura di Cetta De Luca, ne La leggenda del Re Eremita, è stata soprattutto quella di aver saputo “mischiare le carte”. È stata brava nel fondere tra loro una leggenda derivante dalla Magna Grecia (quella del Re Eremita), una serie di personaggi ben costruiti e l’aspra realtà della criminalità organizzata.
Per la prima foto, copyright: Serena Repice Lentini su Unsplash.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi