“La leggenda del Malombra”, storia di un supereroe del passato
La leggenda del Malombra (Edizioni Spartaco, 2021) è un breve romanzo di Vincenzo Sacco, direttore artistico del Sicilia Film Fest, esperto di cinema e autore di alcuni saggi su temi legati prevalentemente al mondo dello spettacolo, oltre che curatore di un blog dedicato alle trasposizioni filmiche e televisive di opere letterarie.
Con questo libro entriamo però in un mondo totalmente diverso da quello cinematografico, perché ci troviamo in Sicilia nel 1848, anno in cui tutta l’Europa è percorsa da venti di ribellione. Anche l’Italia è sconvolta da moti insurrezionali contro i vari governi presenti nei diversi staterelli in cui è divisa la penisola: a Messina, in particolare, si protesta contro il governo borbonico del Regno delle Due Sicilie, sul cui trono siede il re Ferdinando II, ignaro del fatto che la sua dinastia perderà il potere nel volgere di una dozzina d’anni dopo l’arrivo di Garibaldi con la sua spedizione dei Mille.
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Se le città sono in ebollizione, nelle campagne i contadini subiscono come sempre i soprusi dell’oscuro Partito, o Fratellanza, contro il quale non sembrano avere alcuna possibilità di difesa.
Ma ecco comparire dal nulla il Malombra, che di notte attacca a sorpresa i picciotti sguinzagliati in giro dal perfido avvocato Ginestra per compiere misfatti: è una specie di fantasma, che cavalca un destriero di cui si vede solo lo scheletro ed è sempre accompagnato da Diavolo, un cane ferocissimo che azzanna chiunque.
Armato di una catena che porta arrotolata a un braccio e di una spada affilata, con in testa un cilindro e strani occhi che scintillano nel buio, il Malombra semina ovunque il terrore, scomparendo poi rapidamente nella notte senza lasciare tracce. Ma quello che terrorizza i malviventi colti nel mezzo delle loro losche imprese è davvero il fantasma maligno protagonista delle credenze popolari, oppure una persona in carne e ossa?
Sono in tanti a chiederselo anche nel tranquillo villaggio di San Sallier, sulle pendici dei monti Nebrodi, dominato dal castello del nobile casato dei Valentini. Qui ha appena fatto ritorno, dopo dieci anni di assenza, il giovane principe ed erede Leonardo, rimasto orfano insieme alla sorella Patti dopo che i genitori sono misteriosamente scomparsi senza lasciare traccia, e la quasi contemporanea apparizione del Malombra non sembra affatto una semplice coincidenza…
Arricchito dagli interessanti disegni di Alessio Furfaro, La leggenda del Malombra è un libro abbastanza insolito e curioso: per quanto ambientato nel 1848, non può essere definito un classico romanzo storico, perché non si preoccupa di ricostruire più di tanto il mondo e le atmosfere in cui si svolgono le avventure del suo stranissimo protagonista, ma ce le racconta con un tono ironico e scanzonato, fitto anche di riferimenti alla nostra contemporaneità.
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La vicenda, tra l’altro, è narrata per lo più dal punto di vista di Diavolo, il cane misterioso che accompagna il Malombra nelle sue scorribande notturne e che riesce a terrorizzare le persone anche soltanto quando lancia il suo tremendo ululato. Il suo padrone, in definitiva, ci appare come l’erede di una lunga tradizione mitica che ricorda soprattutto i Paladini, protagonisti di tante leggende ambientate in terra siciliana, ma al tempo stesso può essere avvicinato ai numerosi supereroi inventati dai fumettisti e dai narratori nel corso degli ultimi decenni.
Un po’ Zorro, un po’ Superman, col protagonista de La leggenda del Malombra Vincenzo Sacco ci presenta l’eroe di un divertissement, non privo di riferimenti letterari e cinematografici per chi saprà scoprirli nel corso della lettura.
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