La fotografa dei pasti letterari
Letteratura e realtà si sfidano di continuo; la prima prende spunto dalla seconda, pur trasformandola, e viceversa con, a volte, interessanti cortocircuiti. E nelle schermaglie che questa sfida porta giocoforza con sé vengono fuori talvolta esperimenti originali e molto interessanti; in particolare se c’è di mezzo l’arte della fotografia. Abbiamo parlato spesso di grandi fotografi grandi narratori, e di fotografi che non sapranno di essere stati, finalmente, riconosciuti come tali dal mondo.
E abbiamo parlato della cucina, e dei pasti nella letteratura. Così, abbiamo tutti gli ingredienti necessari, è proprio il caso di dirlo, per parlare della fotografa Dinah Fried e del suo bel progetto Fictitious Dishes i cui risultati saranno raccolti in un volume che uscirà nel 2014.
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Semplice l’idea, meno semplice la realizzazione: “catturare” col mezzo fotografico i più famosi pasti della storia della letteratura. Ce n’è davvero per tutti i gusti: dall’eccentricità di Alice nel paese delle meraviglie a Proust con le sue madeleines, dal cibo “on the road” di Kerouac al dickensiano Oliver Twist, dall’importante Il buio oltre la siepe a Herman Melville e Moby Dick. Con i suoi scatti dall’alto, quasi a piombo, la Fried tratteggia una sorta di contro-storia visiva e letteraria, con tutti i crismi, e una narratività quasi più forte di quella delle fonti da cui ha preso spunto e vita.
La rappresentazione della “materia” da mangiare e bere racconta proprio quella incessante sfida tra realtà e letteratura. E quale migliore strumento della fotografia, per narrare questa storia?
