La forza dell’amicizia. “Io non ti lascio solo” di Gianluca Antoni
Io non ti lascio solo, di Gianluca Antoni e pubblicato da Salani Editore, è un romanzo che esplora il mondo della pre-adolescenza tra problemi relativi alla crescita e alle nuove scoperte. Ma soprattutto è la storia dell’incredibile amicizia tra Filo e Rullo, inseparabili, diversi, ma parte della stessa anima.
Il romanzo si apre con un’anteprima: il ritrovamento di due diari, nella vecchia casa di Guelfo Tabacci, da parte del maresciallo De Benedittis, prossimo alla pensione.
Guelfo era un solitario e scorbutico montanaro che trent’anni prima era stato indagato per la sparizione del figlio di due anni, scomparso e mai ritrovato. De Benedittis sa che certi casi non si chiudono mai completamente e che il ritrovamento di quei due diari può rappresentare una svolta per la risoluzione dell’infelice vicenda. I diari appartenevano a due bambini, Filo e Rullo, che nell’estate di vent’anni prima avevano messo su carta le loro avventure, tra cui la ricerca del cane Birillo che li aveva portati fino alla proprietà di Guelfo e dove avevano scoperto una verità sconcertante. È dunque a quelle pagine ingiallite che è stata affidata la verità? De Benedittis dovrà leggere i racconti e le parole dei due ragazzini per scoprirlo. E il lettore, con lui.
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Dall’anteprima, a primo impatto, si può dedurre che il caso che coinvolge Guelfo Tabacci e la scomparsa del figlio sia il punto centrale del romanzo. Ma credo sia più corretto dire che la vera protagonista sia l’amicizia tra Filo e Rullo.
Filo è molto vivace, socievole e bravo a scuola. Dopo la morte della madre, si chiude nel suo guscio, pieno di sconforto, dolore, rimorso e incapacità di affrontare così giovane una tale perdita.
Sarà grazie al suo amico Rullo che ritroverà di nuovo la forza di sorridere. Nonostante le differenze, i due diventano amici per la pelle, difendendosi l’uno con l’altro e compensandosi a vicenda. Filo è infatti coraggioso e audace. Rullo invece è più timido e pauroso. Insieme sono completi.
Quando il cane di Filo, Birillo, si perde nei boschi durante una passeggiata con il padre, Filo è disperato e non sopporta l’idea di dover affrontare un’altra perdita. Convince così Rullo, all’inizio restio, a cercare Birillo e a partire per l’avventura armati di niente, se non della loro amicizia. Durante la ricerca incontreranno diversi personaggi stravaganti, tra cui Amèlie e i suoi nonni, e il matto, ma buono, del villaggio. Tutti si faranno coinvolgere dalle vicende dei due giovani avventurieri. Arriveranno alla fine dal vecchio Guelfo, convinti che sia stato proprio lui a rapire Birillo. Attuano quindi svariati e strampalati piani per liberarlo dall’uomo considerato da tutti un orco e che in passato era stato addirittura sospettato di aver ucciso il figlio Tommaso. Sarà proprio nella casa del vecchio Guelfo che Filo e Rullo faranno delle scoperte incredibili, portando alla luce delle verità sepolte da troppo tempo.
La bellezza di questo romanzo è la profondità: Gianluca Antoni indaga l’intimità dell’animo umano con tenerezza, comprensione e un pizzico d’ironia. Lo stile di scrittura è semplice e pulito, coerente con le voci narranti dei ragazzini Filo e Rullo, proprio come se guardassimo lo sviluppo della storia attraverso i loro occhi innocenti di bambini.
I personaggi sono un altro punto di forza: sono vivi, reali, profondi e tutti sanno conquistare il lettore con le proprie particolarità.
L’intera opera ha un ritmo veloce, con continui cambi di scena e salti temporali, che a volte possono confondere il lettore. Il ritmo stesso della narrazione è rapido e non lascia un attimo di respiro. L’alternanza di emozioni è continua: ci si commuove e subito dopo ci si diverte. Si entra totalmente nella storia e ci si lascia trasportare dalle vicende di Filo e Rullo, facendosi conquistare dalla loro amicizia pura e solida.
I colpi di scena sono spiazzanti ed efficaci e contribuiscono alla completezza del romanzo.
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Io non ti lascio solo è un libro che non si può inserire in una categoria definitiva, poiché intreccia il genere giallo a quello psicologico e di formazione, scavando in profondità nell’animo umano, nel rapporto genitori e figli, nel dolore come tema centrale della vita e nei diversi modi di affrontarlo, analizzando perfettamente il valore dell’amicizia fra due piccoli uomini alle prese con il mondo. E che nonostante tutto, affrontano le loro paure perché insieme sono più forti. Perché sanno che se hai un amico, non sarai mai più solo.
Per la prima foto, copyright: Thiago Barlettasu Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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