La difficoltà di essere adulti. “Da grande” di Jami Attenberg
Esiste una netta differenza tra “essere grandi” e essere persone “mature”. Si può essere grandi di età ma non necessariamente maturi, e viceversa si può essere maturi pur in giovane età. Sono le esperienze della vita a far crescere, quelle che con coraggio e tenacia si affrontano, non scansandole ma vivendole e sovrastandole. Eppure non tutti sono disposti a correre il rischio di guardare in faccia i problemi per risolverli, preferiscono rimandarli piuttosto che superarli, fino a quando un giorno la vita presenta il conto e allora comprendi che è giunto il momento di agire. È esattamente questo che accade ad Andrea, protagonista dell’ultimo romanzo di Jami Attenberg, intitolato Da grande (Giuntina editore, traduzione italiana di Viola Di Grado), best seller negli Stati Uniti con un milione di copie venduto e presto un’adattamento cinematografico a Hollywood.
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Andrea è un personaggio lineare ma complesso allo stesso tempo. Con un lungo monologo interiore, senza ordine cronologico e pieno di flash back, Jamie Attenberg racconta il percorso di crescita individuale compiuto da questa donna che fino ai quarant’anni non sa se intraprendere il bivio che la condurrà a diventare grande e una persona matura o se restare ancorata a una leggerezza di vita priva di responsabilità e di senso del dovere. I ricordi narrati dalla protagonista fanno tuttavia comprendere come dietro il suo oscillare tra una dimensione temporale e l’altra ci sia in realtà nascosto un passato doloroso e mai realmente elaborato, quale la morte prematura dell’amato padre per un’overdose e le feste a base di sesso e droghe organizzate dalla madre vedova, durante le quali vecchi uomini avidi l’afferravano per palpeggiarla, cosa questa che la disgustava profondamente.
Andrea è una donna che non desidera avere le cose che tutte le altre donne ambiscono a ottenere. Mentre tutte le persone che le stanno intorno sembrano avere le idee chiare su cosa fare nella loro vita, lei no! Lei non sa se sarebbe in grado di prendersi cura di un figlio o di affrontare un divorzio. Preferisce frequentare uomini sconosciuti senza costruire una relazione stabile e duratura. Le piace fare uso occasionale di alcol e droghe per dimenticare per qualche ora la routine quotidiana. Niente matrimonio o figli, anzi la cosa che la infastidisce e che ripete sempre alla terapista dalla quale si reca settimanalmente è che non comprende «perché il fatto di essere single è l’unica cosa a cui la gente pensa» quando pensa a lei. Lei è tante altre cose: è ebrea, è figlia e sorella, è una designer, è un’artista mancata. È socievole, brillante, di bell’aspetto, insomma non è solo una quarantenne single! Tuttavia la vita presenta a tutti, prima o poi, i conti, ed ecco che pure per Andrea giungerà il momento in cui dovrà decidersi di diventare grande.
Sullo sfondo delle vicissitudini narrate da Andrea troviamo la città di New York, una città in cui la gente si muove freneticamente senza mai fermarsi, una generazione assorbita dalle cose materiali, frustrata e troppo presa da se stessa per accorgersi del grande vuoto presente nelle loro esistenze. Andrea è senza dubbio figlia di questa generazione confusa, che non sa quale strada imboccare per dare un senso alla propria vita e che preferisce distrarsi con avventure occasionali o sballarsi con alcol e droghe. È una donna che si sente frustrata e sola. Per avere abbandonato la cosa che più amava fare, ossia dipingere, ed essersi dedicata a un lavoro che seppure svolge eccellentemente non le piace affatto. Per non essere in grado di stare accanto al fratello e alla cognata che vivono il dramma di avere una figlia malata che non arriverà mai a crescere, eppure trova sempre pretesti per non recarsi a casa loro o per prendere in braccio la bambina, sua “nipote”, come se non volesse affrontare quest’altro dolore che la vita le ha riservato.
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La prosa di Jami Attenberg è scorrevole e mai monotona. Andrea, personaggio dalle mille contraddizioni matura/immatura, decisa/insicura, dolce/acida, oscillante tra due dimensioni temporali, risulta simpatica sin dalle prime pagine del romanzo ed è un personaggio facile da amare e nel quale tante donne di oggi potranno identificarsi.
Per la prima foto, copyright: Chaz McGregor.
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