La Cina di ieri e di oggi. “Un’altra vita di donne & Tre lanterne” di Su Tong
È arrivato nelle librerie un mese fa e porta la firma di Su Tong, lo stesso scrittore a cui Zhang Yimou si è ispirato per la sceneggiatura del celebre film Lanterne rosse nel 1991. Si tratta di Un’altra vita di donne & Tre lanterne, volume edito da Atmosphere Libri e tradotto dal cinese da Antonio Leggieri. L’opera, ammaliante già dalla dimensione quasi fiabesca evocata dalla copertina, come suggerisce il titolo si compone di due racconti lunghi apparsi per la prima volta in una raccolta rispettivamente nel 1991 e nel 1995. Quest’anno sono stati riscoperti nel Belpaese da una casa editrice indipendente e hanno arricchito con la loro ambientazione quasi onirica la già nutrita bibliografia di Su Tong tradotta in italiano.
Si tratta di due vicende apparentemente diverse e indipendenti tra loro, che come unico denominatore possiedono una singolare atemporalità. Un’altra vita per le donne racconta la vita quotidiana di Jian Shaozhen e Jian Shaofen, due sorelle ormai adulte che gestiscono un negozio di salse e prodotti sott’aceto in via dei Cedri, al piano terra dello stesso edificio in cui abitano insieme. Le loro abitudini e scaramucce sono spesso ascoltate dalle tre commesse dell’alimentari, Gu Yaxian, Su Meixian e Hang Suyu, il cui lavoro viene coordinato dal prepotente casanova Sun Hanzhou.
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La storia si incentra in un primo momento su descrizioni e dialoghi “di ordinaria amministrazione”, che delineano in maniera tenue ma decisa i tratti caratteriali di ogni personaggio, mentre la trama prende gradualmente una piega inaspettata. La minore delle sorelle Jian, infatti, convola presto a nozze con il professore Zhang, pur essendo tra le due la meno istruita e pur non riuscendo a trovare nell’unione coniugale un’effettiva felicità. Nel frattempo, le liti tra lei e Jian Shaozhen non accennano a diminuire, soprattutto per via del fatto che la maggiore lamenta di essersi sempre estraniata dal mondo per proteggere e accudire Shaofen, esigendo ora il suo aiuto nel prendere le medicine richieste dalle sue condizioni di salute.
In Tre lanterne, invece, il protagonista è lo scemo del villaggio per antonomasia, originario di Quezhuang e misero al punto da essere stato dimenticato dai compaesani nel momento in cui inizia la guerra. Rimasto solo con le anatre di cui si prende cura in modo quasi maniacale, Bian Jin si imbatte allora in una ragazzina dal carattere aperto e curioso, di nome Scodellina. Con lei sarà costretto a fare i conti mentre tenta di provvedere alla propria sopravvivenza e assiste alla ricerca da parte della bambina di un po’ di olio che la aiuti ad accendere le tre lanterne collocate sull’imbarcazione della sua famiglia. Esattamente come accade in Un’altra vita per le donne, anche qui le aspettative di chi legge vengono ribaltate da un momento all’altro, conducendo a uno sviluppo dell’intreccio originale e imprevedibile.
Quel che più colpisce mentre si gusta la prosa piana ed evocativa di Su Tong è, però, la scelta di narrare due storie lontane dalla realtà contemporanea e di assoluta invenzione per rappresentare, in realtà, delle dinamiche sociali e comportamentali molto comuni tanto nella Cina di un tempo quanto in quella dei nostri giorni. Il suo sguardo disincantato riesce a parlare di conflitti bellici e familiari con la stessa forza empatica, trascinando con sé il pubblico in un viaggio alla scoperta della solitudine umana, più che di un popolo specifico. Le gelosie di Shaozhen e Shaofen sono infatti le nostre, così come assomigliano a un’esperienza potenzialmente tangibile in prima persona i pettegolezzi delle commesse o l’insolito rapporto tra un uomo analfabeta abituato a essere deriso da chiunque e una bambina dal nome buffo.
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Di conseguenza, a lettura ultimata, si riesce a intuire un fil rouge singolare e coerente tra i due racconti, che ne spiega l’accostamento nella stessa opera e riconferma la penna dell’autore seducente e piacevole da seguire, in un vortice di metafore esistenziali e di realia orientali che un’accurata postfazione del traduttore, peraltro, commenta e interpreta con notevole professionalità.
Per la prima foto, copyright: Sam Beasley su Unsplash.
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