La carica dei papà blogger con Francesco Uccello, autore di “Mo’ te lo spiego a papà”
Un blog simpatico, utile e intelligente quello di Francesco Uccello, autore di Mo’ te lo spiego a papà.
Il contatto con il noto papà blogger napoletano, che cura una rubrica per la rivista femminile «Gioia», diventata anche un libro edito da TEA, è arrivato dopo l’intervista di Sul Romanzo a una mamma blogger che spiegava il fenomeno interplanetario delle mamme che raccontano sul blog la vita insieme ai loro adorati pargoletti, con tutti gli annessi e i connessi del caso. Come accade nella vita reale, anche il web, dunque, ha fatto spazio alle mamme, lasciando distanziati i papà che, però, qualche rivincita se la stanno lentamente prendendo. E noi di Sul Romanzo non potevamo esimerci dal trattare l’argomento.
Educatore, marito della principessa Stefania, padre di due figli, rispettivamente di 7 e 6 anni, Francesco Uccello affronta nel suo blog tutti gli argomenti, anche i più disparati, da quelli legati alla vita del bebè in fasce a quelli che riguardano il mondo di tutti i giorni, eventi spiegati a modo suo, in maniera brillante, divertente e soprattutto fondata, senza prendere in giro i più piccoli. Care mamme e cari papà, se cercate qualche risposta, potete senz’altro consultare il blog di Francesco Uccello.
Come è nata l’idea del blog?
L’arrivo di un figlio stravolge completamente la tua vita che non sarà più la stessa di prima. Avevo bisogno, in qualche modo, di “sfogare” tutto ciò che stavo vivendo, nuove emozioni, nuove paure e ansie che si affacciano nella tua giornata. Il mio non è un blog di consigli, sia chiaro. Mentre le mamme si scambiano suggerimenti per l’allattamento, lo svezzamento, l’inizio dell’asilo o della scuola, a me non interessano consigli pedagogici perché ci sono già sul web e sono riportati da persone assai più competenti di me in materia. Sono stato spronato da mia moglie che è solita relegare a me il compito di spiegare come va il mondo. “Va’ da papà che te lo spiega” ed è così che è nato il blog, come terapia per tenere testa alle piccole e grandi difficoltà che ci troviamo ad affrontare noi genitori ogni giorno e per ridimensionare i problemi di pappe, pannolini, carrozzini o di un ginocchio sbucciato. Mò te lo spiego a papà è un modo tutto speciale, spesso ironico, per capire e decodificare le cose del mondo, attraverso gli occhi e le esperienze dei piccoli. Provo ad essere un domatore di bambini.
Allora, lei è alla guida del movimento dei papà blogger alla riscossa…
Il web è “razzista”. Le mamme blogger sono il triplo e tra di loro hanno formato uno scudo, una comunità coesa e compatta. Negli ultimi tempi, però, si sta verificando un’inversione di tendenza e i papà stanno imparando a mettersi in gioco e, forse, e sottolineo forse, sono riuscito ad aprire una breccia fra le mamme. Certamente, sarebbe d’aiuto se anche i media tradizionali parlassero di più dei padri. Di certo, il blog non è una community, anche se nel tempo il blog è cresciuto, ogni giorno sempre nuove lettere e comunicazioni.
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Dove ha imparato?
Sul campo, con l’esperienza e dagli errori. L’uomo impara ad essere papà col tempo, mentre per le mamme è più facile e immediato perché c’è la parte istintuale che facilita il compito, senza dimenticare la pletora di mamme, nonne, zie, amiche, cugine che hanno già avuto figli e si trasmettono questi saperi e consigli di saggezza millenaria. In Inghilterra ci sono i corsi post-parto, le ostetriche vengono a casa a controllare che tutto vada bene, che la mamma sappia allattare bene il bimbo, un’eccellente risposta di welfare. Qui in Italia non c’è questa prassi che in realtà sarebbe molto utile. Per il papà, poi, è ancora diverso. All’inizio arriva questo bambino che è quasi un competitor perché assorbe tutte le energie e le attenzioni di tua moglie, per la quale non esisti praticamente più. Per fortuna ho lavorato per 15 anni in campo educativo e quando ho avviato il blog ho ripensato tutte le mie attività anche in quella chiave.
Insomma, racconta gioie e dolori di una vita normale: sempre più spesso sentiamo dalla cronaca notizie tremende di tragedie in famiglia…
Beh, i figli ti mettono a dura prova con capricci o richieste assurde, a tutte le ore, per non parlare dello stress del lavoro o dei normali contrasti con tua moglie per lo stile educativo. I figli catalizzano tutto ciò che succede intorno. Ma è una vita normale, per fortuna, in cui ci si arrabbia per evitare di tenere sempre tutto dentro, si può piangere, ci si inventa qualcosa per ravvivare la routine di tutti i giorni. Insomma, le emozioni ci sono tutte in una vita normale per fortuna per metterle sul tavolo della vita, quelle belle e quelle brutte, purché in un “normale” canale. E va bene così.
Che cosa dicono i bambini mentre è al computer a scrivere?
Diciamo che sono abituati a vedermi lavorare da casa e scrivere al computer. Ormai non ci fanno più caso. Il piccolo, solo una volta, ha esclamato che da grande vorrebbe fare il lavoro di papà e scrivere. Vedremo se ciò dovesse accadere. In ogni caso cerco di dare loro stimoli positivi argomenti come il senso di responsabilità, la paghetta, e quei “no” che aiutano a crescere.
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