La caduta del patriarcato. La storia del sessismo, la lotta e la resistenza delle donne
Pitagora, Jean Jacques Rosseau, Immanuel Kant, Charles Darwin, Tommaso D’Aquino, Pierre Auguste Renoir, Charles Baudelaire, Woody Allen… e l’elenco sarebbe molto più lungo dei nomi scritti fino ad ora. Questi infatti sono solo alcuni dei protagonisti che troviamo in La caduta del patriarcato – La storia del sessismo, la lotta e la resistenza delle donne con testi di Marta Breen e illustrazione di Jenny Jordhal, edito da Einaudi Ragazzi. Tali individui sono accomunati da una cosa, cioè dall’aver descritto – e dissacrato pesantemente – il mondo femminile attraverso la lente del loro maschilismo.
Le due autrici del libro a fumetti hanno già raccontato in altri tomi la storia delle donne, ma in questo libro dimostrano quanto certi stereotipi e pregiudizi nei confronti della donna siano in realtà ancora presenti oggi e affondino le radici in un passato sì recente, ma anche molto lontano.
Basti pensare che in passato alle donne, per esempio, non era permesso svolgere determinati lavori in quanto ritenuti esclusivamente maschili e allora non c’erano attrici donne sul palco a teatro, difficile era trovare donne medico, o letterate. Alcune c’erano, ma di certo l’opprimente mentalità sessista non rese loro la vita facile. Accadde allora alcune femministe furono decapitate, molte suffragette finirono in prigione, altre donne furono costrette a sposare uomini che non amavano e scelti da altri, per volontà di un patriarcato costante. Sì ma cosa si intende con questo parolone? Il patriarcato, in ambito sociologico, è identificato come quel sistema organizzativo sociale nel quale le figure di sesso maschile detengono il potere e predominano in ruoli di leadership in ambito politico, di autorità morale, controllo. In ambito familiare è il padre che esercita la sua autorità su moglie e figli.
Questa graphic novel è dissacrante e allo stesso tempo sarcastico, ed è proprio grazie a tale atmosfera e alle illustrazioni della Jordhal che l’autrice riesce a trattare con acuta intelligenza il tema della prevaricazione maschile sul femminile, tanto è vero che le figure maschili presenti non ne escono per niente bene. Il volume è davvero molto interessante perché accompagna i lettori, femmine e maschi, ragazzi e adulti all’interno della storia della cultura del patriarcato, nel corso dei secoli per conoscere come questo fenomeno è nato, fino ad arrivare a conseguenze estreme come emerge da alcune pagine commoventi del libro:
«Molte donne eccezionali hanno incontrato grandi ostacoli nella loro epoca. Alcune hanno combattuto con i propri demoni e si sono arrese strada facendo. Altre sono state uccise. Non vi dimenticheremo mai».
Se da un lato le autrici rappresentano una buona parte di uomini colti e noti che hanno messo le donne in condizione di inferiorità con affermazioni a tratti davvero brutali e insensate e che hanno cercato in tutti i modi possibili e immaginabili di fermare la loro emancipazione, dall’altro, il libro presenta i nomi e anche le storie di quelle figure femminili che nel corso del tempo si sono battute per i loro diritti, per la loro parità e per il riconoscimento del loro ruolo all’interno della società prettamente maschile.
Tra le donne che fecero della cultura dell’emancipazione la loro fonte di vita privata e sociale come Madame de Staël che si circondava di uomini di cultura e teneva corrispondenza con personaggi illustri come lo zar Alessandro, Goethe e Thomas Jefferson. Altre figure invece per diffondere le loro opere utilizzarono uno pseudonimo maschile, perché consapevoli che nel caso avessero utilizzato il loro nome d’anagrafe nessuno avrebbe di certo preso in considerazione le loro opere. Tra queste figure ricordiamo Louisa Mary Alcott (A.M. Barnard), Mary Ann Evans (George Eliot), Violet Page (Vernon Lee), Emily, Anne e Charlotte Brönte (Currier, Ellis e Acton Bell), Colette (Willy) o J. K. Rowling (Robert Galbraith). Altre donne invece decisero di vestirsi da uomo per vivere in società, come fece l’artista Rosa Bonheur (1822-1899), la rivoluzionaria Petra Herrera (1887-1917) o il faraone Hatshepsut, una delle prime donne a travestirsi per svolgere il suo lavoro di guida del regno (1508-1458 a.C.) che portò l’antico Egitto a rifiorire.
Dalla letteratura, alla politica, alla cultura, passando per la sociologia, al viaggio nel mondo, alla scienza e la storia La caduta del patriarcato è un vero e proprio omaggio alle donne ribelli e coraggiose che hanno lottato e lottano ancora, sacrificando in certi momenti tutto, anche la loro vita, per fare valere non solo il loro essere donne, ma il loro sapere e fare le cose come gli uomini, e in certi casi pure meglio. E a fatica, ancora oggi, buona parte del mondo maschile ha difficoltà ad accettare i meriti e la superiorità di una donna, soprattutto in quegli ambiti sociali, lavorativi e culturali da secoli a panaggio degli uomini.
Tanto è stato fatto, ma ancora molto si deve fare per abbattere tali barriere. La caduta del patriarcato – La storia del sessismo, la lotta e la resistenza delle donne scritto da Marta Breen e illustrato da Jenny Jordhal è un libro davvero per tutti, dove il tono ironico riesce ad affrontare, senza banalizzare, il tema del patriarcato e tutte le difficoltà che le donne nel corso dei secoli hanno dovuto affrontare perabbattere gli ostacoli posti sul raggiungimento dell’uguaglianza tra gli individui.
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