L’uomo che vuole ricostruire una biblioteca incendiata dall’ISIS
La storia che stiamo per raccontarvi è un esempio di come anche nelle situazioni più gravi e disperate la volontà positiva riesce comunque a trovare soluzioni.
Siamo a Mosul, una delle città più martoriate dall’ISIS che ne prese il controllo nel 2014 per dichiarare la nascita del suo califfato. All’arrivo dell’ISIS, l’Università di Mosul, fondata nel 1967, era una delle più apprezzate della regione e offriva corsi di laurea in medicina e ingegneria, oltre a dottorati di ricerca in varie discipline, come storia e scienze politiche. La biblioteca centrale ospitava migliaia di centinaia di libri in arabo e inglese, mappe storiche risalenti all’epoca dell’impero ottomano, e antichi manoscritti islamici, incluso un Corano del IX secolo.
Appena arrivati in città, i militanti dell’ISIS colpirono i centri principali della città, incluse l’università che fu interamente saccheggiata e usarono lo spazio della biblioteca centrale per rinchiudere i docenti universitari e costringerli a riscrivere i libri di testo per il nuovo sistema educativo pensato dal califfato.
In seguito la biblioteca fu incendiata causando la distruzione completa di migliaia di libri e manoscritti.
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E mentre le forze di sicurezza cominciarono a riconquistare la periferia di Mosul – le forze irachene hanno ripreso possesso della vecchia città di Mosul solo poche settimane fa e il primo ministro del paese, forse prematuramente, ha dichiarato la fine del califfato – un uomo ha iniziato l'ardua impresa di rifondare la biblioteca, libro dopo libro.
Mosul Eye, un anonimo blogger che ha raccontato la vita a Mosul durante l’occupazione dell’Isis, è fuggito dalla città nel 2016 ma tuttora scrive sulla situazione in città e sta guidando il progetto per ricostruire la biblioteca centrale.
Mosul Eye, che dichiara di essersi laureato presso quella stessa università e di avervi insegnato fino a quando l’Isis non si è impadronito della città, si presenta come uno storico. Intervistato da BuzzFeed News, ha rivelato molto poco di sé: «Posso dirvi che non ho ancora quarant’anni» e ha insistito molto sulla volontà di restare anonimo per proteggere se stesso e i suoi cari. Ma ha parlato delle sue speranze per la biblioteca.
LEGGI ANCHE – Dalla spazzatura una biblioteca di 20 mila libri. Una storia che dona speranza
Mosul Eye racconta che a gennaio, non appena la parte della città in cui si trovava l’università è stata liberata, un gruppo di volontari locali si è recato alla biblioteca per mettere in salvo quello che non era stato distrutto dall’Isis. Anche se la maggior parte dei libri è andata perduta, sono stati in grado di recuperare circa 2000 volumi, molti dei quali provenivano da collezioni private e soltanto alcune centinaia tra i libri rari conservati negli archivi della biblioteca.
In seguito Mosul Eye ha lanciato attraverso il suo blog un invito internazionale per richiedere donazioni di libri e «la risposta è stata eccezionale».
A Baghdad, la capitale del paese, sono stati organizzati mercati all’aperto per vendere i libri che chi poteva ha acquistato per donarli con l’obiettivo di ricostruire la nuova biblioteca.
Anche la risposta internazionale è stata ugualmente impressionante. «La gente ci ha inviato libri dall’Australia, dall’Europa, dagli Stati Uniti, e sugli argomenti più disparati e in varie lingue».
Finora sono stati raccolti circa 10 mila libri, ma il gruppo mira a raggiungere i 200 mila volumi per riaprire la biblioteca. Molti di loro sono stati spediti nella città di Irbil, dove un gruppo di volontari li sta etichettando e catalogando. Negli Stati Uniti, Iraqi & American Reconciliation, un’organizzazione no profit con sede in Minnesota, ha raccolto libri e donazioni per coprire i costi di trasporto. In Europa, una piccola ONG con sede a Marsiglia, la Entraide et Coopération en Méditerranée, si è impegnata a spedire 20 tonnellate di libri in un container.
Ma il gruppo deve anche organizzare la logistica per spedire centinaia di migliaia di libri verso una città da poco strappata alla guerra: «Stiamo lavorando con le autorità di Mosul per organizzare il trasporto di libri e per poter avere uno spazio disponibile quando saranno sul posto».
A maggio, Mosul Eye ha organizzato un festival culturale di fronte alla sede della biblioteca centrale e, come prezzo d’ingresso, ogni partecipante ha dovuto portare un libro da donare.
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Al momento Mosule Eye e i suoi volontari sono riusciti a raccogliere molti libri in varie discipline e lingue, ma sono ancora alla ricerca di testi in medicina, scienze e studi umanistici. Nelle ultime settimane ha ricevuto impegni formali da parte di alcune importanti università e biblioteche dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, e questo sta rafforzando il suo entusiasmo:
«Se riusciamo ad avere uno spazio pronto per la fine di quest’anno, potremmo riaprire la biblioteca all’inizio del 2018».
Anche se Mosul Eye sa che la biblioteca non sarà più la stessa, spera che diventerà di nuovo «un faro per la conoscenza e le arti» dove le menti curiose dei giovani di Mosul possano imparare qualcosa sulla storia della città e del mondo.
«Dobbiamo mettere di nuovo in relazione Mosul con il resto del mondo. Abbiamo bisogno che il mondo continui a interessarsi a Mosul anche dopo che l’Isis ha perduto il controllo sulla città. Non abbandonateci ora».
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