L’università di Yale è razzista: gli studenti lanciano una petizione
L’università di Yale, una delle più prestigiose al mondo, si trova in questi giorni al centro di una polemica molto forte, dal momento che alcuni studenti hanno accusato il suo dipartimento di Lingua e Letteratura inglese di essere razzista.
Al centro delle polemiche c’è un corso ben preciso: quello in cui l’università del Connecticut richiede ai suoi studenti di inglese di prendere in esame per due semestri una selezione di autori ritenuti i maggiori poeti inglesi. Si tratta di Geoffrey Chaucer, Edmund Spenser, William Shakespeare e John Donne, per il semestre autunnale, e John Milton, Alexander Pope, William Wordsworth e T.S. Eliot o un altro poeta moderno, per quello primaverile.
La prima accusa
Nel mese di aprile, Adriana Miele, una studentessa di Yale, aveva scritto un articolo sul giornale studentesco «Yale Daily News», con il quale muoveva una critica molto forte al corso accusato di «insegnare agli studenti come analizzare le opere canoniche della letteratura», ma «non a porre in questione le ragioni per cui sono considerate canoniche o le implicazioni di queste opere canoniche che opprimono ed emarginano le persone non bianche, non uomini, i trans e gli omosessuali… È possibile laurearsi in lingua e letteratura inglese leggendo solo le opere di uomini bianchi. Molti studenti non leggono una sola scrittrice nei due corsi fondamenti. Questo dipartimento contribuisce attivamente alla cancellazione della storia».
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L’accusa, dunque, è chiara: l’università di Yale opera un’azione di discriminazione perché, almeno nel corso citato, imporrebbe solo lo studio di autori bianchi di sesso maschile.
La risposta dell’Università
All’articolo di Adriana Miele è seguita la risposta dell’università che, però, si è limitata a ribadire le finalità del corso, che in sostanza vuole «fornire a tutti gli studenti un’introduzione generosa alle preoccupazioni formali e tematiche che ricorrono nella tradizione letteraria inglese». Le poesie che gli studenti leggono, aggiunge l’università, «affrontano questioni e problemi che risuonano nell’intera storia della letteratura inglese: lo status della lingua vernacolare, la promessa morale e i pericoli della fiction, le relazioni tra uomini e donne, la natura dell’eroismo, la ricchezza della tradizione e il desiderio di fare qualcosa di nuovo».
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La petizione degli studenti
Evidentemente, la risposta dell’università non è bastata agli studenti di Yale che hanno lanciato una petizione in cui hanno chiesto di «decolonizzare» il corso, sostenendo che «è inaccettabile che uno studente di Yale che voglia laurearsi in letteratura inglese possa leggere solo autori maschi bianchi».
La loro proposta è molto chiara: abolire il riferimento ai maggiori poeti inglesi e ritarare il corso sui poeti attivi fino al 1900 «per includere in maniera deliberata esempi di letteratura che riguardano questioni di genere, razza, sessualità, la discriminazione verso persone con disabilità e aspetti legati alle origini etniche».
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La petizione riporta che «un anno trascorso in un seminario dal quale sono esclusi i contributi letterari di donne, persone di colore e omosessuali danneggia tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro identità» e che ovviamente «crea una cultura ostile verso gli studenti di colore».
Secondo lo «Yale Daily News», la petizione è stata firmata da almeno 160 studenti.
Le reazioni
Alcuni membri della facoltà di inglese di Yale hanno accolto favorevolmente la petizione. Il professor Jill Richard ha dichiarato allo «Yale Daily News» che anche lui considera «inaccettabile che i due corsi semestrali coprano le opere di 8 poeti uomini bianchi».
Ma la petizione ha raccolto anche aspre critiche da ex membri dell’università. La scrittrice Katy Waldman, ad esempio, che ha studiato letteratura inglese a Yale, ha consigliato agli studenti di «turarsi il naso e leggere molti poeti maschi, se vogliono diventare esperti di letteratura inglese. Molti, anche più di otto».
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«Il canone è quello che è e chiunque voglia capire come continui a fluire deve imparare a nuotarci dentro» prosegue Waldman. «Non sto sostenendo che sia accettabile per uno studente d’inglese laurearsi avendo letto solo opere di uomini bianchi o anche che il 70% delle opere lette sia stato scritto da uomini bianchi. Ma non puoi professarti di essere uno studente di letteratura inglese se non ti sei soffermato sulle scie di alcune figure fondamenti, che può accadere che siano (ahimè) sia maschi sia bianchi».
La questione, dunque, è ancora molto aperta, ed è presto per dire se la petizione possa raggiungere il suo obiettivo e se si tratti davvero di un atteggiamento razzista da parte dell’università di Yale. Va sicuramente detto che i nomi citati nel corso sono senz’altro tra i migliori poeti della letteratura inglese, ma possibile che non si riesca ad allargare l’ambito di interesse inserendo anche altri autori che non siano maschi e bianchi?
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