L'istruzione riparte? – Parte II
Già abbiamo fatto una riflessione generale su ciò che l'Istruzione riparte rappresenta e, in parte, abbiamo analizzato alcuni dei contenuti presenti nel documento del Miur. Ma si può osservare meglio e di più.
Abbiamo creato, per così dire, un gruppo di spese che dovrebbero essere ovvie e che, invece, vengono segnalate per il loro grado di innovazione. Naturalmente meglio di nulla, è inteso: però i 15 milioni di europer il wireless nelle scuole potrebbero essere commentati da qualcuno, che magari non è addentro alla scuola, con un: «Ma come, non ci dovrebbe già essere?». Eppure ciò che è realtà per alcune istituzioni è ancora un lontano miraggio per altre. Così pure i 15 milioni di euro per spese di trasporto di studenti meritevoli e con disabilità, che in un Paese civile dovrebbero essere ovvi. Vale lo stesso per i 6 milioni circa dedicati al rafforzamento dell'orientamento in uscita, sia nella scuola secondaria di primo grado sia in quella di secondo, con «interventi specifici per gli studenti con disabilità». In ogni caso, c'è da star ben contenti che si sia pensato anche a loro, a meno che non si voglia essere fatalisti e chiedersi quanti di questi fondi arriveranno nel concreto nei singoli casi di intervento.
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Stupisce poi la presenza di alcune idee molto concrete che però non trovano copertura finanziaria, forse perché si è pensato che non ne necessitino. Si tratta del divieto di fumo esteso anche nelle aree all'aperto e alle sigarette elettroniche (ma esisteva già il progetto per le scuole libere dal fumo) o la quota di prodotti provenienti da sistemi di filiera corta e biologica per le refezioni scolastiche. Idea ben pensata, resta ora da capire cosa avverrà nel concreto. Più difficile è per me capire come si potrà combattere la dispersione scolastica attraverso il rafforzamento delle competenze di base e dei metodi didattici individuali, oltre che attraverso il prolungamento dell'orario scolastico nelle realtà dove il fenomeno ha numeri elevati, senza alcun fondo per farlo. A meno che, si intende, i 15 milioni previsti per questo punto non vadano declinati nel concreto in questi due ambiti di intervento.
Nel complesso, insomma, un intervento legislativo non del tutto incisivo, che introduce alcuni elementi di grande novità ma con un tono minore, quasi in sordina; come se le cose nuove nella scuola non potessero mai essere del tutto efficaci.
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