L'intera città di Torino ha smesso di leggere libri, ecco i motivi
L'intera città di Torino ha smesso di leggere libri. Già, stando all'ultimo Rapporto sullo stato dell'editoria in Italia curato dall'Ufficio studi dell'Associazione Italiana Editori, nel 2014 il numero dei lettori è sceso del 3,4% rispetto all'anno precedente, pari a 848 mila lettori in meno (poco meno degli abitanti del capoluogo piemontese). Un dato che si allinea, purtroppo, ad altri numeri negativi come calo registrato dal mercato del libro (-3,6%), l’andamento negativo nel numero di titoli pubblicati (-3,5%) e la diminuzione delle copie vendute di «carta» (-6,4%).
L'Aie parla di un anno di Grande Trasformazione per il mercato del libro. “Cambiamento” è la parola chiave: cambiamento di regole (basti pensare all’Iva degli ebook), di processi produttivi e distributivi, di prodotti e di modi per informarsi su cosa leggere e dove comprare. L'Associazione degli editori parla di trasformazione della filiera editoriale, di crisi e di scenari macroeconomici, parole che in realtà lasciano intuire che dietro la definizione di Grande trasformazione continui ad esserci solo una nebbia fitta stagnante da alcuni anni, oltre la quale non si riesce a vedere e che costringe, per così dire, a stare alla finestra in attesa di capire meglio l'evolversi, naturale o meno, della situazione.
Se un segnale d'ottimismo può venire dai segni “+” di questo Rapporto, giusto allora vederli da vicino, attenti a non scivolare in facili entusiasmi. Ecco dunque che cresce il segmento dell’editoria per ragazzi (sia per i titoli prodotti, +5,9%, che per la quota di mercato, +5,7%), cresce il mercato digitale e l’ebook in particolare (+26,7% i titoli ebook prodotti) e cresce l’export. Ma crescono anche le case editrici, in particolare i piccolissimi editori: nel 2014 sono state 1.190 le case editrici che hanno pubblicato almeno 10 libri. A chi fa notare che sono troppe per un Paese che, in fondo, non ama il prodotto libro, l'Aie replica che comunque dietro a questi dati ci sono nuovi progetti editoriali, che è un segno di vitalità del settore, che... è la Grande Trasformazione, bellezza.
In realtà le uniche vere buone notizie sembrano venire solo dal digitale. Nel 2014 la produzione di titoli ebook e cresciuta di un +26,7% (si passa dalle 40.800 del 2013 alle 51.692 manifestazioni del 2014), anche se il mercato ebook rappresenta ancora una fettina veramente piccola dell'intero mercato del libro, il 3,4%, che equivale a una quota di circa 40,5milioni di euro (+26,1% sul 2013). L’insieme del digitale (ebook + banche dati e servizi web ad aziende e professionisti) vale nel 2014 qualcosa come 238,6 milioni di euro (+18,9% rispetto al 2013) e rappresenta il 9,4% di un mercato nel quale, appena 3 anni prima, rappresentava il 5,2%.
Qualcos'altro di buono si legge nei dati riguardanti la vendita dei diritti di pubblicazione all'estero, che cresce per il secondo anno consecutivo. Nel 2014 si registra un +6,8% nel numero di titoli ceduti, mentre cresce anche l’export di libri italiani, che registrano un fatturato di 40milioni di euro (+2,6% sul 2013). Nel 2001 si vendevano all’estero diritti per 1.800 titoli, nel 2010 (anno pre-crisi) 4.217, nel 2014 si è arrivati a 4.914: sono l’8% della produzione nazionale.
Già, a proposito di produzione nazionale: sono 61mila i nuovi titoli su carta che il settore ci ha messo a disposizione nel 2014, ai quali si aggiungono 52mila ebook. Cresce, benino, solo il segmento dei libri per bambini e ragazzi, che aumenta la produzione del 5,9% nel 2014, mentre stupisce il dato dei libri del settore educativo, che segna un +84,1%, con un incremento che tuttavia l'Aie non riesce a spiegare.
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Nel complesso, però, il mercato del libro scende ancora. Il 2014 ha registrato un fatturato complessivo di 2,6miliardi di euro, con una flessione del -3,6% sull’anno precedente. Per il comparto dell'editoria significa 97,5milioni di euro di ricavi in meno, a continuare un trend negativo che prosegue ininterrotto dal 2011, quando il fatturato complessivo era di 3,1miliardi di euro. Tradotto in numero di titoli in vendita, il catalogo “vivo” di libri di carta in commercio (i cosiddetti titoli commercialmente vivi) è di 861mila (+6% sul 2013), mentre quello di libri digitali è in crescita impetuosa, superando le 158mila manifestazioni (+52,7% sul 2013). Tutto questo mentre, buona notizia per i lettori, continuano a calare i prezzi di copertina sia dei libri di carta (-6,4%) che degli ebook (-6,1%) al netto dell’Iva.
Un occhio al comportamento dei lettori ci dice che cala la lettura di libri di carta mentre cresce quella di ebook, ma a livelli complessivi l'Italia è tornata indietro di 11 anni, ai livelli del 2003: lo scorso anno solo il 41,4% della popolazione ha avuto incontri ravvicinati con l'oggetto libro. Calano i deboli lettori (-6,8% nel 2014) e calano (anche se molto meno) pure quelli forti (-0,4% quelli che leggono un libro al mese). La popolazione femminile continua a leggere più di quella maschile (48% vs. 34,5%) ma anch’essa legge di meno che nel passato: -2,4% nel 2014, così come legge di meno anche la fascia della popolazione giovanile e che frequenta la scuola. Tra 2013 e 2014 si perde il 17,7% di lettori nelle età che vanno da 6 a 19 anni. Se guardiamo al solo comparto ebook i lettori nel 2014 sono stati 5 milioni, l’8,7% del totale complessivo di lettori di libri; un bel salto dal 2011, quando erano 1,1milioni (1,9 milioni nel 2013.
Anche i canali di vendita sono in evoluzione. I lettori si rivolgono principalmente alle librerie (indipendenti e di catena), anche se sempre di meno: si è passati dal 78,6% del 2013 degli acquisti al 71,3% dello scorso anno. Calano i dati delle librerie a conduzione familiare, che scendono dal 38,8% al 30,7%, ma il calo più forte, addirittura a doppia cifra, riguarda le vendite nella Grande distribuzione organizzata (supermercati, ipermercati, ecc), soprattutto per la carenza di grandi best seller di richiamo e per l’attenzione delle famiglie al carrello della spesa. Aumentano solo le vendite e-commerce, che per il solo comparto dei libri fisici è passato al 13,8% (dal 5,1% che rappresentava appena nel 2010).
Infine l'indagine dell'Aie rivolge uno sguardo al 2015, con un analisi dei dati dei primi sei mesi dell'anno, anche questi tutt'altro che positivi. Meno 2,8% il fatturato nei canali trade, -4,8% le copie, una percentuale che si traduce in circa 2 milioni di libri venduti in meno (per la precisione 2,156 milioni in meno) e 15,8 milioni di euro in meno di fatturato. Cresce però il numero dei titoli pubblicati: si passa dai 25.521 titoli dei primi sei mesi del 2013 ai 30.961 titoli pubblicati tra gennaio e giugno di quest’anno. In questo sono gli ebook a registrare l'aumento più evidente, con una crescita del 50% tra il periodo gennaio-giugno 2014 e il corrispondente periodo di quest’anno (erano 7.858 gli ebook pubblicati nel 2012, 13.403 (+70,6%) nel 2013 e 14.684 nel 2014). Nei primi sei mesi del 2015 si è toccata quota 26.908. L’incidenza che l’ebook ha sulla produzione di carta ha raggiunto ormai la soglia dell’86,9% (era del 28,8% solo quattro anni fa).
Dati in controtendenza, quindi, quelli del Rapporto sullo stato dell'editoria in Italia curato dall'Ufficio studi dell'Aie. Numeri che magari ci diranno di più tra qualche anno, quanto la rivoluzione del settore editoriale sarà più matura e probabilmente stabilizzata e, speriamo, quando sarà solo un ricordo il fatto che oggi un numero di lettori pari all'intera città di Torino ha smesso di leggere libri.
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