L’intensità del mare. “La cerimonia del nuoto” di Valentina Fortichiari
Intenso e vibrante tra vita e morte, questo il sentire che attraversa le diverse storie raccontate in La cerimonia del nuoto di Valentina Fortichiari (Bompiani).
Il nuoto, il muoversi all’interno dello spazio sconfinato marino, le sfide che oceani e mari rappresentano per le creature che lo popolano: è questo il viaggio che la nostra autrice ci propone, l’osservazione dello stare al mondo, del vivere, che non riguarda solo squali, tonni, cavallucci marini.
Come le creature del regno acquatico anche gli uomini si confrontano con il mare, lottano, soccombono così come resistono ai pericoli, al male, al “nemico”.
Vuoi conoscere potenzialità e debolezze del tuo romanzo? Ecco la nostra Valutazione d’Inedito
Come i tonni protagonisti delle macabre mattanze che lottano fino all’ultimo per vivere così anche gli uomini stipati nelle carrette del mare che finiscono in acqua cercano di resistere. Ci sarà un tonno, un uomo che vivrà oltre ogni previsione che lo vorrebbe vinto tra i vinti, un anelito di vita, una forza di conservazione, un istinto che rimanda l’appuntamento con la morte per altri invece dura e penosa realtà.
Il nuotare, lo stile del nuoto, il solcare le acque diventano per così dire paradigmatiche di un altro cammino, quello della vita.
Ma il nuoto è anche ritorno alle origini, libertà, condivisione, luogo di composizione dei dolori, delle gioie, è cerimonia di iniziazione e di commiato verso la vita. Un aspetto, questo, che viene fuori nell’ultima parte del lavoro narrativo della Fortichiari, a metà strada tra il romanzo e il racconto. È qui che la presenza degli uomini si delinea maggiormente in un universo narrativo popolato di balene, unicorni marini, squali e capodogli. Accanto a loro storie di eschimesi o abitanti di luoghi al confine del mondo conosciuto, predatori ma anch’essi prede in una battaglia, senza esclusioni di colpi, che è quella per la sopravvivenza.
Al lettore che legge queste intense pagine vibranti, scritte con un ritmo perfetto e con un uso sapiente delle descrizioni, che rende il lavoro della nostra autrice a tratti quasi documentaristico, non è dato il tempo, fino a quasi alla fine, di un legame con i personaggi.
È proprio la fine a regalarci un momento che potremmo definire catartico: la storia più intensa che occupa lo spazio di due bellissimi capitoli. La relazione di un padre e una figlia, sullo sfondo dei bellissimi paesaggi tra mare e montagna delle isole norvegesi.
Nelle ultime trenta pagine ecco che il lettore che fino a questo momento ha “consumato” il libro in un rapporto più distaccato quasi da osservatore viene catapultato in un mondo di sentimenti e paure che ognuno in modo diverso ha vissuto, temuto, immaginato.
La storia di Arya e di suo padre, della sua crescita, del suo rapporto e iniziazione al mare, della sintonia con il padre nelle traversate ogni volta vissute come un riconoscersi e come un tenersi reciprocamente in vita. Se nell’infanzia era il papà a orientare la bimba, poi adolescente e giovane, con l’andare degli anni è Arya a indirizzare in quel nuoto-cammino il suo papà ormai malato. È lei a volerlo portare con sé, a insistere per farsi seguire, per non cedere e non soccombere alla malattia. Ma viene sempre il momento di dirsi addio.
«Perché nuotare insieme, dal giorno in cui ho potuto seguire mio padre, era per me patto, imitazione, condivisione di radici, appartenenza. I gesti, le bracciate, il modo di uscire con testa e bocca per prendere fiato, valevano come un esempio, un modo per dire ‘ecco, sei mia figlia anche in questo’. Si stava in superficie, e non solo in acqua; successivamente, sarebbe venuto il momento di conoscere in profondità il suo garbo, il decoro, i sentimenti mai rivelati per pudore. Ancora adesso nuotare con qualcuno ha per me il significato di un legame affettivo importante e non detto».
GRATIS il nostro manuale di scrittura creativa? Clicca qui!
Ecco che nel mare, in quel solcare l’acqua, in quel nuotare tutto si ricompone: «È in questi momenti che prendo coscienza di uno stato di grazia indicibile. Sono senza età, senza nome, non ho identità. Non conosco passato né futuro. Solo il qui e ora di puro movimento, muscoli e pulsazioni, respiro».
Per la prima foto, copyright: Cristian Álvarez.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi