“L’astronomo” di Lawrence Goldstone [Traduzione italiana in anteprima]
Lawrence Goldstone è autore di opere di narrativa storica di gran pregio tra cui The Activist, Dark Bargain e, in collaborazione con la moglie Nancy, Out of the Flames e The Cipher. Oltre a The Astronomer è autore di un thriller sulla storia della medicina, The Anatomy of Deception. Vive a Westport, nello stato americano del Connecticut.
L'astronomo è un magistrale romanzo di devozione religiosa mista al tradimento, e uno sconcertante ritratto di ciò che sarebbe potuto accadere in un momento cruciale della storia, quando la scienza e le antiche credenze religiose non poterono fare a meno di scontrarsi.
Parigi, 1534. Uno studente del Collège Catholique de Montaigu, al servizio dell’Inquisizione in qualità di corriere segreto, viene assassinato dai membri di una fazione radicale di Luterani. L’amico, e compagno di studi, Amaury de Faverges, figlio illegittimo del Duca di Savoia e studioso di scienze naturali, viene reclutato dagli agenti dell'Inquisizione per proseguire nell’incarico affidato al compagno, in cambio della promessa di un documento di legittimazione della propria nascita se riuscirà a scoprire quale oscura minaccia rischia di far crollare il mondo cattolico e il regno di Francesco I.
Viaggiando sotto mentite spoglie, Amaury si dirige verso Sud, alla corte della sorella del re, Margherita di Navarra, dove si cela il cuore della cospirazione. Più in profondità egli si addentrerà, più si vedrà costretto ad affrontare i propri dubbi in materia di fede e di religione. E quando scoprirà uno sconcertante, misterioso e criptico manoscritto riconoscerà i pericoli che lo attendono in agguato lungo il percorso che non potrà più evitare di intraprendere.
***
CAPITOLO II
Università di Parigi, Collegio di Montaigu, 20 febbraio 1534
Amaury de Faverges strinse il gelido ferro della maniglia, poi si appoggiò con cautela al legno tarlato della porta. Lo scricchiolio dei cardini arrugginiti avrebbe potuto tradirlo tanto rapidamente quanto uno dei sorveglianti. La fustigazione e un mese di isolamento in preghiera, a pane e acqua, in una lugubre cella priva di riscaldamento e di aerazione, non glieli avrebbe risparmiati nessuno. Ma Dio era con lui, e i battenti cedettero. Trattenendo il fiato, Amaury li socchiuse quel tanto che gli bastò per intrufolarsi dentro la stanza. Gli erano sorti dei dubbi quando Bernard, all'apparenza niente più che un gioviale sempliciotto, gli era stato raccomandato come uno dei complici più fidati. Ma Giles aveva avuto ragione. Se Bernard veniva ricompensato per assicurarsi che una serratura fosse manomessa due ore dopo mezzanotte, così sarebbe stato. Erano passati quattro mesi e Bernard non lo aveva mai deluso.
Amaury mise piede nella stanza e si guardò attorno. Nessuno in vista. Accompagnò le due porte, si accertò che fossero ben chiuse con il chiavistello, poi si diresse verso il passaggio a volta che conduceva al quartiere dei dormitori. Aprì appena la sesta porta sulla destra, della quale Bernard si era ancora una volta preso cura e i cui cardini aveva egli stesso provveduto a oliare. Solo quando i battenti si riaccostarono alle sue spalle, Amaury osò prendere un altro respiro.
Fissò il cubicolo che per nove anni era stato la sua casa, tirò un sospiro di sollievo e si accasciò sul giaciglio di paglia, spronato e pungolato dai continui spifferi d'aria. Il tempo per riposare sarebbe stato minimo prima di doversi recare alle funzioni mattutine.
Mettersi in un simile pericolo, pensò. E tutto per poter avere accesso a un libro.
[…]
Amaury, all'improvviso, si sentì mancare l'equilibrio e si appoggiò al muro per evitare di finire a terra. Oh, Dio. Poter essere fuori da quelle mura, nella sua piccola stanza in affitto, ed esplorare le meraviglie dei cieli, le formulazioni logiche di Aristotele e le descrizioni ispirate di Tolomeo, che raccontavano delle creazioni del Signore, di pianeti e di astri in movimento attorno alla Terra all’interno di sfere impercettibili. E riflettere sulla nozione del medico tedesco Paracelso, secondo il quale la malattia non era generata da uno squilibrio degli umori, ma da agenti esterni. E magari avere anche la possibilità di osservare una dissezione alla scuola di medicina, dove una nuova teoria sull'anatomia umana sembrava pronta a rovesciare un millennio di ignoranza.
E invece, Amaury de Faverge languiva nel collegio di Montaigu, dove il sapere veniva inculcato con le percosse. Come si poteva pensare che il vero sapere si ottenesse attraverso il dolore, la deprivazione e la devozione forzata? Che l'intimidazione e l'abuso permettessero di sentirsi più vicini a Dio? Tuttavia ciò era quasi sicuramente quello di cui erano convinti i padri della Chiesa. Perché proprio loro avevano scelto Montaigu, uno dei più piccoli tra i quarantadue collegi compresi all'interno dell'università di Parigi, per trasformarlo nel centro più importante dell’educazione ecclesiastica del mondo cristiano.
CAPITOLO III
«[…]
A dispetto di ciò che voi possiate pensare, i vostri sentimenti non mi toccano minimamente. Ciò che interessa a me è il fatto che, nella vostra brama di intraprendere quei vostri studi scientifici, voi avete corrotto un servitore affinché vi aiutasse a uscire di soppiatto durante il giorno, in modo tale da poter acquistare trattati proibiti, che avete nascosto in una stanza in affitto. Quindi siete sgattaiolato fuori in piena notte per poterli leggere senza venire osservato. Avete letto interpretazioni eterodosse relative alla struttura del corpo umano, alle cause delle malattie, alle origini delle maree e persino alla configurazione stessa dei cieli».
«E voi come lo sapete?» Amaury non credeva alle proprie orecchie. «Siete entrati nella mia stanza?»
«Certo. E siamo stati dal libraio dal quale vi siete fatto procurare la maggior parte del materiale. Non c’è niente che voi mi possiate tenere nascosto». Ory si strinse nuovamente nelle spalle. «Ma, come a volte accade, le vostre azioni illecite coincidono perfettamente con i compiti della missione che io e Magister Beda abbiamo intenzione di affidarvi. Il vostro peccato sarà fonte di ricompensa. Poiché siete una figura laica, quando vi troverete in mezzo ai nostri nemici non vi tradirete alla prima proposta eretica, come probabilmente farebbero i vostri devoti compagni di studi. Questa è l'opportunità che vi offriamo per conquistare ciò che desideravate ottenere quando siete arrivato qui, ma ora parliamo di un grado decisamente più elevato. Suppongo che voi non siate il tipo da rifiutare un’opportunità».
«Solo gli insensati rifiutano le opportunità».
«Esattamente». L'inquisitore intrecciò le dita sotto il mento, intento a prendere la decisione conclusiva riguardo alla propria offerta. Dopo qualche istante posò le mani nuovamente in grembo e si sporse verso Amaury. «Le ricompense di una Chiesa piena di gratitudine per il successo e il completamento di questa missione saranno tanto grandi quanto gli ostacoli. Nessun uomo che esprima la propria lealtà nei confronti di un compito tanto cruciale dovrebbe ritrovarsi, in futuro, ad affrontare la vita penalizzato da una nascita accidentale. Il Santo Padre stesso appoggia i nostri scopi e la nostra volontà e, al vostro ritorno, si è detto pronto a firmarvi un decreto di legittimità».
«I vostri obblighi», disse Ory, assumendo il tono ripetitivo proprio dell'inquisitore per rendere ancora più evidente il fatto di trovarsi di fronte a un essere di rango inferiore, «consisteranno nell'aiutarci a ottenere una costante affluenza di informazioni dai componenti della setta luterana clandestina. Non solo dobbiamo essere al corrente di ciò che i nostri nemici stanno facendo, ma anche di ciò che intendono fare».
«Mi state chiedendo di diventare una spia».
«Mai!» Sbottò Ory con un deciso cenno del capo. «Non una spia. Le spie agiscono a danno dei giusti favorendo i malvagi. Voi sarete un agente al servizio di Dio».
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Da quale parte dell'equazione ci si trovasse dipendeva dalle proprie definizioni, pensò Amaury che si guardò bene dal fiatare.
«Vi metto in guardia, tuttavia», aggiunse Ory, «sul fatto che noi stiamo trattando con un nemico spietato e disposto a tutto. Quindi, per poter salvare la Chiesa, dobbiamo sfoderare le medesime armi... e, quando necessario, rivelarci altrettanto spietati. Voi vi sentite pronto a tale dedizione?»
«Non accetterei mai un incarico che non fossi preparato a portare a termine fedelmente»
«Lo vedremo. Il vostro è un compito molto specifico». Ory abbassò il tono di voce. «Tra i luterani sta prendendo corpo una cospirazione. Una cospirazione di tale portata, che solo un numero esiguo dei loro membri ne è stato messo al corrente . Ci è giunta notizia che i congiurati hanno intenzione di rendere pubblica una scoperta cruciale, un segreto di una potenza e di una rilevanza tali da far crollare una volta per tutte le vecchie istituzioni».
«Quale genere di scoperta?», domandò Amaury. «L'idea appare insensata»
«Vi assicuro che non lo è. Questi eretici sostengono di essere in grado di dimostrare la falsità delle Sacre Scritture... Almeno delle Sacre Scritture come ora vengono accettate da tutti coloro che appartengono alla Vera Fede. Ha a che fare con il libro della Genesi»
«Come? Non è plausibile. La Genesi è la parola di Dio stesso. Nessuno potrebbe dimostrarne l’inattendibilità». L'affermazione sarebbe apparsa del tutto ridicola se non fosse venuta dall'Inquisitore di Francia, dall'uomo che, letteralmente, non aveva mai pronunciato niente di cui poter ridere nel corso della propria esistenza. «Oltretutto, perché mai i Luterani desidererebbero dimostrare l’infondatezza della Genesi? Fa parte del loro credo tanto quanto è parte del nostro».
«Sono d'accordo», replicò Ory. «Tuttavia, è esattamente quanto i Luterani intendono fare».
«Io non voglio mettere in dubbio le Vostre parole, Magister. Ma siete sicuro che non si tratti di una beffa?»
«Ne sono certo. Uno dei nostri fedeli, ingraziandosi i Luterani, ci ha confermato, con informazioni inoppugnabili, che la cospirazione è reale».
«E dunque come mai non è in grado di scoprirne la natura?»
«Sfortuna. O tradimento. Ieri notte è stato assassinato in strada. Pugnalato in un vicolo, nei pressi di Porta del Tempio. L'hanno fatto apparire come un semplice furto. E forse lo è stato. Una decina di uomini, ogni notte, incontra lo stesso destino a Parigi. Io spero, per il vostro bene, che si sia trattato di un reato non premeditato. In ogni caso, è necessario che qualcuno prosegua sui suoi passi. Il pericolo vi dà da pensare?»
Amaury rifletté un istante. Quanto peggiore era la morte, rispetto al rimanere stritolato per altri sei anni tra le chiappe di Madre Teologia?
«Non mi state dissuadendo» rispose con tranquillità.
«Era ciò che pensavo. Prenderemo misure straordinarie per assicurarci che voi non veniate smascherato. Nessuno sarà al corrente della vostra missione, eccezion fatta per la mia persona e per quella di Magister Beda. Voi abbandonerete Montaigu, espulso dal collegio dopo che nella vostra stanza saranno stati ritrovati testi di trattati proibiti. Avrete tuttavia il permesso di recuperare i vostri libri di scienza. Fatelo questa sera stessa, agendo secondo le vostre solite modalità. Dopo di che, non farete ritorno alla vostra stanza in affitto. Abbiamo altri progetti in merito alla vostra sistemazione».
«Vi forniremo anche del materiale luterano. Le voci diranno che siete stato graziato, risparmiato dalla condanna a morte grazie alla posizione di vostro padre. Temo tuttavia che la vostra espulsione dovrà anche includere delle percosse. Magister Ravenau non verrà messo al corrente delle nostre intenzioni, ma il suo … zelo ... sarà utile nel convincere chiunque intenda intrattenere dei sospetti. Noi non ci incontreremo più. Voi farete regolare rapporto presso un membro dei fedeli, la cui identità vi verrà rivelata solo al momento opportuno, e che vi terrà costantemente d'occhio». Ory abbozzò un sorriso. «Forse non sarà l'unico ad avere gli occhi fissi su di voi».
Spie per la spia.
«Avete delle domande?»
«Chi è l'uomo assassinato ieri notte?»
Ory chinò il capo. «Ah, sì» aggiunse dopo qualche istante. «Un altro studente. Era solo al primo anno. Giles Fabrizy. Ho l'impressione che voi lo conosceste».
Amaury, con tutta la forza di volontà che aveva in corpo, si impose di non alterare l’espressione del volto. «A malapena» disse. «Sembrava uno studente modello».
«Sì».
«Vorrei vedere il corpo».
«Una richiesta alquanto insolita».
«Voi mi state chiedendo di rischiare la vita, Magister. Vorrei comprendere, per quanto possibile, ciò che potrebbe essere accaduto».
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