L’astrologia: scienza o superstizione?
Cos’è l’astrologia? Una scienza oppure mera superstizione? Ha senz’altro le idee chiare Alessia De Luca, pubblicitaria e curatrice di una rubrica di oroscopi: «L’astrologia non è una scienza, l’astrologia è una meravigliosa suggestione ma in quanto tale non possiamo farne a meno».
Ma Alessia De Luca è anche autrice di una quadrilogia interamente dedicata a oroscopi e segni zodiacali, il cui primo volume, Dimmi di che segno sei, è in uscita oggi.
Con lei abbiamo parlato, oltre che dei suoi libri, anche di astrologia e oroscopi, scoprendo come siano utili a entrare in relazione con gli altri, anche in chiave ironica.
Un'intera quadrilogia, edita da Rizzoli, che gioca con oroscopo e segni zodiacali. Cos’è l'astrologia per Alessia De Luca?
È un imperfetto ma appassionante strumento di conoscenza e comunicazione. Mi sono sempre ritrovata nel mio segno, lo Scorpione, una curiosa di natura attratta da quello che non può essere spiegato razionalmente. L’astrologia non è una scienza, mi ha sempre affascinato per il suo lato poetico e perché ho sempre notato delle coincidenze tra le caratteristiche dei segni e i caratteri delle persone incontrate. Il trucco è farci caso e io ero sempre circondata dagli stessi segni. Amo osservare la gente, ascoltare le loro storie, fare domande. L’astrologia è un modo per entrare in contatto con gli altri ma anche prendersi meno sul serio. Si parte dall’astrologia poi va sempre a finire che faccio la posta del cuore. Paradossalmente, da buono Scorpione sono una cinica. Non credo, preferisco verificare, andare oltre gli stereotipi, leggere l’oroscopo la sera anziché la mattina.
Il primo volume della serie, Dimmi di che segno sei, è in uscita oggi e la protagonista, Francesca, ricorda un modello femminile a metà tra Bridget Jones e Carrie Bradshaw. Cosa l'affascina in questi personaggi femminili?
Sono due personaggi molto diversi, un’imbranata frustrata e una mondana chic, ma entrambe accomunate da una profonda ironia, intelligenza e dal ritrovarsi single dopo i 30 anni. Vivono in grandi metropoli dove ogni giorno è una scommessa incontrare quello giusto, sono donne anni Novanta, quando si preferiva il sexy alle perversioni di casalinghe represse, ancora non esistevano i social network, la gente si guardava in metro anziché stare attaccata a un telefono. Carrie è là fuori che ci prova, l’altra si rintana in casa, ormai priva di speranze. Entrambe sono indipendenti, ce la fanno da sole ma sono inguaribili romantiche, credono che l’incontro dell’uomo giusto, del fatidico Mr Big, gli darà la felicità. Ma avranno un’evoluzione come donne, capiranno che il loro valore è a prescindere da un uomo e dai rapporti di coppia, anche se poi ci cascano. Entrambe poi, sanno che nessun uomo al mondo potrà mai sostituire una serata di sbronze con i tuoi migliori amici. Anche Francesca è così, come Carrie vive liberamente la sua sessualità e ha un rapporto molto forte con la città dove vive, la complicata Roma dove si svolge il suo “sex and the city all’amatriciana”. Francesca è una ribelle, non vuole essere sottomessa a nessuno, ma come ogni donna sa che vuol dire soffrire per amore e cerca la sua felicità, con o senza un uomo.
Un segno dal destino (in uscita il 23 aprile) è il secondo volume. Cos'è il destino per chi, come lei, cura anche una rubrica di oroscopi?
Il destino è solo un parola. Ma le parole hanno il potere di influenzare il nostro carattere, le nostre azioni, i comportamenti e quindi il nostro destino. Per questo bisognerebbe sceglierlo con cura, perché il destino come dicevano gli antichi romani, te lo fai con le tue mani. Mi piace credere nel lato magico dell’esistenza ma in fondo niente accade per caso. Le cose succedono quando ci trovano in un determinato stato d’animo, ma non possiamo sapere né quando né come si manifesteranno. Possiamo però scegliere di reagire in un certo modo, di credere, di volere ardentemente qualcosa, qualcuno. Le stelle in merito, poco possono. Indicano il periodo migliore in cui agire, ti danno indicazioni ma non decidono per te. Più che al destino, credo nelle ragioni magnetiche e spesso non sono logiche, si ama perché si ama, senza ragione alcuna.
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Nel segno della passione (in uscita il 21 maggio) e Il segno perfetto (che sarà pubblicato l'11 giugno) sono gli ultimi due volumi. Esiste davvero un segno perfetto per ognuno di noi? E come si fa a riconoscerlo?
Il segno giusto è una scommessa quotidiana, non possiamo esserne certe all’inizio né durante. Almeno per me, tutto inizia dal magnetismo, da una forza sconosciuta che ci porta verso qualcun altro. Non ci sono motivi, è forse il più grande segreto, la base stessa dell’amore.
Esistono forse più segni perfetti per ognuno a seconda della fase esistenziale che si sta vivendo. Avere la fortuna di incontrare la persona perfetta è il sogno di ognuno ma il punto non è trovarla, quanto mantenerla. La favola per sempre felici e contenti è una chimera che suscita ancora attrazione, ci vogliamo credere in fondo e ci illudiamo che le farfalle in pancia o il colpo di fulmine ne siano l’anticamera. Ma per diventare l’uno la persona perfetta dell’altra ci vogliono volontà, impegno e spalle larghe. L’amore vero non è cosa da tutti, è roba per temerari e incoscienti. Bisogna mollare resistenze, preconcetti e buttarsi senza paura. In fondo ogni storia ci lascia qualcosa, ci modifica e dobbiamo esserne grati (anche e soprattutto a chi ci ha spezzato il cuore).
Ci anticipa qualcosa dei volumi successivi? Ritroveremo ancora Francesca e le sue amiche?
Le avventure di Francesca e le sue amiche non solo continueranno ma si incroceranno ad altri colorati personaggi in un tourbillon di emozioni, trasgressioni e colpi di scena. E lo scenario dove si svolgeranno gli eventi non sarà più soltanto la romantica e caotica Roma.
Voltaire auspicava il sopraggiungere del tempo in cui la gente si renderà conto che gli astrologi sono dei grandi imbroglioni. Nonostante l'illuminismo, però, gli oroscopi conservano un certo fascino, oltre che un appeal molto forte su moltissime persone. Perché, secondo lei, non riusciamo proprio a farne a meno?
Voltaire ha chiaramente ragione. L’astrologia non è una scienza, l’astrologia è una meravigliosa suggestione ma in quanto tale non possiamo farne a meno. Chiaramente i razionalisti illuministi avranno di che ridere ma è liberatorio ogni tanto lasciarsi andare ai piccoli e innocenti riti come questo. Finora, soprattutto in Italia, c’è sempre stato un grande malinteso su questo tema. Si ricollega ai santoni, ai ciarlatani, a chi si elegge visionario del futuro. Sarebbe utile cambiare approccio, è importante come si fa, come si comunica e come si utilizza l’astrologia. È un mezzo del popolo, è parte della cultura pop. Come le previsioni del tempo, sono un rituale irrinunciabile. Le leggi pur sapendo che magari non andrà così ma rassicurano una parte di noi, nutrono le emozioni, ci fanno stare meglio. Ci insegnano a prenderci meno sul serio, sono un modo per entrare in contatto con se stessi e con gli altri. È psicologia ma anche poesia.
Oltre che di una rubrica sugli oroscopi, lei si occupa anche di pubblicità per una nota agenzia milanese. Quanto del suo lavoro di pubblicitaria è confluito nella scrittura dei quattro romanzi?
Il lavoro del pubblicitario è basato sulla sintesi, il potere della parola per comunicare un concetto e lo fai per un cliente. Scrivere quattro romanzi è stato più come immergermi in un film dove l’unico committente era la mia fantasia e la libertà di mettere su carta parte di quello che mi accade tutti i giorni, storie che avevo nella testa da anni. Lavorare in quest’ambito creativo e sempre pieno di stimoli mi ha chiaramente aiutato a giocare con le parole, a osservare le cose da diversi punti di vista.
E voi cosa ne pensate? L’astrologia è una scienza o solo una superstizione?
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