“L’assassinio di Pitagora” di Marcos Chicot
Almeno una volta nella vita abbiamo sentito parlare di Pitagora. Ma chi era quest’uomo nato a Samo nel 570 a.C. e morto a Metaponto nel 495 a.C.? Senza ombra di dubbio Pitagora fu matematico, filosofo, astronomo, scienziato e politico. Non a caso il suo pensiero fu di grande impatto per lo sviluppo della scienza occidentale. Il filosofo è però ricordato anche per un’altra ragione: fu il fondatore a Crotone della prima accademia della storia. Una vera e propria scuola iniziatica di stampo filosofico, scientifico e politico, attorno alla quale aleggiano da sempre tanti misteri.
Non so se sia quest’aura arcana che aleggia sopra l’accademia di Crotone, ma l’autore spagnolo Marcos Chicot ha dato vita a un romanzo storico, pubblicato in Italia da Salani col titolo L’assassinio di Pitagora (traduzione di Andrea Carlo Cappi) e con protagonista lo stesso filosofo. Il libro è arrivato da noi solo nel 2014, ma è stato uno dei maggiori successi di auto-pubblicazione in e-book in Spagna nel 2013; ha permesso all’autore di sostare per cinque mesi nella classifica dei libri più venduti nella penisola iberica. La motivazione che ha spinto Chicot sulla via della pubblicazione “fai da te” è stata – a quanto dichiarato – la speranza di avere un enorme successo ricavando dal libro abbastanza soldi per garantire il migliore futuro possibile alla figlia Lucia, nata nel 2009 con la sindrome di Down. L’autore è benestante, considerato che lavora come manager e ha più lauree – una in psicologia clinica e una in economia e psicologia del lavoro –, ma è animato da uno spirito filantropicoche lo ha portato a scegliere la narrativa come fonte di guadagno per aiutare il prossimo. Chicot dona una parte dei suoi guadagni (il 10%) a organizzazioni che aiutano le persone con disabilità intellettuali.
L’assassinio di Pitagora è ambientato in Magna Grecia attorno al 510 a.C., in particolare nella comunità di Crotone, dove l’anziano Pitagora è conscio di essere prossimo al trapasso. Il filosofo è alla ricerca di un suo ideale successore nella speranza di riuscire a trovare qualcuno che possa continuare il lavoro di guida nelle comunità da lui fondate. In realtà la situazione si dimostra da subito molto complessa e sanguinosa, visto che tutti coloro che potrebbero prendere il posto di Pitagora vengono assassinati senza pietà. Il filosofo ha bisogno di aiuto e chiama dall’Egitto l’amico Akenon. L’uomo è fornito di un’intelligenza acuta e non esiterà – con tutte le astute cautele richieste dalla situazione – ad addentrarsi nella comunità pitagorica per dare il via a quella che per la prima parte del romanzo sembra essere la tipica caccia all’assassino. A dire il vero, più si avanza nella vicenda, più ci si accorge che a generare la strage forse non è solo l’assassino, ma anche l’odio e i dissidi interni alla confraternita. Ad aiutare Akenon nell’ardua impresa di sbrogliare questa matassa intricata interverrà Arianna, una delle figlie di Pitagora. Nonostante il dolore causato da un passato oscuro e sofferto che ha segnato per sempre la sua esistenza, la giovane donna darà un importante contributo all’indagine e riuscirà anche a innamorarsi. Non serve svelare chi sarà il soggetto della sua passione d’amore.
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L’assassinio di Pitagora è un thriller storico corposo – e non mi riferisco solo al numero delle pagine: 720 –, ma al fatto che oltre all’elemento tipico dell’indagine poliziesca ci sono tanti altri temi che permettono ai lettori di avere un quadro abbastanza chiaro della vita nella Magna Grecia. Interessanti, da questo punto di vista, sono i passi dove l’autore descrive la società greca tra la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C. Curiosa la dettagliata descrizione della vita della città di Sibari che non aveva un esercito, ma addestrava i cavalli a muoversi a ritmo di danza. Un fatto che potrebbe sembrare poco importante ma che tornerà utile alla città per la vittoria di un conflitto. Altro aspetto che mi ha molto incuriosita è che Chicot, quando si occupa degli usi, dei costumi e della formazione degli affiliati alla confraternita di Pitagora, pone un’attenzione particolare al percorso educativo della donna istruita e soprattutto molto rispettata dall’altro sesso.
L’assassinio di Pitagora è una storia accattivante, ispirata a un fatto accaduto realmente, citato in varie fonti dell’epoca in cui visse il filosofo, e porta alla luce ulteriori informazioni su uno dei più grandi massacri della storia. A partire dal titolo è chiaro che in circolazione, tra le pagine, c’è un assassino che deve essere trovato per il misfatto compiuto, ma la presenza di colpi di scena imprevisti e inseriti ad hoc nella vicenda la rendono ricca di tensione e capace di mantenere stabile l’attenzione del lettore.
Non so se sia dovuto al fatto che Chicot abbia due lauree in psicologia, però gli sono bastati pochi elementi per definire i personaggi e far capire al lettore il loro temperamento: Pitagora è un uomo saggio, dalla mente acuta, molto ambizioso, ma allo stesso tempo in lui c’è della preoccupazione. Akenon è intelligente e pronto a mettersi in gioco per compiere la missione affidatagli dal filosofo, vecchio amico di famiglia. Il re di Sibari, Glauco, è un uomo tranquillo, pacifico, ma allo stesso tempo si dimostra impacciato in quello che fa e che dice di Arianna, così fragile e allo stesso tempo pronta a far uscire un coraggio che il lettore non si aspetta.
Per concludere, L’assassinio di Pitagora avvicina chi legge a una civiltà antica che ha lasciato segni indelebili nella Storia. Inoltre, la ben riuscita mescolanza tra realtà e fiction, unita a un linguaggio descrittivo che non annoia, fanno del libro di Chicot un perfetto esempio di thriller di ambientazione storica nel quale si sottolinea quanto le gelosie, i dissidi politici, i rancori e gli odi personali possano influire sullo status sociale di un’intera comunità.
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