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L’Art Nouveau di Alphonse Mucha e l’icona globale Barbie in mostra al Vittoriano

L’Art Nouveau di Alphonse Mucha e l’icona globale Barbie in mostra al VittorianoL’ala Brasini del Complesso Monumentale del Vittoriano, noto spazio espositivo della Capitale, sta ospitando dallo scorso aprile due mostre, diverse nel genere ma entrambe interessanti.

La prima dedicata al padre dell’Art Nouveau, il pittore e scultore ceco Alphonse Mucha, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento e considerato l’ideatore di un nuovo genere di arte visiva fiorito nella Parigi della Belle Époque.

La seconda ha come protagonista Barbara Millicent Roberts, nota a tutti come Barbie, la bambola che ha accompagnato le trasformazioni della società lungo oltre mezzo secolo di storia, diventando un fenomeno culturale e sociologico a livello globale.

Entrambe sono prodotte e organizzate da Arthemisia Group, sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano. La prima in collaborazione con la Fondazione Mucha, grazie alla quale sono esposti oltre 200 capolavori, rappresentativi della carriera di un artista vissuto in uno dei momenti più tumultuosi della storia europea. La Mattel ha invece collaborato, insieme al Sole 24 Ore Cultura per la realizzazione della sezione dedicata alla Barbie.

Tomoko Sato è il curatore della retrospettiva su Mucha. L’esposizione è suddivisa in sei sezioni: Un boemo a Parigi, L’artefice dello Stile Mucha, Un cosmopolita, Il mistico, Il Patriota, L’artista-filosofo.

L’artista boemo divenne noto a Parigi, dove si trasferì nel 1887, per i suoi manifesti di spettacoli teatrali. Nel 1894 realizzò Gismonda, poster per pubblicizzare un’opera teatrale di Victor Sardou con protagonista Sarah Bernhardt, che sarà la musa ispiratrice di altre numerose locandine, proponendogli un contratto della durata di 6 anni. I suoi manifesti sono caratterizzati dalla combinazione di immagini di donne seducenti con layout tipografici innovativi. Le giovani fanciulle sono spesso raffigurate in abiti dal taglio neoclassico, circondate da cornici floreali attorno alla figura. La sua produzione comprende pannelli decorativi, cartelloni pubblicitari, copertine per riviste, illustrazioni librarie. Nel percorso sono esposti packaging industriali di prodotti alimentari e cosmesi, oggetti di arredo e oreficeria.

L’Art Nouveau di Alphonse Mucha e l’icona globale Barbie in mostra al Vittoriano

Spettacolari i pannelli Le quattro stagioni e le bellezze rappresentate in Ametista, Smeraldo, Topazio e Rubino.

Aspetto fondamentale della sua vita fu la religione: era appassionato di occultismo e filosofia. Il suo genio fu riconosciuto anche dall’Imperatore Francesco Giuseppe I che lo insignì del titolo di cavaliere dell’ordine imperiale. Mucha affermava: «L’artista deve rimanere fedele a sé stesso e alle proprie radici nazionali».

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Desiderava con la sua arte diffondere un messaggio di unità all’intera umanità. Saranno questi ideali a ispirare le tele dell’Epopea Slava (presentate a Praga nel 1928 e esposte alla Galleria Nazionale di Praga), in cui raffigura gli episodi storici più significativi per il suo popolo, sottoposto al dominio asburgico. Quando la Cecoslovacchia, dopo la prima guerra mondiale, ottiene l’indipendenza sarà incaricato di disegnare francobolli, banconote e altri documenti.

Nella sezione conclusiva sono esposti i dipinti in cui emerge una chiara denuncia alla violenza bellica. Morirà nel 1939, poco dopo l’invasione nazista. Passando da un salone all’altro, ammirando le opere in esposizione, si comprende il pensiero di un uomo, la cui vita ha avuto diverse sfaccettature, così come emerge dai suoi capolavori.

L’Art Nouveau di Alphonse Mucha e l’icona globale Barbie in mostra al Vittoriano

Massimiliano Capella ha curato, invece, la mostra dedicata a Barbie, suddivisa in cinque sezioni e preceduta da una sala introduttiva in cui sono esposti i pezzi iconici dal 1959 ad oggi.

La prima Da Teenager Fashion Model Doll a Fashionista. Una bambola di moda; la seconda I Can Be. Barbie Carrers; la terza Barbie Family; la quarta e la quinta Barbie in viaggio. Dolls of the World e Barbie Divas.

Barbie ha debuttato il 9 marzo del 1959 al New York International Toy Fair. Ha attraversato la vita di numerose generazioni, trasformandosi nel tempo: ha intrapreso numerose professioni e indossato innumerevoli abiti. Ha seguito gli usi e costumi del tempo, diventando una vera icona globale, rappresentando oltre 50 diverse nazionalità.

L’Art Nouveau di Alphonse Mucha e l’icona globale Barbie in mostra al Vittoriano

La sua ideatrice fu Ruth Handler che, guardando la figlia giocare, notò che le piaceva dare alle bambole ruoli da adulti. Suggerì la proposta al marito Elliot, cofondatore della Mattel, che all’inizio non ne fu entusiasta. Tuttavia, la donna perseverò e con l’aiuto dell’ingegnere Jack Ryan creò la prima Barbie, a cui fu dato il nome della figlia degli Handler, Barbara. Nella sua prima apparizione nei negozi era vestita con un costume zebrato, pelle chiara e capelli neri legati in una coda, successivamente sarà sempre bionda. Dal suo debutto è stata venduta in oltre 150 nazioni, diventando uno dei giocattoli più acquistati al mondo.

Esiste una biografia di Barbie. Negli anni sono stati creati numerosi personaggi che costituiscono i suoi amici e familiari: da Skipper al fidanzato storico Ken. Barbie rappresenta la donna che tutte le bambine desiderano essere.

I Can Be, posso essere quello che voglio! Il 12 agosto del 2004 la bambola più famosa del mondo ha annunciato la sua campagna elettorale per diventare presidente degli Stati Uniti, rappresentando il Partito delle Ragazze, con un programma messo per iscritto dalla Mattel.

L’Art Nouveau di Alphonse Mucha e l’icona globale Barbie in mostra al Vittoriano

Nelle sale si evidenziano le trasformazioni estetiche e culturali della società dagli anni Cinquanta ad oggi: lo sbarco sulla luna, l’arrivo dei primi walkman, le prime minigonne. Barbie è stata ballerina, cantante, attrice, astronauta, commessa, hostess e anche soldato.

Un percorso espositivo adatto ai bambini e agli adulti, che potranno rivedere i vecchi giochi che hanno accompagnato la loro infanzia.

Due mostre, Alphonse Mucha e Barbie, particolari e ricche di contenuti. Consiglio la visita dell’esposizione al Vittoriano a tutti coloro che passeranno per la Capitale nel mese di agosto e agli stessi romani che resteranno in città. 

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