“L’amore in un giorno di pioggia” di Sarah Butler
La letteratura ci ha dato, nei secoli, tante coppie; alcune scontate e tradizionali, altre insolite, non comuni e per questo, quando sono ben raccontante, molto più interessanti. Una di queste ultime è al centro de L’amore in un giorno di pioggia di Sarah Butler, edito da Garzanti, nella traduzione di Enrica Budetta: un lui di nome Daniel, londinese ma non certo avvezzo alle atmosfere vip della capitale britannica; anzi, praticamente un barbone, vissuto con mille lavori diversi; una lei, Alice, con l’idiosincrasia per i legami fissi e la valigia sempre pronta per destinazioni lontane, dove vivere alla giornata.
Daniel ha avuto un solo grande amore: una donna sposata che poi è tornata, incinta di lui, dal marito e dalle figlie ed è morta troppo presto in un incidente. Alla figlia nata da questo amore mai dimenticato, Daniel manda ogni anno, nel giorno del suo compleanno, una lettera senza indirizzo. Alice è la figlia di questo amore mai svelato, di ritorno a Londra per la malattia e la morte dell’uomo che ha considerato, nel bene e nel male, suo padre. Non si è mai sentita veramente a casa sua e anche questa volta le mura di casa e i legami le vanno stretti.
Daniel e Alice, padre e figlia, ma anche due perfetti sconosciuti per i casi della vita, si conoscono al funerale dell’altro papà di lei e provano a costruire un rapporto, in contrasto con l’indole vagabonda di entrambi, scoprendo di avere parecchie cose in comune, da questo modo vagabondo di concepire la vita all’abitudine curiosa di fare le liste delle cose che amano, odiano o che li incuriosiscono.
Il romanzo è strutturato con le voci alternate di papà Daniel e figlia Alice, nel racconto di due esistenze borderline per il buon senso comune, ma entrambe ricche di spunti, di voglia di essere se stessi, di amare, di ricordi, di amarezze ma anche di positività e ottimismo. Il confronto tra generazioni è un tema molto frequentato dalla letteratura, in quanto alla base di molte dinamiche nella vita reale in tutti i Paesi: quello tra padri e figli non è tra i più popolari; eppure questo romanzo lo racconta in maniera nuova, senza i soliti toni patetici che potrebbe suggerire una vicenda del genere, ma narrando di un incontro, di un avvicinamento tra due mondi lontani ma simili, che proveranno a comprendersi e a volersi bene.
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I due eroi sono decisamente controcorrente e inediti: Daniel è un vagabondo, senza quell’aura di dannazione che spesso circonda la categoria quando finisce nei libri, non è un eroe né un ribelle senza causa, solo un uomo che ha fatto mille cose senza dimenticare di amare. Alice è allergica ai legami e agli obblighi, ma non in maniera radical chic, semplicemente per un modo di vivere che per gli altri è controcorrente ma per lei invece è il solo modo che la interessa. Due progetti di vita diversi da quelli della massa, senza intenti di critica sociale, ma con la messa in mostra di un’alterità che esiste anche nella realtà, dove la crisi della famiglia tradizionale ha aperto la strada alla costruzione di nuovi modelli di vita, che non sono facili da scegliere, ma che sono una possibilità.
C’è una terza protagonista nelle pagine de L’amore in un giorno di pioggia, ed è Londra; non la Londra che si conosce andandoci da turista, né quella scintillante del West End o quella carrieristica della City, ma una Londra diversa, che fa da sfondo a due delle tante vite possibili oggi, tra spazi noti e luoghi insoliti, in cui cominciano ad incontrarsi Daniel e Alice, un papà e una figlia capaci di rimanere nel cuore dei loro lettori, con i loro problemi, progetti e sogni.
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