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Intervista ad Annalisa Bruni, docente di scrittura creativa

Annalisa BruniParte oggi un appuntamento che porteremo avanti per qualche settimana con scrittori che da anni tengono anche corsi di scrittura creativa. Partiamo dalla veneziana Annalisa Bruni, distraendola un poco dalla promozione, in giro per l’Italia, di Tipi da non frequentare, la sua ultima fatica, pubblicata da Cleup, nel 2013. Annalisa Bruni vive a Mestre, ma a Venezia, dov’è nata, torna ogni giorno, alla Biblioteca nazionale Marciana, dove organizza e promuove mostre ed eventi, cura la comunicazione dell'Istituto e l'Ufficio Stampa. Annalisa Bruni, attivamente impegnata anche nella promozione della lettura, da anni insegna scrittura creativa. Scopriamo cosa ci racconta in merito.

Come ha iniziato a tenere corsi di scrittura creativa?

Ho iniziato come partecipante, seguendo un corso organizzato dal circolo culturale Walter Tobagi di Mestre nel 1995. Dall’anno dopo lo stesso Circolo mi ha chiesto di entrare nello staff che organizzava i corsi di scrittura, e dal 1997 li ho diretti io. Ho proseguito con loro fino al 2006 invitando molti scrittori, tra i quali Stefano Brugnolo, Giulio Mozzi, Tiziano Scarpa e Antonella Cilento. Poi, fino al 2012, assieme a Lucia De Michelis e Anna Toscano, abbiamo dato vita a un'altra proposta, il corso che abbiamo chiamato Cucina di storie. Ogni anno alla fine del corso tematico, usciva un libro con una raccolta dei lavori migliori dei partecipanti. Abbiamo lavorato sulla cucina, sul viaggio, sull’arte e sulla cronaca, come spunti narrativi.

 

Come sono organizzati i suoi corsi e come si sono evoluti nel tempo?

Si tratta di una serie di serate che prevedono lezioni teoriche, incontri con scrittori e occasioni di commento delle produzioni/esercizi. Di solito li organizziamo nel periodo che va da novembre ad aprile, una ventina di incontri in tutto, uno alla settimana. Per il resto io penso che si debba essere sempre pronti ad aggiustare il tiro. Anche chi organizza impara, sempre. Col tempo ho imparato che i corsi di scrittura funzionano meglio se li sviluppi attorno a un tema. Così, ad esempio, ne ho organizzato uno, ultimamente, partendo dall’immagine, con l’associazione Settimo Binario (gruppo nato dal corso di scrittura cinematografica Raccontare Mestre che ho organizzato al centro culturale Candiani nel 2004). Abbiamo lavorato prendendo spunto dai grandi fotografi, da tante belle foto attorno alle quali abbiamo costruito delle storie. Insomma: meglio un tema portante che non la teoria letteraria.

 

Ha notato un cambiamento degli allievi, nel tempo?

La costante è che, su tutti quelli che si iscrivono, la maggioranza è sempre femminile. Su dieci allievi 7 sono donne, 3 uomini. In certe realtà ci sono parecchi giovani, ragazzi delle scuole superiori e studenti universitari. A livello di età ricordo che a Mestre, ai corsi del Tobagi, gli allievi erano in media quarantenni. Ma più di recente ho fatto un corso, a San Donà, al quale ha partecipato anche un 14enne e dove c’erano parecchi giovani sotto la trentina. Se devo individuare una costante, questa è lo sforamento dei limiti di partecipazione. Tendo a contenere il numero delle iscrizioni (venti persone al massimo), ma spesso, per non deludere nessuno, alla fine devo accettare qualche persona in più.

 

Sono cambiate le loro aspirazioni, è cambiata la qualità delle loro prove?

Domanda difficile, ci sono tante motivazioni che portano una persona a iscriversi a un corso. Posso rispondere con il complimento più bello che ho ricevuto, ossia che le persone partecipanti mi hanno ringraziato per aver imparato a leggere un testo narrativo. A me interessa far capire che il lavoro sulla scrittura è un lavoro di lima. Mi piace intervenire sulla parola, sulla struttura narrativa, e questo è molto apprezzato. Alla fine tutti sono contenti. Ecco, un’altra cosa: vedo sempre persone avide di letture. Se cito un autore che non conoscono mi chiedono riferimenti bibliografici. Per me è un luogo comune che chi scrive non legge, almeno chi viene ai miei corsi legge molto. E offrono uno scambio proficuo portando la loro passione, le loro conoscenze letterarie, e condividendole con gli altri.

 

Ha avuto qualche bella soddisfazione, c'è qualche allievo o qualche opera che ricordacon particolare piacere?

Ai corsi del Tobagi ricordo veniva Bruna Graziani, che poi ha curato un’antologia di racconti al femminile, Dieci piccole storie ignobili e il bellissimo Desperate writers. Vademecum per scrittori irriducibili. Ma i nomi interessanti sarebbero molti, ora mi vengono in mente, ad esempio, anche Nicola Tonelli, Giovani Tonellato e Giovanni Cameri. Molti, dopo aver preso coraggio, si sono lanciati e hanno vinto concorsi anche nazionali, come Elisabetta Rosadi, che nel 2009 ha vinto il premio "Firenze per le Culture di Pace dedicato a Tiziano Terzani" e, più recentemente, con lo pseudonimo di Anna Torrenera, un concorso nazionale per il Giallo Italiano.

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Ma la scrittura creativa è solo per la narrativa o c’è spazio anche per la poesia?

Per Cucina di storie l’anno scorso, a Mestre, abbiamo fatto un corso di poesia in quattro incontri, con Lello Voce e Anna Toscano. L’esperienza è stata molto apprezzata e con molta probabilità la riproporremo anche in futuro.

 

Che rapporto ha con le scuole? Non sarebbe bello, e forse anche utile, che la scrittura creativa entrasse nei percorsi di formazione?

Dal punto di vista personale posso dire che uno sviluppo in questo senso già c’è. Mi ha contattato l’Ufficio scolastico provinciale di Venezia per tenere dei corsi con gli insegnanti. In quest’anno scolastico ho fatto esperienze con docenti di scuole primarie, secondarie e superiori a Mestre e San Donà. Corsi brevi, perché le risorse sono poche, strutturati in quattro incontri durante i quali organizzo brevi lezioni di introduzione alla scrittura creativa, al racconto breve, ma soprattutto cerco di proporre esercizi e stimoli che possano poi essere suggeriti anche agli studenti. Per questo alla fine suggerisco una bibliografia di riferimento.

 

Ha altre esperienze curiose da raccontare?

Una, in particolare, molto recente. La vedo come il salto successivo al corso di scrittura. È l’esperienza con i Comuni, con le istituzioni che mi contattano perché hanno voglia di promuovere la diffusione della cultura e della lettura. Penso in particolare all’esperienza di Farra d’Alpago, un corso che è stato arricchito per tutto il mese di febbraio da cene conviviali e dalla presentazione di libri. Un evento che ha coinvolto associazioni come Belluno Donna, il Gruppo Alpini, e il Circolo della vela al Lago di Santa Croce. È stato bello incontrare persone che si sono sapute mettere in gioco.

 

Qual è il suo prossimo progetto a livello personale? E in materia di scrittura creativa?

Dall’anno scorso ho messo un po’ in stand-by il corso di Mestre; in primavera avevo propostouna serie di lezioni sull’autobiografia, che sono state molto apprezzate. Con Bruna Graziani (che è di Treviso) e Brugnolo (di Padova), nel 2012 ho iniziato una collaborazione dando vita ad un corso di scrittura creativa allo Spazio Paraggi di Treviso, giunta quest'anno alla seconda edizione. Nel 2013 abbiamo pubblicato anche un'antologia di racconti dei partecipanti La vita, solo questo (con Terraferma editore). Ma so che i mestrini si sentono “orfani”. In molti mi chiedono di tornare a fare qualcosa a Mestre. Per ora il libro che ho appena pubblicato mi sta richiedendo un sacco di tempo, ma a maggio riprendo, assieme a Lucia De Michieli, con una proposta di quattro incontri focalizzati sul punto di vista. Il titolo è Io, io, io. E gli altri? e si terrà nella sede dell'Associazione “Amici delle Arti”. Tutte le informazioni sul mio sito.

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