“Inedito” di Guido Crepax: i grandi classici in versione fumetto
Inedito è un tributo al fumettista italiano Guido Crepax, pubblicato da Edizioni BD. Un tributo a regola d'arte: tavole mai edite, commenti di personaggi e nessuna modifica forzata sui disegni lasciati incompleti dall'autore. Tra le pagine spicca, ovviamente, il personaggio di Valentina, immancabile in un albo che ricorda colui che ha creato questa figura. Questo personaggio creò un'onda d'urto che invase persino il cinema con addirittura più pellicole dedicate a questa Afrodite di cellulosa. Inutile dire che lo stile di Crepax, come quello di molti altri disegnatori, è difficilmente trasportabile su pellicola: vivono di una comunicazione che può essere trasposta con maggiore facilità attraverso il cinema d'animazione perché rimangono maggiormente fedeli alle idee dell'artista.
È sorprendente come il fumettista riesca a concentrare intere vignette su particolari secondari che diventano parti di narrazione importanti. Alcuni primi piani degli occhi, diventati celebri, ricordano quelle lunghe inquadrature tipiche dei film anni '60/'70 sugli sguardi dei protagonisti (vedi gli spaghetti-western di Sergio Leone) ma senza quell'imbarazzo forzato dall'incapacità espressiva di taluni attori. Qui è tutto naturale, come un sogno ben fatto, dove le regole comuni non valgono ma ne vengono create di nuove senza sbalzare il lettore dentro giungle filosofiche troppo fitte. Al contrario semplicità e ingegno fanno da linea guida in queste vignette che, per talune caratteristiche, sono illustri predecessori dei moderni comics. Basta pensare che mentre Crepax creava tavole con disegni che scavalcavano i limiti imposti dal canaletto o le forme irregolari delle vignette, l'Uomo Ragno popolava le strip dei quotidiani classiche, ordinarie e per nulla innovative, almeno nella forma. Semplicità che non è banalità, ingegno che non vuol dire ostacolo.
In particolare, come dicevamo,le tavole inedite sono frutto degli ultimi anni di vita di Crepax, quando la malattia già faceva parte della sua esistenza e gravava talvolta sulla stesura delle storie. Incredibile è la vitalità che riesce a dare nei disegni di vestiti presi da modelli di famosi stilisti nella prima storia, Il sogno della moda, senza risultare piatto e squadrato. Il fumettista invece riesce a dargli vita soprattutto con sapienti giochi di colori e forme che non fanno da riempitivo banale e insipido come capita spesso, soprattutto con le ristampe di vecchi fumetti che in origine furono pensati in bianco e nero. Qui invece sia bianco e nero sia le sfumature utilizzate (non in tutte le tavole) seguono tutti la stessa regia.
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Nel volume vengono catalogate le trasposizioni in stile Crepax di grandi classici della letteratura (come Anna Karenina, Il giocatore o Doppio Sogno) come esercizi di stile che non richiedevano grossi sforzi, vista la malattia che lo stava affliggendo, perché riconducibili a una strada ben fissata nella memoria e sulla carta. Forse è ammissibile come teoria, ma a me piace pensare che l'autore abbia semplicemente deciso di dare voce e volti ad alcuni fra i suoi libri preferiti con le proprie forze. Un momento anche di bilanci emotivi e di conti fatti con la propria persona, che si vede sfuggire dalle mani, letteralmente parlando, la propria arte.
Degno di nota è il capitolo intitolato Il sesto senso, una raccolta di quattro tavole, con un utilizzo del colore straordinariamente d'impatto, che facevano da contorno a un racconto di Gino Nebiolo pubblicate dal mensile Il Grifo nel 1992, ma al tempo stesso vivono di vita propria e lasciano parlare di sé senza bisogno di altro.
Non può essere la prima opera con cui accostarsi a questo genio del disegno.Sarebbe come scegliere Moebius come primo autore di fumetti senza averne mai letti altri. Bisogna scoprire i primi pezzi del mosaico che Crepax ci ha regalato, per godere dell'evoluzione. Inedito è per i nostalgici e per i fan di lunga data, ma averlo in libreria significa avere un pezzo di storia italiana.
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