Indagare la vita. “Come la pioggia sul cellofan” di Grazia Verasani
A volte basta un piccolo avvenimento perché la nostra vita cambi. Tutto è labile, soprattutto le relazioni. Il nuovo romanzo di Grazia Verasani, Come la pioggia sul cellofan, edito da Marsilio, ci fa capire proprio questo, quanto tutto sia fugace ed effimero.
Giorgia Cantini è un’investigatrice e si trova a fare i conti con la fine della sua storia con Luca Bruni. I due sono stati amici per dieci anni, quell'amicizia si è poi trasformata in qualcosa di diverso. La relazione prosegue fino a quando il figlio di Luca fa un incidente d'auto e questo avvenimento riporta il fidanzato di Giorgia nella sua vecchia routine matrimoniale accanto alla ex moglie Giusi.
Verasani racconta con parole delicate la tristezza che si prova quando finisce un amore, un amore che in questo caso era come se non fosse mai iniziato.
«Perdersi di vista è più facile di quanto sembri; basta un attimo e non ci si vede più, come se, insieme, non si fosse mai esistiti: succede per le lunghe relazioni, figuriamoci per una storia per una storia ancora in divenire. Ti volti e la persona con sui stavi parlando fino a un attimo prima non c’è, è sparita, volatilizzata.»
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A salvare la protagonista dal dolore per quella porta chiusa in faccia è il lavoro; infatti Mel, un suo amico, mentre stanno bevendo qualcosa insieme le parla di un possibile cliente: Furio Salvadei.
Furio è un cantante, ma la sua carriera è ormai agli sgoccioli, dopo vari anni in cui era in vetta alle classifiche e aveva successo, adesso deve fare i conti con vari problemi, economici ma anche psicologici. Ritornato nel paese d’origine per cercare di riprendere in mano la sua vita si accorge di avere un'ammiratrice troppo insistente, chiede così aiuto alla Cantini per investigare sulla donna in questione.
Dopo vari tentennamenti Giulia decide di andare a casa della stella cadente e accettare il lavoro. Iniziano così le indagini e si scopre che la persecutrice è una certa Adele Fossan, la quale gli fa regali indesiderati e lo segue dappertutto.
Le indagini procedono e l'investigatrice inizia a conoscere vari personaggi che entrano in contatto con la vita di Furio: il fratello, il suo avvocato e una presunta sosia di Adele. Col passare dei giorni Giorgia capisce che in realtà non tutto è come sembra e che la storia è più fitta di intrighi di come appariva inizialmente.
Giorgia è una donna determinata, a un primo impatto può sembrare insensibile e fredda ma in realtà crede ancora nella redenzione e nell'amore, anche se la vita l'ha messa a dura prova. Una romantica che in realtà non lo accetta ma che ha sempre la speranza che il suo innamorato ritorni da lei.
Come la pioggia sul cellofan è un libro in cui è facile immedesimarsi nello stato d’animo della protagonista, tutti noi infatti ci siamo trovati almeno una volta nella vita ad affrontare il dolore di una storia finita male o di un'amicizia troncata.
Alla fine ci si ritrova come Giorgia a decidere se affrontare il dolore o trascorrere la vita senza correre rischi. Questo è il punto forte del romanzo e le parti più belle da leggere: l’introspezione e la consapevolezza che pian piano la protagonista raggiunge, il tutto condito con un caso che fa tenere sempre attenta l’attenzione al lettore.
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Negli ultimi capitoli del libro della Verasani si giunge alla consapevolezza che il dolore è sempre presente nella vita, ma questo non deve impedirci di vivere determinate sensazioni. È questo il grande insegnamento che la Verasani fa trasparire attraverso le pagine del suo libro senza farsi scudo di metafore ma in modo limpido e trasparente arrivando dritto nell’animo del lettore.
«Siamo fragilissimi.
E sulla difensiva.
Dagli ultimi piani possiamo ammirare panorami così ampi e estesi da emozionarci, ma anche da farci paura. E se soffriamo di vertigini, ci aggrappiamo a ringhiere per resistere alla tentazione di guardare giù. Sappiamo da sempre che il cielo non si tocca, che Icaro non ha fatto una bella fine, ma non è forse per provare un brivido che siamo ancora qui?»
Per la prima foto, copyright: Velizar Ivanov su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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