«Il web porta la meritocrazia, ma l’Italia è indietro», parole di Andrea Albanese
I cambiamenti nel mondo della comunicazione sono rapidissimi. Sembra ieri, ad esempio, che siamo approdati su Facebook, e invece scopriamo che ha già compiuto dieci anni, e che nel frattempo dobbiamo orientarci tra mille altri social network, di cui, a volte, a stento, comprendiamo il nome. Già, social network. La parola magica del web marketing e di questo inizio di ventunesimo secolo, che segna, spesso in maniera incisiva e profonda, la comunicazione interpersonale, così come quella istituzionale e quella aziendale. Andrea Albanese, social media strategist, docente al Master di Social Network Influence Design, ci spiega a che punto siamo in Italia in questo momento storico.
Quanto è stata cambiata la comunicazione d’impresa dall’avvento dei social media?
La comunicazione d’impresa è tuttora in una fase di cambiamento epocale. Da una comunicazione ad una via, one-to-many, ideata, creata e gestita dall’ufficio comunicazione in cui il consumatore non aveva possibilità di interazione (se non attraverso lettere cartacee ed eventualmente giornali che permettevano il dibattito ed interazione con l’azienda), siamo passati a una comunicazione dove il consumatore che ha accesso ai Social Media, può interagire, commentare e modificare profondamente il messaggio iniziale. Oggi è molto più difficile fare comunicazione d’impresa, tutti gli occhi e le “dita digitali” sugli Smartphone che hanno ormai tutti sono pronti per sostenere o criticare pubblicamente. Oggi, nell’epoca Social e Digital, ogni persona è un’agenzia di comunicazione, e le aziende si devono confrontare con questo continuo cambiamento, sempre in evoluzione.
A che punto è l’Italia – e le aziende italiane – nel recepire questo messaggio e quali possono le modalità per crescere in maniera significativa in questa direzione?
Le aziende italiane sono decisamente indietro, molte sono in attesa, spesso mi chiedo di cosa, molte sono ancor convinte che il digitale e i social non siano importanti, la maggior parte si rende conto delle potenzialità, ma non riesce a capire come e cosa utilizzare di tutti questi strumenti digital e social. Tutti sono ormai capaci di postare su Facebook (circa 30 milioni di italiani su 34 milioni che hanno accesso ad internet hanno un account Facebook), pochi sono consapevoli che questo è uno strumento di comunicazione e pubblicitario che può essere usato in azienda, per comunicare e promuovere l’azienda, i suoi prodotti, i suoi servizi. Quasi nessuno è consapevole che gli strumenti social, possono fare supportare in modo determinante i processi di customer care e post sales.
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In un seminario che hai tenuto la scorsa settimana, parli di nuove figure professionali in Europa: quali sono? I nostri giovani “nativi digitali” possono sperare in nuovi sbocchi occupazionali più certi?
Sì, abbiamo analizzato quattro figure professionali: Social Media Reporter, Web/Digital Marketing Manager, Social Media Manager, Digital Communication Manager. Sono molte di più, e penso ci vorrebbero almeno 2 giorni completi per analizzarle tutte e capire cosa potrebbero fare in azienda. Da qualche parte dobbiamo iniziare, analizzando le necessità delle aziende e gli annunci di lavoro, penso che queste siano tra le più comprensibili. I nativi digitali sono sicuramente più sensibili all’argomento e tecnicamente più preparati. Ma fare un post su Facebook, non è sufficiente per diventare un professionista.
Che cosa pensi delle aziende, società, brand che hanno boicottato la pagina fan su Facebook, chiudendone il profilo, per protestare contro le ultime novità introdotte dal social network?
Assurdo, è come se ai tempi antichi (10 anni fa) avessi deciso di non mettere la mia azienda sulle pagine gialle, perché non ero d’accordo sul formato gestione del sistema pubblicitario. Assurdo lottare contro un colosso come Facebook e con tutto il sistema del Digital Marketing a partire da Google in giù.
«La sicurezza economica e lavorativa è nelle capacità e nell’etica di ogni singolo, e nell’attitudine al lavoro in team nel rispetto degli altri». Ci puoi commentare questa tua frase? Davvero il web può finalmente realizzare la meritocrazia nel nostro Paese?
Sì, e saranno i tuoi amici su Facebook e i tuoi contatti di business su Linkedin a sostenere e creare la “Personal reputation” e la “Business reputation”. In base a quella, si troverà lavoro e si cambierà lavoro. Comportarsi bene nella vita reale e nella vita virtuale dei social è più che mai importante. Pochi anni e assisteremo a cambiamenti epocali nella gestione delle aziende. Nel giro di 2-4 anni ogni azienda dovrà avere un Digital Expert vero e non di nomina politica nel Consiglio di Amministrazione. Prepariamoci da subito, questa è una meravigliosa opportunità per tutti. Le regole sono cambiate.
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