Il vuoto tunisino
S’è rivelato al mondo, qualche giorno fa, il vuoto tunisino, l’inconsistenza di uno Stato che, dalla caduta di Ben Alì, non esiste, che non resiste, che non è nulla più di una piccola congrega di gerarchi.
La Tunisia è il miglior partner politico maghrebino di un’Europa debole, afflitta, sostanzialmente inutile. Uguali che si attraggono, che si corteggiano, si amano, si accarezzano dentro il nuovo ordine mondiale: quello del terrore planetario. È evidente che chi ha fatto strage a Tunisi non intendeva attaccare la Tunisia – difficile ferire a morte un cadavere, no? – ma massacrare chi va a visitarla, chi ne ama il mare, i musei, la cucina, la bellezza.
Io ci ho vissuto, e parecchio, percependo di essere sempre dentro un Paese senza Stato. Si ha la sensazione di abitare in una medusa, di fluttuare con essa verso una deriva d’indecisione, d’incertezza e di miseria. È ancora un Paese senza una regola condivisa, con una democrazia senza fiato, con un governo davvero inconcludente. Governa la polizia, e d’altra parte è stata quest’ultima a rispondere ai due assassini del Bardo. Allora quando sentiamo Gentiloni o la Mogherini, ahinoi!, prendere posizioni retoriche sul salvataggio del Maghreb, sull’Isis che sale, sulla necessità di ripristinare il vecchio ordine politico nel Mediterraneo, be’, a me vien da ridere.
La fragilità europea è un dato storico incontrovertibile. La depressione, la disoccupazione, l’invecchiamento, la sottocultura, la corruzione e le mafie sono il prerequisito per l’ingresso di forme di fondamentalismo in Europa. Non parlo solo di un certo Islam, ma anche di un laicismo che non favorisce mai il dialogo, che ha messo in fuga la ragione, che ha scacciato il buon senso dalla diplomazia.
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E adesso ci manca il tempo che abbiamo lasciato indietro, perso tra le righe delle decine e decine di pagine di rapporti delle vomitevoli intelligence occidentali che non son riuscite a cogliere la nascita di un embrione di Stato totalitario tra la Siria e l’Iraq.
Altro che scudo spaziale, guerra tattica, spionaggio globale! Qui è mancato l’ABC, il fondamento del sistema che una volta tutelava tutti noi e che ora, ormai, replica soltanto se stesso su tappeti di denari inutilmente spesi.
La Tunisia paga anche questo, l’essere stata mollata dai suoi grandi partner diplomatici europei, Italia in testa. Nessuno ha capito, salvo alcuni osservatori, che la miseria nella quale versa questo Paese da tre o quattro decenni almeno, è diventata un vuoto. Chi può colmare, allora, il vuoto tunisino? Non il radicalismo laicista, né la politica, ma l’oscurantismo rabbioso che porta il nome di Stato Islamico.
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