Il volto cinico dell’America. “Broken”, sei romanzi brevi di Don Winslow
La casa editrice Harper Collins ha appena pubblicato in Italia Broken, l’ultimo lavoro di Don Winslow (traduzione di Alfredo Colitto e Giuseppe Costigliola).
Contrariamente ai precedenti libri dello scrittore americano, si tratta di una raccolta di racconti (o romanzi brevi, come recita il sottotitolo) i quali, conformemente ai libri precedenti, ruotano attorno al mondo del thriller, genere che ha reso l’autore del Cartello famoso in tutto il mondo.
Benché diversi fra loro, i sei racconti compongono un ritratto al vetriolo degli Stati Uniti, paese che sta attraversando una profonda crisi, conseguenza – come ha recentemente dichiarato Winslow al «Corriere della Sera» – d’una profonda malattia spirituale.
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Il racconto che apre la raccolta, e le dà il titolo, è preceduto da un esergo tratto daAddio alle armi di Ernest Hemingway: «Il mondo fa tutti a pezzi, e molti, anche se a pezzi, si rivelano forti.» Citazione che può valere anche per le altre cinque storie del libro: Rapina sulla 101 (dedicata a Steve McQueen), Lo zoo di San Diego (dedicata allo scrittore Elmore Leonard e che ha un incipit eccezionale: «Nessuno sa come ha fatto lo scimpanzé a prendere la pistola»), Sunset (dedicato a un altro famoso scrittore, Raymond Chandler), Paradise (ovvero L’avventura intermedia di Ben, Chon e O) e L’ultima cavalcata.
Sono tutte storie narrate al tempo presente, probabilmente per aderire di più alla realtà, e in terza persona: forse per prendere la giusta distanza da quella stessa realtà, da un mondo spietato e violento, maledettamente vero.
«Cal non sa ancora cosa l’avesse colpito tanto, in lei. Perché lei? Perché proprio quella bambina, fra tanti? C’erano centinaia di ragazzini nel recinto, perché quella in particolare?
Forse era per i suoi occhi, ma tutti i bambini avevano quegli occhi grandi e ti fissavano da dietro il recinto, occhi come quelli dei quadri che vendono alle stazioni di benzina. Forse era per le dita, che teneva tra le maglie della rete come se cercasse di afferrarsi a qualcosa. Forse era il naso gocciolante e il muco secco sul labbro.
Non poteva avere più di sei anni.»
Questo è un passo dell’Ultima cavalcata, la storia di Calvin Strickland, agente di frontiera al confine fra Stati Uniti e Messico, che considera i migranti alla stregua di animali senza nome e dignità, finché il suo sguardo non incrocia quello di una bambina – una delle tante – rinchiusa in un centro di prima accoglienza.
E questa è una delle scene centrali di Broken, il primo racconto proposto da Don Winslow nella raccolta:
«Danny urla a squarciagola.
Salta sulla sedia come un coniglietto giocattolo caricato a molla.
‘Guarda come salta,’ dice una voce.
E un’altra voce: ‘Arrostiscilo ancora.’
‘Può rimanerci secco,’ dice una terza voce.
‘Non farlo morire,’ dice la seconda voce. ‘Non ancora.’
Il filmato si interrompe. Un taglio, poi…
Il capo di Danny ricade sul petto.
Ha il corpo completamente bruciato.
E a pezzi.
Tutte le ossa più grandi spezzate.»
Forse meno noir e più vicini alla crime story sono Rapina sulla 101, storia di un detective che indaga su una serie di furti di gioielli rimasta irrisolta per anni, Lo zoo di San Diego, storia di uno scimpanzé fuggito dallo zoo con una pistola in mano, e Sunset, in cui ricompare l’investigatore privato Boone Daniels, protagonista di altri romanzi di Winslow (La pattuglia dell’alba e L’ora dei gentiluomini).
Anche Paradise ha per protagonisti personaggi di altri libri dell’autore(I re del mondo, Le belve): sono Ben Chon e Ophelia, spacciatori di marijuana che vedranno trasformato il paradiso delle Hawaii, dove si ambienta il racconto e dove stanno cercando di estendere il loro giro di droga, in un vero e proprio inferno.
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Scritti in presa diretta, in uno stile senza fronzoli e mezzi termini frutto di anni e anni di lavoro alla “macchina da scrivere”, i sei racconti di Broken, ultima fatica letteraria di Don Winslow,possono essere letti con gusto sotto l’ombrellone. Con una sola accortezza: non considerarli mai – mai – come semplice intrattenimento. Perché quella che ci viene consegnata qui è, senza dubbio e senza pietà, una porzione del mondo che abitiamo e che stiamo contribuendo a costruire.
Per la prima foto, copyright: Samuel Branch su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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