Il viaggio alla conoscenza di sé nei racconti di Luca Doninelli
Quattro racconti per scrutare l’essenza dell’anima e tentare attribuire un senso a pulsioni, silenzi, ricordi.I protagonisti delle storie raccolte ne La conoscenza di sé di Luca Doninelli, La nave di Teseo editore, sono in qualche modo, dei ricercatori, alla scoperta della parte più insondata e oscura della propria essenza. E per raggiungere quella, per toccare con mano il lato oscuro di sé, si avventurano, a volte con timore, ma sempre spinti da un irresistibile bisogno di verità, in un viaggio alla scoperta del mistero della propria vita, di quel fondamentale tratto o frammento che mancava al complesso mosaico che compone l’immagine e la sostanza dalla propria vita.
La protagonista del primo racconto è Anna, la ragazza che voleva essere Boy George. Anna vive immersa in una specie di anoressia dei sentimenti, che la rende diversa dai suoi coetanei i quali, a loro volta, la percepiscono tale. Alle feste non sa divertirsi, non ha veri amici, si fidanza, lascia il ragazzo e tutto le scivola addosso come se non fosse lei a vivere la sua vita. Forse sei lesbica, le suggerisce, una volta, una conoscente.Inizia allora la ricerca di Anna verso la scoperta della sua vera personalità, che è anche identità sessuale, e trova un suo equilibrio nell’immedesimarsi in un personaggio dello spettacolo che le sembra racchiudere e interpretare il suo stesso disagio esistenziale, la sua ricerca del ragazzo che era dentro di sé, prima di diventare una donna.
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Il secondo racconto, che dà il titolo al testo, è la storia di Fernanda, una giovane donna omosessuale che gioca con la sua stessa sessualità, si lascia coinvolgere in una storia sentimentale ed erotica con un ragazzo, Maurizio,che si innamora di lei proprio perché è lesbica, quindi diversa e, in quanto tale, capace di scelte, azioni, di uno stile di vita fuori dai canoni comuni. Quando Fernanda si rende conto di essere innamorata di Maurizio, scopre e accetta una parte di sé che non conosceva e con la quale dovrà imparare a convivere.
Nel terzo racconto troviamo Maria Teresa, una bambina insonne, che, spesso, la sera, quando il resto della famiglia dorme, esce di casa per passeggiare nelle vie buie e deserte intorno alla sua abitazione. Così facendo, durante una di quelle notti trascorse a girovagare nel quartiere, nota qualcosa, una presenza cui non aveva mai fatto caso. Si tratta di una Ferrari parcheggiata nel box di un’abitazione vicina. A partire da questo particolare, Maria Teresa, con l’aiuto della vecchia signora proprietaria dell’auto, percorre a ritroso una serie di eventi e finisce con l’imbattersi in un enigma che riguarda il passato dei suoi genitori. E sarà un mistero, un giallo, che resterà tale.
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Con l’ultimo racconto, un intellettuale di successo, vede vacillare le sue certezze sulla vita, sulla sua professione e anche su se stesso, nel momento in cui, in metropolitana, gli capita di leggere una frase pronunciata da un barbone e riportata su di un giornale.Quella frase, che non riesce a decriptare, di cui non sa cogliere il significato profondo, in qualche modo mette a nudo la sua anima. L’incontro con un amico in fin di vita lo induce ripercorrere a ritroso un pezzo della sua esistenza, alla ricerca del suo vecchio insegnante e mentore.
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I quattro racconti sono ambientati per lo più a Milano, anche se la città che fa da cornice alle storie non diventa mai davvero parte delle vicende narrate. In uno stile semplice e fluido, eppure coinvolgente, l’autore sa descrivere, con grande padronanza, il lato più interiore dei protagonisti, quello ignoto persino a loro stessi. Se i personaggi, sul piano fisico, sono descritti con poche linee essenziali, quasi appena tratteggiati solo per aiutare il lettore a immaginarne le espressioni, gli sguardi e dunque i sentimenti, sono questi ultimi, insieme con le contraddizioni delle loro personalità, a spiccare tra le righe. Sono personaggi comuni, che hanno una vita e delle relazioni normali e che, nello stesso tempo, sono immersi in dimensioni esistenziali che li collocano al di fuori dalla normalità; ma tutti hanno uno spessore che li rende, in qualche modo, credibili.
Per la prima fotografia, copyright: David Pentek.
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