Il testamento spirituale di Michael Jackson
A dodici anni dalla morte di uno dei più grandi intrattenitori di tutti i tempi, molte persone si chiedono ancora chi si celasse veramente dietro il Re del Pop.
I libri che parlano della vita e dell’eredità artistica di Michel Jackson sono moltissimi, scritti da autori anche molto vicini a lui, ma che il re del Pop raccontasse di sé, se non attraverso le sue canzoni, succedeva raramente.
Ha conservato l’immagine del divo schivo e irraggiungibile dal principio della sua carriera fino alla fine degli anni Ottanta; all’inizio della decade successiva, alla soglia dei trent’anni, probabilmente ha sentito la necessità di aprirsi un pochino di più con il mondo, di superare la sua timidezza, di condividere la sua interiorità.
Proprio in quegli anni partecipa a talk show televisivi, rilascia diverse interviste e fonda la Heal the World Foundation, ma è l’incontro e, in seguito, l’amicizia profonda con Deepak Chopra che porterà Jackson a condividere i suoi pensieri più profondi attraverso un libro.
Nel 1992 esce Dancing the Dream (Ediz. Doubleday) che è la summa del pensiero e del suo modo di approcciarsi alla vita; una raccolta di 46 brani, fra poesie, riflessioni e racconti brevi scritti direttamente dalla penna di Michael Jackson, ma anche libro fotografico contenente immagini rare dal set e dalla vita quotidiana.
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La prima edizione, ormai introvabile, è un pezzo per veri collezionisti; il volume è stato in seguito ristampato dopo la sua morte, nel giugno del 2009, in lingua originale dalla casa editrice inglese Transwold; l’anno successivo, nelgiugno del 2010 è stato tradotto in italiano (con testi in lingua originale in fondo all’opera), in una tiratura limitata di cinquemila pezzi, con il titolo Danzando il Sogno (Ediz. Quantic Publishing).
Il volume, pur non avendo conosciuto un grande successo commerciale, se messo in confronto alla autobiografia Moonwalkche ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, è stato accolto positivamente dalla critica, che l’ha definito «un libro pieno di saggezza».
In Danzando il Sogno, infatti, non si leggono pettegolezzi, dietro le quinte o scandali, ma si trova il cuore pulsante di Michael Jackson, si scopre chi fosse veramente, chi si nascondesse dietro il velo della notorietà e della musica.
Michael Jackson racconta sé stesso e il mondo che lo circonda con la voce di chi cerca la verità e una delicatezza fuori dal comune; affronta temi complessi e attualissimi con la semplicità di ha compreso l’essenza della vita e la vuole trasferire al prossimo, sia esso bambino, ragazzo o adulto.
Nella prefazione all’edizione italiana, il volume è definito come «Un dialogo fra anime. Una danza infinita nell’oceano della vita».
Danzando il Sogno, infatti, è un testo, che come tuti i saggi, non ha ancora finito quello che ha da dire: non solo un testamento spirituale, nel quale l’artista si racconta come non aveva mai fatto prima e come in nessun altro libro si avrà occasione di trovare; Danzando il Sogno è un volume che toglie la polvere dal cuore, che fa riscoprire il significato profondo della parola sensibilità, attraverso la quale Michael Jackson affronta i temi a lui più cari.
La musica e la danza, ad esempio, sono trattati non solo a livello compositivo o artistico, ma elevati a un piano meditativo, come mezzi di connessione con l’interiorità.
Nel brano La Danza della Vita, Jackson parla proprio della danza ispirata alla natura, del legame viscerale e fisico con gli elementi della Terra, di come si riesca a possedere un dono (la danza, in questo caso) solo nel momento in cui si giunga a farne dono al prossimo.
Un brano che affronta il tema del movimento, della creazione, del flusso della vita, di una Madre Terra viva che comunica con l’uomo che sa ascoltare.
«Allora dove vanno a finire le stelle quando smettono di brillare?, mi chiedo. Forse muoiono.» “Oh, no”, mi sussurra una voce nella mente. “Una stella non muore mai. Si trasforma in un sorriso e si fonde con la musica del cosmo, la danza della vita.»
Ma anche il rapporto di Michael Jackson con il Pianeta Terra e gli animali che la popolano, al quale sono dedicati molti racconti, fra i quali Pianeta Terra, E gli elefanti continuano a Marciare, Madre Terra, Guardami di nuovo cucciolo di foca, etc.
Un brano particolarmente toccante è Abbastanza per Oggi, nel quale Michael Jackson narra della morte di un delfino rimasto impigliato in una rete da pesca, paragonandolo all’uccisione di una “danza”.
«I delfini adorano danzare – questo li distingue da tutte le altre creature del mare. Non pretendono niente da noi, fanno le capriole davanti ai nostri occhi meravigliati. Fanno a gara con le barche, nuotando veloci davanti ad esse, non per vincere, ma per dirci, è solo un gioco. Mantieniti in pista, ma danza mentre lo fai.
Così, mentre provavo i miei passi, improvvisamente ho pensato “hanno ucciso una danza. E allora mi è sembrato che la cosa giusta da fare fosse fermarsi. Non posso fare niente perché la smettano di uccidere la danza, ma almeno posso fermami in raccoglimento, da ballerino verso un altro ballerino.»
Non poteva mancare il tema del bambino, molto caro a Jackson, e spesso travisato dall’opinione pubblica.
Il fulcro del messaggio dell’artista non è vivere come un eterno Peter Pan, o come qualcuno che non voglia prendersi le responsabilità di adulto, ma è di vivere con la gioia e con il cuore di un bambino;evidenti i collegamenti con il tema del fanciullino di Pascoli e anche con Richard Bach, autore che Jackson ammirava molto, e del suo Via dal nido.
Al tema del bambino sono dedicate molte poesie, fra cui Quando i bimbi sorridono, Ma il cuore diceva no, Bambini del mondo, Il ragazzo e il cuscino, Bambini, Figlio dell'innocenza, Un bambino è una canzone, etc.
Nella poesia Bambino Magico, Michael Jackson descrive un bambino, un bambino definito magico perché vive a contatto con la natura, gioendo delle cose semplici della vita, guidato dall’Universo, un fanciullo in grado di vedere la bellezza e l’amore insite nelle cose. Ma è anche considerato strano dalla società, perché non si conforma con le regole della vita cosiddetta ordinaria.
Un brano certamente autobiografico, ma nel quale è facile identificarsi, un testo dedicato ai diversi, agli incompresi, un tema attualissimo, ancora oggi.
«E mentre si consultavano e cospiravano
per sconfortarlo con infiniti pettegolezzi
Per uccidere la sua meraviglia, per calpestarlo
Per bruciare il suo coraggio
Per alimentare le sue paure,
il bambino rimaneva semplice, vero».
Michael Jackson si addentra nelle emozioni dell’animo umano, quali la fiducia, il coraggio, l’innocenza, la magia, l’amore, che sono anche i titoli di una serie di brevi riflessioni.
«È facile confondere l’essere innocenti con l’essere infantili o ingenui. Tutti vogliamo sembrare sofisticati, vogliamo apparire sempre in. Essere innocenti significa essere out». (Innocenza)
«È strano pensare come a volte si può avere coraggio per fare certe cose e non altre. Quando salgo sul palco di fronte a migliaia di persone, non ho bisogno di essere coraggioso. Mi occorre più coraggio per esprimere i miei più intimi sentimenti a una persona». (Coraggio)
Un'altra parte molto interessante di questo volume sono i brani dedicati a temi più metafisici, come l’immortalità, l’anima, la connessione con sé stessi e con l’universo, l’unione di mente, spirito e corpo, la coscienza collettiva, il vivere il momento presente, come in Spiccare il volo senza di me, Il pesciolino che aveva sete, Dio, L'ombra inafferrabile, Estasi, Salto quantico, Io tu Noi, Il paradiso è qui e molti altri.
«Tu ed io non siamo mai stati separati
È solo un’illusione
Creata dalle magiche lenti della percezione
Esiste solo un’unica totalità
Un’unica mente
Siamo solo voci
Nell’immenso oceano della coscienza
Dai, Danziamo
La danza della creazione
Celebriamo,
La gioia della vita».
(Il paradiso è qui)
Questa serie di brani vede Michael Jackson in un intimissimo dialogo con la sua anima, narrando verità universali e ancora una volta, il grande artista è riuscito ad anticipare i tempi di almeno trent’anni.
Negli anni Novanta infatti, era cosa insolita parlare di anima, coscienza o spiritualità, se non in testi molto specifici destinati a una nicchia ben precisa di studiosi o appassionati.
È stato solo dopo l’uscita del volume La profezia di Celestinodi James Redfield (1993) che temi simili sono stati veicolati in massa alle persone; che una pop star di fama mondiale potesse non solo accostarsi a questi pensieri, ma addirittura scriverne un libro, rimane ancora oggi una cosa più unica che rara.
Ecco perché Danzando il Sogno è un libro unico nel suo genere. Sfogliando le sue pagine, è bisogna farlo lentamente, senza fretta, si ha la sensazione di parlare con un amico, di intraprendere un viaggio; è quasi come aprire il libro delle risposte, se ne siamo in cerca di una.
Danzando il Sogno è un volume che ritorna all’essenzialità delle cose semplici, è un testo che leva i fronzoli, assottiglia le corazze, indica la strada verso l’amore.
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È uno straordinario modo per conoscere meglio l’autore che lo ha scritto e concepito, ma indipendentemente che si apprezzi la musica del Re del Pop o meno, è un volume essenziale, da tenere nella propria biblioteca, da aprire e sfogliare, anno dopo anno, perché i concetti in esso contenuti si rinnovano nella misura in cui il cuore di chi legge è disposto a comprendere.
Forse Michael Jackson, nel 1992, quando ha elaborato questo testo, non sapeva di stare scrivendo il suo più grande testamento spirituale, un’eredità massiccia del suo animo, un volume ancora oggi capace di toccare i cuori di milioni di persone, indipendentemente da razza o estrazione sociale. Proprio come la sua musica.
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