Il tempio di Mitra nei sotterranei di Londra
Quando Michael Bloomberg, il miliardario ex sindaco di New York, sceglie di costruire la nuova sede delle sue attività a Londra, il sito che lo colpisce è sopra un tempio mitraico. Bloomberg decide di intervenire con un progetto curato da Sir Norman Foster, convinto che Londra possieda una lunga storia di incroci di civiltà e di commerci,e dunque orgoglioso di costruire sopra questa tradizione.
Il progetto di Foster si appoggia sul sito del tempio originale, agendo da “contenitore” dei resti archeologici esposti.
Il tempio fu scoperto durante alcuni scavi nel 1954, e l’attribuzione a Mitra deriva dal ritrovamento della testa di un dio giovane e virile. Si fa risalire la datazione del tempio al 240 d.C. quando gli strati della città erano più bassi di sette metri. Il luogo di culto sarebbe stato costruito presso l’antico fiume Walbrook.
Nel 1962 i resti furono spostati di sessanta metri vicino a un parcheggio e i muri risistemati disordinatamente. Ulteriori scavi più mirati hanno permesso di individuare un livello nel sito originale con centinaia di tavolette in legno che documentano le prime testimonianze di scrittura in Inghilterra dall’arrivo dei Romani e dove si riscontra per la prima volta l’uso della parola “Londinium”.
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L’attuale sistemazione ha riportato i resti nel loro sito originale ed è aperta al pubblico dal 14 novembre. Come si evince dalla sezione longitudinale si ha uno spazio al livello terreno destinato a esposizioni temporanee. Scendendo di sette metri le ripide scale in pietra nera, accompagnati dalla “colonna sonora” registrata dello strascicare dei sandali e canti in latino, ci si trova al secondo livello, dove in una lunga teca di vetro vengono esposti diversi reperti archeologici, 600 dei 14 mila rinvenuti, tra cui significativi sono una porta in legno, un elmetto da gladiatore scolpito in ambra, e una tavoletta di legno con i primi conti di una transazione finanziaria in Inghilterra. I canti, le luci soffuse e i reperti archeologici illuminati nella teca: il visitatore è immerso nell’atmosfera del tempio e vive un’esperienza multisensoriale.
Il culto di Mitra, praticato dai Romani dal I sec. a.C. fino al III-IV secolo d.C è sempre associato al dio come uccisore del Toro Sacro, (“Mitras the bull slayer”). Come fede, è di origine persiana ed essendo di matrice misterica non ha lasciato fonti scritte, i suoi riti erano segreti come le identità dei suoi adepti, per lo più soldati. In ogni tempio dedicato a Mitra, il santuario alla sua estremità presentava una nicchia dov’era riprodotta la citata tauroctonia, fulcro mitologico dello svilupparsi del culto: Mitra e il dio Sole decidono di uccidere il Toro Sacro, dal cui corpo escano piante e grano e dal suo sangue la vite. Il Dio del Male Ahriman manda un serpente e uno scorpione a bloccare la sovrabbondanza di vita che deriva dall’animale ferito, senza però riuscirci perché il Toro alla fine ascende alla luna e dà origine a tutte le specie animali, suggellando così il rapporto tra Mitra e il dio Sole. Questo tema ha appassionato nel tempo molti artisti, tra cui spicca Pablo Picasso che ha realizzato diverse incisioni sul tema di Mitra e del Minotauro.
Tutto questo per quanto riguarda il mito, mentre altre interpretazioni ne svelano una matrice astronomica che ritrova in tutti i protagonisti della storia alcune costellazioni.
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Il tempio mitraico scoperto a Londra, ora trasformato in museo, con tutti i suoi resti archeologici conferma l’avanzamento di questo culto fino ai confini nordici dell’Impero Romano.
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