"Il Sud puzza" di Pino Aprile
Il Sud puzza di Pino Aprile (Piemme edizioni) è un’indagine che trasuda passione e contribuisce a far conoscere un Meridione alla ricerca di riscatto, un Meridione capace di andare oltre i tanti luoghi comuni che continuano ad essergli riversati addosso in maniera spesso immeritata. Un Sud, quello disegnato dall’autore, fatto di persone, tante persone che decidono di prendere l’iniziativa e arrivano a non ignorare più una situazione al limite del collasso, rischiando e mettendosi in gioco nonostante una criminalità sempre più potente e sfacciata.
Ciò che si intuisce subito dalla lettura de Il Sud puzza è che il Sud è una parte d’Italia finalmente in movimento, rappresentata al meglio da personaggi simbolo come Lella Ottaviano, la donna di Ercolano che ha deciso di dire basta alla pratica comunemente accettata del pizzo, denunciando i camorristi e dando il via ad un processo che ha reso libera la sua città dalla cappa della criminalità organizzata.
Oltre al caso di Lella Ottaviano, questo libro si occupa anche di altre figure che hanno saputo caratterizzarsi per il loro impegno, come quelle di Giuseppe Di Bello e don Maurizio Patriciello, uomini capaci di trasformare la loro vita nella rappresentazione di una ribellione tale da farne veri e propri eroi civili. Figure di riferimento che sono a lungo mancate in questa parte del Paese, o che nei decenni passati venivano isolate dalle loro stesse comunità in nome di un’accettazione passiva che alla fine ha portato a un disastro che è sotto gli occhi di tutti. Un disastro che ha molte facce: come quella di Taranto, avvelenata dai veleni delle produzioni industriali, come quella di Napoli e Caserta, immerse nei rifiuti tossici…
A loro è dedicato Il Sud puzza e, in particolare, a chi ha deciso che non si può più girare la testa dall’altra parte e che il riscatto di questa parte d’Italia non può che passare dal risveglio di coscienze troppo a lungo sopite. Anche con gesti simbolici, come quello che ha spinto lo stesso Aprile a volere con grande forza la presentazione nazionale del suo libro a Orta di Atella, il centro dell’hinterland casertano tristemente famoso per essere uno dei più martoriati in assoluto all’interno della Terra dei Fuochi. Un appuntamento che lo scrittore ha ideato come una sorta di incubatore, un modo per favorire il collegamento tra i tanti gruppi di cittadini che stanno sorgendo in ogni parte del Meridione al fine di porre le basi per un futuro migliore.
[I servizi di Sul Romanzo Agenzia Letteraria: Editoriali, Web ed Eventi.
Seguiteci su Facebook, Twitter, Google+, Issuu e Pinterest]
Gruppi ribattezzati “Cancioli” dallo scrittore pugliese, un termine del tutto nuovo, nato da una conversazione con Mirella Pignataro, la vedova dell'artista diventato celebre per aver colorato il quartiere napoletano di Scampia, nel corso della quale Aprile aveva trascritto il termine, senza però che fosse mai stato nominato. Ricordando che la conversazione con la donna aveva riguardato i cosiddetti “ricostruttori di sana comunità”, l'autore lo ha voluto usare in tal senso, estendendolo a tutte le associazioni che stanno cercando, impegnandosi senza risparmiarsi, di ricostruire un tessuto civile. “Cancioli” visti come il possibile strumento di un nuovo avvio per il Sud, una sorta di rete civica in cui far confluire movimenti come “Mamme di terra dei veleni” o “Donne per Taranto”, oltre naturalmente a tutti gli altri che nel corso degli ultimi anni hanno lottato per riappropriarsi dei propri destini.
Siamo di fronte a un libro che è destinato a far discutere molto. Un libro che sembra fatto apposta per provocare il fastidio di chi non riesce a concepire una politica non più delegata, bensì portata avanti in prima persona, nella quale il bene comune possa diventare la base per il benessere di tutti.
Quello di Pino Aprile può essere considerato un segnale lanciato per risvegliare tutti gli inguaribili nostalgici di un meridionalismo visto come un santino da coltivare, fatto di profumi e parole, mai di atti concreti. Un meridionalismo nel quale la partecipazione popolare è stata spesso vista come qualcosa capace di intaccare la bontà di progetti disegnati solo sulla carta, senza mai riuscire a concretizzarsi nella carne viva della società.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi